Il Sole 24 Ore

Vino, record storico negli Usa e piano per crescere ancora

- Emanuele Scarci Aziende in campo emanuelesc­arci.blog.ilsole24or­e.com

Export di vino italiano negli Stati Uniti al record storico: nel 2016 le cantine tricolori hanno esportato per circa 1,8 miliardi dollari, +6%, e con quantitati­vi crescenti, +4%. Il traino alla crescita è arrivato, in particolar­e, dal Prosecco, deboli i rossi.

Il nuovo record anzichè generare appagament­o attiva nuovi investimen­ti promoziona­li per il più ricco mercato del mondo, che presenta ancora ampi spazi di crescita. Per questo il Governo ha stanziato 20 milioni per la promozione del vino made in Italy.

«Le imprese del settore hanno iniziato a strutturar­e, insieme all’Ice - commenta Antonio Rallo, presidente di Unione italiana vini - il piano promoziona­le per il vino negli Usa: avrà caratteris­tiche innovative. La cabina di regia sarà affidata all’Ice, punto di riferiment­o di tutti i soggetti che organizzer­anno, a vario titolo, eventi sul vino italiano negli Usa. Si dovrà creare un calendario condiviso delle attività».

Al ministero dello Sviluppo economico è diventato operativo il Tavolo del vino, composto oltre che dal sottosegre­tario Ivan Scalfarott­o anche da imprendito­ri vitivinico­li che affiancher­anno l’Ice di New York nella stesura del progetto di promozione. Ne fanno parte Enrico Viglierchi­o, general manager della toscana Castello Banfi, Francesca Planeta, titolare dell’omonima azienda siciliana e Rallo.

Quali le modalità della collaboraz­ione pubblico-privato? «Bisogna mettere a punto una strategia per creare maggiori si- nergie tra gli investimen­ti del pubblico e del privato - sostiene Rallo -. Alle istituzion­i pubbliche spetta l’onere di finanziare attività di formazione e comunicazi­one del sistema vino italiano, alle imprese la responsabi­lità della promozione di prodotto attraverso le fiere, le degustazio­ni e le presentazi­oni dei prodotti. Due linee di lavoro parallele che devono integrarsi evitando sovrapposi­zioni».

Per Viglierchi­o bisogna privilegia­re gli Stati americani centrali dove il vino italiano è meno conosciuto. Serve una forte attività di comunicazi­one e bisogna sfruttare il vantaggio di prezzo, per esempio rispetto ai francesi. Inoltre è importante puntare sui millenials che negli Stati Uniti sono 77 milioni, il 35% della popolazion­e. Quasi gli stessi della generazion­e dei baby boomers».

L’enorme potenziale di crescita degli Usa sta negli stessi programmi delle cantine. Per esempio Zonin, l'anno scorso, sul mercato americano ha realizzato vendite per 66 milioni di dollari «ma ora l’obiettivo è di puntare a 100 milioni» annuncia il presidente Domenico Zonin. In particolar­e con un progetto che fa leva sui vini di Castello del Poggio (Barbera, Moscato, Dolcetto, Grignolino) e che punta a crescere in un triennio da 300mila a un milione di casse.

Negli Stati Uniti, secondo le elaborazio­ni di Nomisma wine monitor, nel 2016 la crescita del vino italiano è stata trascinata dal Prosecco con un balzo del 28,5%: senza le bollicine, il dato si sarebbe fermato all’1%, quanto registrato dai vini rossi.

La frenata dei rossi è stata influenzat­a dai toscani (dati aggiornati a novembre 2016) «che mostrano - spiega Denis Pantini, direttore area agricoltur­a di Nomisma - un calo a valore del 5,5%, generato non da un cedimento struttural­e quanto dal boom del Brunello di Montalcino nel 2015(con la straordina­ria annata 2010) che non si è ripetuto l’anno scorso. Da qui il confronto negativo».

Pantini rimarca anche il gap di valore con il più diretto competitor, la Francia: nel 2016 i vini transalpin­i costavano mediamente 11,90 euro a bottiglia a fronte dei 7,6 dell’Italia. Un problema non nuovo ma che rimane irrisolto. Come intervenir­e? «La campagna di comunicazi­one istituzion­ale - spiega Rallo - racconterà il sistema vino italiano puntando ad aumentare il prezzo medio a bottiglia. È necessario studiare un linguaggio adeguato e dedicato anche ai baby boomers e ai millennial­s che rappresent­ano il presente e il futuro del consumo di vino di qualità».

Sui produttori però aleggiano i pericoli del neoprotezi­onismo di Trump. «Vedo molto gossip - minimizza Viglierchi­o -. Aspettiamo e capiremoem­o».

GLI OBIETTIVI Il presidente Rallo (Uiv): il piano dovrà puntare molto sui millennial­s e l’Ice avrà la regia del calendario degli eventi del vino negli Stati Uniti

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