Per ora i sindacati frenano la base
Alla fine, l’emendamento al decreto milleproroghe che consacrava lo stallo potrebbe paradossalmente avviare una riforma. Potrebbe avvenire martedì prossimo, all’incontro fra i sindacati dei tassisti e il ministero delle Infrastrutture e trasporti, in seguito alle proteste della categoria contro l’emendamento, proseguite anche ieri soprattutto a Roma e Milano ma senza disagi gravi (nella capitale il gestore aeroportuale ha offerto un servizio navetta con la città, nel capoluogo lombardo si conta su mezzi pubblici piuttosto efficienti).
Per ora, di sicuro c’è che il ministro, Graziano Delrio, ha dato il via libera per preparare una mediazione. Ci lavora soprattutto il viceministro Riccardo Nencini. C’è da capire se sarà una mediazione al ribasso(mirando solo a placare le proteste) o se avvierà una nuova fase di confronto fra tassisti, autisti di noleggio con conducente (Ncc). Aggiungendo, formalmente o no, le multinazionali (MyTaxi, che proprio ieri ha acquisito la app greca Taxibeat, e Uber) ed eventualmente le associazioni dei consumatori, che ieri si sono fatte sentire.
Il profilo della mediazione che il ministero presenterà nell’incontro dipenderà anche dalle evoluzioni del quadro politico: le turbolenze legate alla potenziale scissione nel Pd non potranno non influire sulle pro- spettive di durata del governo. Se queste fossero limitate, sarebbe impensabile tentare di mettere mano a una riforma che nessuno riesce a fare perlomeno dal 2008. Tanto più che quella dei tassisti è una categoria tenuta molto in considerazione quando le elezioni si avvicinano.
Una conferma si è avuta ieri dalle dichiarazioni di alcuni leader politici: dalla «totale solidarietà» espressa agli «amici tassisti» da Matteo Salvini (segretario della Lega) al riconoscimento che la protesta è «più che giustificata» da parte di Maurizio Gasparri (senatore di Forza Italia). Più sfumata la posizione dell’ex ministro Maurizio Lupi (ora presidente dei deputati di Area Popolare), che ha parlato della necessità di tener conto delle «innovazioni tecnologiche e mi mercato» vietando però «con rigore gli abusi e la concorrenza sleale».
Sul fronte più a sinistra, Loredana De Pe- tris, senatrice del gruppo Si-Sel, ha denunciato che, prima del voto in commissione sull’emendamento contestato dai tassisti, il relatore le aveva detto che esso non aveva a che fare con Uber. Linda Lanzillotta (Pd), che aveva presentato l’emendamento assieme al collega di partito Roberto Cociancich, dopo aver chiarito che si trattava solo di una norma di precisazione voluta dall’intera maggioranza, ha risposto che il punto vero è un altro: «Non si può pensare che fermando gli Ncc si possa rinviare all’infinito una riforma».
Non è chiaro se all’incontro di martedì i sindacati si presenteranno compatti: secondo alcuni tassisti in assemblea spontanea in un posteggio di Roma, stavolta le organizzazioni sindacali avrebbero perso il controllo della situazione, perché la protesta è stata decisa e portata avanti dai singoli prima che «alcuni facinorosi» chiedessero con minacce di tornare a lavorare. Federlavoro, Servizi Confcooperative e la Fit-Cisl della Lombardia hanno chiesto di sospendere i blocchi, Unica-Cgil aggiunge il sospetto che dietro le proteste ci siano le multinazionali.
LA POSIZIONE DEL GOVERNO Si lavora a una mediazione che però sarebbe di basso profilo se le turbolenze politiche facessero avvicinare le elezioni. La categoria è un serbatoio di voti