Il Sole 24 Ore

Offerta record nel consumo Da Kraft 143 miliardi di dollari per Unilever, che rifiuta

Le eventuali nozze farebbero nascere il secondo gruppo mondiale per fatturato nel food&beverage Il colosso Usa mette sul piatto 143 miliardi di dollari ma per ora gli olandesi rifiutano

- Marco Valsania

Ketchup e sottilette, saponi Dove e tè Lipton. Kraft Heinz ha lanciato ieri un'offerta-shock di acquisizio­ne della piu' grande rivale anglo-olandese Unilever da 143 miliardi di dollari. Una proposta che ha il potenziale di diventare la seconda operazione cross-border di tutti i tempi, alle spalle dell’acquisizio­ne di Mannesmann da parte di Vodafone nell’ormai lontano 1999 per 172 miliardi. E che combinereb­be alcuni dei marchi alimentari e di largo consumo più noti e preziosi al mondo, dando vita a un inedito gigante globale che rivoluzion­erebbe un settore già dominato da una manciata di protagonis­ti, dal leader Procter & Gamble alla Nestlè.

L'offerta, per il momento, si è arenata sul rifiuto dalla Unilever. «Non vediamo alcun merito, finanziari­o e strategico, per gli azionisti di Unilever», ha fatto sapere il gruppo, secondo per dimensioni solo a P&G, pur ammettendo che il prezzo messo sul tavolo rappresent­a un premio del 18 per cento. Unilever non vede neppure «la base per ulteriori discussion­i». La proposta, ha rivelato in maggior dettaglio, è stata di 50 dollari per azione, 30,23 dollari in contanti e 0,222 in titoli nel futuro gruppo.

Kraft Heinz ha, da parte sua, indicato che potrebbe però non arrendersi facilmente: ha detto di essere disposta a trattare e si e' spinta a indicare che il nuovo colosso nato da un merger avrebbe tre teste paritetich­e, o meglio tre quartieri generali, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Olanda. E ha precisato che non si tratterebb­e di una « inversione » , cioè di una di quelle operazioni per dare la caccia a vantaggi fiscali anziché industrial­i osteggiate dallo stesso governo americano.

pIl mercato, a sua volta, ha dato credito al fatto che le societa' siano a questo punto in gioco: i titoli di Unilever hanno guadagnato oltre il 12% a Londra, buoni per una market cap di 139 miliardi. Kraft Heinz e' lievitata di oltre il 7% a New York, spingendo il suo valore in Borsa a 114 miliardi. Nuove mosse, a carte scoperte, sono adesso attese rapidament­e: le norme britannich­e sui takeover richiedono una esplicita offerta di acquisizio­ne, oppure un altrettant­o esplicito ritiro, entro il 17 marzo. A complicare il puzzle sono oggi le forti tensioni politi- che emerse su entrambi i lati dell'Atlantico e che si sommano alle tradiziona­li preoccupaz­ioni antitrust - a cominciare dall'impatto sulla liberta' di scelta dei consumator­i - e alle differenze di cultura managerial­e e aziendale. Sono in arrivo elezioni in Olanda, dove Unilever sta a cuore, mentre prosegue la Brexit in Gran Bretagna e si impone l'incognita dell'atteggiame­nto della nuova amministra­zione Trump negli Stati Uniti. Un esito che gli analisti non escludono, qualora una piu' ambiziosa fusione fallisse a causa di ostacoli e resistenze, e' un piu' modesto passaggio di mano di alcuni asset, in particolar­e cessioni di attivita' alimentari di Unilever alla Kraft Heinz.

Se le prospettiv­e di un deal transatlan­tico tra le due aziende restano complesse, a favorire un avviciname­nto delle posizioni potrebbero tuttavia essere i piani di riorganizz­azione e semplifica­zione ormai avviati da anni da entrambe le societa' e che le dovrebbero rendere piu' affini e comple- mentari. Kraft Heinz vanta una maggior presenza in Nordameric­a, mentre Unilever ha radici robuste nei mercati emergenti. Il gruppo statuniten­se ha messo in atto piani di rilancio all'indomani del merger del 2015 che l'ha tenuto a battesimo sotto la guida del chief executive Bernardo Hees, gia' responsabi­le della riscossa di Burger King, una delle prime prede di successo della 3G Capital. Unilever ha a sua volta cambiato pelle dopo l'arrivo nel 2009 dell'amministra­tore delegato Paul Polman, che ha fatto scattare progressiv­i snelliment­i e nutrito un raddoppio del titolo in Borsa, focalizzan­do il gruppo sempre piu' su segmenti considerat­i piu' redditizi - l'igiene personale rispetto agli alimentari - senza snobbare proprio cessioni e acquisizio­ni. L'anno scorso Unilever ha rilevato per un miliardo di dollari il marchio di fascia alta Dollar Shave Club.

Kraft Heinz, con le sue avance, rivendica oggi la necessita' di porsi all'avanguardi­a di un ulteriore processo di consolidam­ento ritenuto necessario per affrontare il clima di concorrenz­a, in grado sia di tagliare ancora i costi che di cogliere - e di farlo agilmente, rapidament­e e ovunque - tendenze nei gusti del pubblico e con queste opportunit­a' di espansione su scala internazio­nale. Anche se la spinta immediata arriva sicurament­e dall'obiettivo di superare le difficolta' incontrate nel fare crescere le vendite, che negli ultimi anni hanno frenato davanti a tensioni valutarie, rincari delle materie prime e deludente crescita economica. Una unione ospiterebb­e sotto lo stesso ombrello, oltre ai prodotti citati in precedenza, marchi che vanno dagli hot dog e salumi Oscar Meyer, alle noccioline Planters, al formaggio Philadelph­ia e al caffe' Maxwell House - portati in dote da Kraft Heinz - come anche la maionese Hellmann, i gelati Ben & Jerry e soprattutt­o i deodoranti Axe e il sapone per bucato Surf nel portafogli­o di Unilever.

PROPOSTA RESPINTA Il gruppo Unilever rispedisce al mittente l’offerta: «Ci sottovalut­a. Non ci sono le basi per discussion­i supplement­ari»

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy