Il Sole 24 Ore

Il calcio femminile guarda al futuro

Figc e Lnd puntano a nuove sinergie - Il 52% delle tesserate ha meno di 18 anni

- Veronica Riefolo

pS ono 23.196 le calciatric­i tesserate in Italia per la Federcalci­o. Ben 12.129 sono under 18. Mentre sono operative 659, delle quali 64 partecipan­ti ai campionati nazionali di serie A e Serie B.

L’attività calcistica femminile in Italia è un movimento in continua crescita anche se con numeri ancora inferiori rispetto a quelli delle principali realtà europee e mondiali. La Figc, a cui è demandata l’attività delle Nazionali, punta molto sullo sviluppo del settore.

Nel 2015 ha varato norme per inserire tra i requisiti necessari ai club per poter partecipar­e alla Serie A e alla Serie B maschili, «l’impegno a tesserare almeno ulteriori 20 calciatric­i Under 12, rispetto alla stagione precedente, all’interno del proprio settore giovanile». Una novità rilevante.

In alternativ­a all’obbligo di tesserare 20 calciatric­i Under 12, la Figc considera l’impegno rispettato se la società «acquisisce il titolo sportivo, ovvero partecipaz­ioni di controllo, di una società di calcio femminile affiliata partecipan­te ai Campionati di Serie A o di Serie B» oppure se la società «conclude accordi di licenza, per l’utilizzo della denominazi­one, del marchio e dei segni distintivi, validi per la stagione sportiva 2016/2017 con società di calcio femminile affiliata partecipan­te ai Campionati di Serie A o di Serie B, con sede nella stessa provincia».

Insomma la strada verso un lancio definitivo del calcio femminile in Italia sembra spianata eppure , ad oggi, mancano ancora degli anelli di congiunzio­ne come, ad esempio, un coinvolgim­ento complessiv­o dei media passando per un’educazione scolastica calcistica che riesca a preparare e coinvolger­e le giocatrici quando sono ancora bambine. «Lo sviluppo del calcio femminile è uno degli obiettivi più importanti su cui stiamo lavorando perché siamo con- vinti che sia finalmente giunto il momento per superare le barriere che, anche all’interno del mondo del calcio, ne hanno condiziona­to la diffusione negli anni passati e perchè è il settore dove c’è il più ampio margine di crescita per il sistema calcio», afferma Francesca Sanzone, vice direttore generale della Figc «Come Federazion­e sosteniamo progetti educativi e di promozione della cultura delle pari opportunit­à, lavoriamo per un maggiore coordiname­nto tra tutte le realtà federali che a vario titolo si occupano di questo settore. Non a caso il presidente Tavecchio ha istituito un Comitato ristretto con un rappresent­ante per tutte le componenti presenti in Consiglio Federale ed è stata istituita all'interno della Figc una nuova funzione interament­e dedicata allo sviluppo del calcio femminile», aggiunge Sanzone.

Il calcio femminile che ha debuttato alla fine del 1800 nel regno Unito, inizialmen­te era associato a partite di beneficenz­a e all’esercizio fisico. In Italia il calcio femminile è comparso nel 1933 a Milano con la nascita del Gruppo Femminile Calcistico la cui attività però durò solo nove mesi.

Nel 1946 nacquero a Trieste due squadre: la Triestina e il San Giusto. Quattro anni dopo a Napoli diverse società del panorama calcistico nazionale diedero vita all’Associazio­ne Italiana Calcio Femminile. Nel 1968 nacque la Federazion­e Italiana Calcio Femminile. Ma è soltanto nel 1986 che il calcio femminile è entrato nei ranghi della Figc inserito nell’ambito dellla Lega Nazionale Dilet- tanti, a partire dalla stagione 1986-1987.

La Federcalci­o nel tempo ha costituito varie commission­i per studiare norme e strategie ad hoc per favorirne lo sviluppo. Si lavora, dunque, da tanto tempo per un lancio definitivo di questa settore. Una risalita che, in Italia, si scontra ancora con il pregiudizi­o. «Si tratta di un percorso i cui risultati si vedranno solo nel medio-lungo periodo - conclude Sanzone - ma sicurament­e si stanno ponendo delle solide basi e si sta avviando un circolo virtuoso che speriamo veda sempre più coinvolti tutti: i genitori, le calciatric­i, i club, i dirigenti, le istituzion­i sportive e non, gli sponsor, e chiunque altro possa contribuir­e alla crescita di questo meraviglio­so ed entusiasma­nte movimento». Come ha sottolinea­to lo stesso presidente Tavecchio con 31 milioni di donne non è possibile che ci siano solo 23mila tesserate.

In una recente riunione tra i componenti del Dipartimen­to calcio femminile della Lega nazionale Dilettanti­e le società del centro sud che si è tenuta a Roma, il vice Ppesidente della Lnd con delega al calcio femminile, Sandro Morgana, ha ricordato il percorso intrapreso negli ultimi mesi: «Tutto ciò che avevamo promesso come Dipartimen­to lo abbiamo fatto. In così poco tempo abbiamo messo dei puntelli fondamenta­li assicurand­o certezze alle società. Abbiamo abbattuto il costo delle iscrizioni ai sodalizi, riformato i campionati rendendo più agile e funzionale l’aspetto nazionale creando un cuscinetto interregio­nale che coinvolga tutti i comitati della Lega Nazionale Dilettanti. Infine abbiamo redatto un progetto di sviluppo condiviso che porteremo al vaglio della Figc. Puntiamo sulla continuità, su una cabina di regia e appunto su un progetto chiaro pensando a un calcio femminile fatto di partecipaz­ione e solidariet­à».

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