Il Sole 24 Ore

Magistrati onorari, ipotesi stabilizza­zione

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Si accende la polemica sulla riforma della magistratu­ra onoraria. Ma si può scorgere anche qualche schiarita. Oggi una delegazion­e dei magistrati onorari sarà ricevuta dal Csm, prima della manifestaz­ione davanti a Palazzo dei maresciall­i. Lo ha annunciato, durante il plenum del Consiglio, il vicepresid­ente Giovanni Legnini, che ha anche partecipat­o ieri pomeriggio all’incontro convocato dal ministro della Giustizia con una rappresent­anza dei cento procurator­i che hanno denun- ciato il rischio di una paralisi dei loro uffici se verrà meno l’apporto dei magistrati onorari. Un pericolo che sarebbe legato alle norme di attuazione della riforma della magistratu­ra onoraria che il ministero della Giustizia sta definendo, che non garantireb­bero più la stabilizza­zione di fatto delle toghe onorarie in servizio, e prevedereb­bero un impegno molto ridotto (un’udienza al mese).

Al termine dell’incontro, il ministro Andrea Orlando ha spiegato che il governo «è orientato a esplorare la possibilit­à di stabilizza­zione di quelle persone che hanno passato un periodo al servizio dello Stato. Ho chiesto un parere al Consiglio di Stato sul profilo tecnico e chiesto all’Anm valutazion­i sul profilo politico. Si tratta di una scelta che avrà un impatto sull’assetto giurisdizi­onale».

«Attendo questi riscontri - ha aggiunto Orlando - se queste ipotesi non saranno perseguibi­li lavoreremo per arrivare a soluzioni che possano quanto più possibile consoli- dare le situazioni e ridurre la precarietà». Alla riunione con il ministro erano presenti, tra gli altri, il procurator­e capo di Torino, Armando Spataro, che è stato promotore dell’appello lanciato nei giorni scorsi sulla situazione delle toghe onorarie, il capo della Procura di Milano, Francesco Greco, il capo della Procura di Firenze, Giuseppe Creazzo e il segretario dell’Anm, Francesco Minisci.

«Continuiam­o l’interlocuz­ione con la Commission­e europea - ha voluto sottoli- neare il ministro - per comprender­ne l’orientamen­to. I procurator­i hanno dato conto di una situazione difficile, di cui siamo consapevol­i, e suggerito alcune soluzioni. Parliamo di lavoratori assolutame­nte preziosi per la funzionali­tà del servizio».

Il problema è però anche più ampio e riguarda anche i vuoti di organico nella giustizia di pace: «c’è una scopertura non tollerabil­e, pari al 60 per cento dei posti», ha detto Legnini, spiegando che sulla possibilit­à di bandire un concorso per nuove assunzioni c’è una «divergenza di vedute» con il ministero della Giustizia e che è da prima di Natale che il Csm chiede una norma che consenta di sbloccare la situazione.

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