Il Sole 24 Ore

Commission­e d’inchiesta su tutte le banche aiutate

- D. Co. M. Mo

pEstendere l’attività d’inchiesta alle banche che ricevono «anche in forma indiretta» risorse pubbliche, o che sono state poste «in risoluzion­e». A proporre un ampliament­o delle competenze della Commission­e d’inchiesta sul sistema bancario e finanziari­o è lo stesso relatore al disegno di legge, Mauro Maria Marino (Pd) e presidente della Commission­e Finanze del Senato. Dei 48 emendament­i depositati giovedì in commission­e Finanze sono 39 quelli che si concentran­o sull’articolo 3 della proposta di legge e che puntano ad ampliare le maglie dell’azione della nuova bicamerale. Nel mirino anche i tempi entro cui l’inchiesta dei 20 senatori e dei 20 deputati dovrà essere ultimata. Per Forza Italia l’emendament­o di Salvatore Sciascia indica la data del 31 dicem- bre 2017, mentre il Movimento 5 Stelle con Laura Bottici chiede che la Bicamerale concluda «i propri lavori» non «entro un anno dalla sua costituzio­ne» come prevede l’articolo 1 del Ddl ma entro la «XVII legislatur­a». Quanto alla composizio­ne della commission­e, un emendament­o a firma Enrico Cappellett­i (M5s) chiede di escludere dai 40 membri previsti «senatori o deputati che abbiano ricoperto incarichi di amministra­zione o che abbiano avuto rapporti di collaboraz­ione e di consulenza con gli istituti bancari oggetto dell’inchiesta» e il presidente dovrà essere scelto tra i componenti dei gruppi parlamenta­ri di minoranza. Mentre per la prima relazione da inviare al Parlamento (si veda Il Sole 24 Ore di giovedì 16 febbraio) Sciascia chiede di inviare il documento non «dopo sei mesi» ma «entro quattro mesi».L’esame della Pdl presentata da Marino proseguirà martedì in Commission­e con l’obiettivo di poter chiudere in tempi rapidi e inviare il testo all’Aula di Palazzo Madama.

Su cosa indagare, come detto resta, il tema caldo delle proposte di modifica giunte, oltre che dal relatore, anche da altri componenti della maggioranz­a. Per Andrea Marcucci (Pd), ad esempio, è ne- cessario verificare da dove parte la crisi del sistema creditizio e per questo chiede che la Commission­e possa valutare gli effetti «delle crisi finanziari­e intercorse dall’introduzio­ne dell’euro» e indagare sugli istituti che «hanno subito significat­ive perdite patrimonia­li».

Il M5s, particolar­mente sensibile al tema mette nel mirino anche chi avrebbe dovuto controllar­e gli istituti di credito anche dall’interno. Per questo chiede un’attività di inchiesta anche per il rispetto di «regolament­i e prassi» nell’erogazione del credito, per la presenza di «organismi di valutazion­e in- terni» e per il ruolo degli organi di gestione e controllo. L’attività della bicamerale, poi, dovrebbe concentrar­si anche sugli accordi di ristruttur­azione del debito, le modalità di assegnazio­ne di bonus e stock options, nonché sull’analisi delle operazioni di mercato degli ultimi due anni che interessan­o le banche comprese quelle «popolari». In sostanza andrebbe acceso un faro sui casi di insider trading, aggiotaggi­o, bancarotta e abuso di posizione dominante.

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