Troppe regole, poca liquidità sui bond
Attenzione all’effetto boomerang. Le nuove regolamentazioni in arrivo sui mercati finanziari europei, cioè la direttiva Mifid 2 e il regolamento Mifir, rischiano di prosciugare ancora di più la liquidità sui mercati obbligazionari. L’allarme arriva da alcuni operatori del mercato, che preferiscono restare anonimi: gli innumerevoli adempimenti richiesti dalle due normative rischiano infatti di rendere ancora più illiquido il mercato obbligazionario europeo, già penalizzato dalle regole di Basilea e dalle riforme varate negli ultimi anni sulle banche. E dato che un mercato illiquido è più esposto a shock, tanti temono il paradosso: la nuova e la vecchia regola- mentazione potrebbero infatti aumentare quei rischi sistemici che invece vorrebbero ridurre. Un boomerang. Un cortocircuito.
Il tema della liquidità (intesa come liquidabilità, cioè facilità di vendere un titolo) sui mercati obbligazionari è sempre più pressante. Un mercato poco liquido è un mercato in cui, soprattutto in momenti di stress o di panico generalizzato, rischia di diventare molto difficile vendere i titoli che si possiedono. Come un cinema con una piccola porta d’ingresso: in situazioni normali il pubblico entra ed esce senza problemi, ma se dovesse scoppiare il panico per qualunque motivo diventerebbe una gabbia. Se alcuni grossi gestori fossero costretti a smobilizzare in fretta grandi porzioni di portafoglio, per loro in un mercato illiquido potrebbe diventare difficile trovare controparti. «Le varie normative varate dopo la crisi del 2008 per mitigare i rischi nelle banche hanno ridotto la loro capacità di prendere rischi - osserva un operatore del mercato -. Per questo motivo il “magazzino” di titoli che le banche detengono si è ridotto a circa un terzo rispetto ai livelli pre-crisi. Questo ha notevolmente ridimensionato la liquidità sui mercati seconda- ri obbligazionari».
Ma il punto che alcuni addetti ai lavori solevano è un altro: le normative che entreranno in vigore il 3 gennaio 2018 (Mifid 2 e Mifir) rischiano addirittura di peggiorare la situazione. «La Mifid 2 impone nuovi obblighi e costi, rende più complesso creare prodotti e di fatto andrà a ridurre ulteriormente la liquidità sul mercato dei bond», osserva un operatore. La direttiva sui servizi finanziari per esempio estende ai mercati obbligazionari la cosiddetta “best execution” (cioè l’obbligo di eseguire un ordine di compravendita sul listino che offre le migliori condizioni), come già avviene per quelli azionari. Questo significa che per ogni ordine di acquisto o di vendita impartito da ogni cliente, l’intermediario deve verificare su quale mercato si trovi il prezzo migliore. Questo per forza di cose rallenterà l’operatività. Di fatto il mercato obbligazionario viene equiparato a quello azionario, pur essendo molto più grande e complesso. Morale: la liquidità sul mercato potrebbe diminuire ulteriormente. Stesso discorso per tanti altri adempimenti introdotti dalla nuova regolamentazione. Insomma: per tutelare gli investitori e per ridurre i rischi delle banche, la regolamentazione già in vigore e quella in arrivo potrebbero aver “spostato” i rischi di shock sistemici proprio sui mercati.
In questo contesto la tecnologia può dare una mano. Aumenta infatti l’importanza per i sistemi che garantiscono la «best execution», la trasparenza degli scambi e la ricerca della liquidità. Questo potrebbe ridurre il problema. Ma difficilmente potrà eliminarlo.
DA BASILEA IN POI Le norme prudenziali delle banche le hanno indotte a ridurre i rischi sul mercato: così si è «congelato» quello secondario dei bond