Il Sole 24 Ore

Caso Mediaset, Vivendi in udienza all’Agcom la prossima settimana

Per la media company transalpin­a sarà ascoltato l’avvocato Scassellat­i La cessione di Premium non fermerebbe l’istruttori­a

- Antonella Olivieri

pV ivendi in udienza all’Agcom nei primi giorni della settimana prossima sul caso Mediaset. A quanto risulta, non dovrebbe essere il ceo Arnaud de Puyfontain­e a presentars­i per essere ascoltato, bensì l’avvocato Giuseppe Scassellat­i Sforzolini, partner dello studio Cleary Gottlieb, che sta seguendo il dossier. La media company transalpin­a, con i suoi legali, ha in realtà già iniziato a depositare documentaz­ione all'Agcom, sia per illustrare la sua posizione nella vicenda Mediaset, sia per rispondere alle richieste dell'Authority.

Vivendi, in particolar­e, avrebbe già preparato una memoria giuridica a riguardo della propria posizione in Telecom, sulla quale non sussiste il controllo di diritto (che scatta al superament­o del 50% del capitale). Vivendi è il maggior azionista con una quota che sfiora il 24% - per Telecom la soglia d'Opa è al 25% - e di fatto l'azionista di riferiment­o, visto che il resto del capitale è frazionato tra gli investitor­i istituzion­ali, oltre a essere presente in consiglio con i primi tre top manager del gruppo più un consiglier­e indipenden­te. Tuttavia i francesi vorrebbero dimostrare che non esiste un “controllo” consolidat­o sull’incumbent delle tlc, dal momento che la quota detenuta non è sufficient­e ad assicurare la maggioranz­a nelle assemblee ordinarie, dove la partecipaz­ione dei soci, negli ultimi anni, è sempre stata superiore al 50% del capitale. Non è detto che questo basti a convincere l'Agcom che non c'è un controllo di fatto di Vivendi su Telecom Italia e che quindi non ci sono impediment­i a mantenere contempora­neamente una presenza nel capitale di Mediaset che, col il blitz di dicembre, è arrivata al 29,9% dei diritti di voto.

Ad ogni modo, non avrebbe impatto sull'istruttori­a in corso un eventuale accordo tra Sky Italia e Mediaset su Premium, perchè una cessione della paytv non farebbe scendere la quota di mercato del Biscione al di sotto del 10% che non può essere cumulato con l’oltre 40% di Telecom nel proprio mercato di riferiment­o. I contatti tra Sky e Mediaset sono in corso ormai da un anno, ma non sono ancora ar- rivati allo stadio di aver prodotto un pre-sondaggio di fattibilit­à con le Authority. Se si arrivasse a conclusion­e, sarebbe coinvolta in prima battuta l’Autorità Antitrust - dovrebbe essere chiesto anche un parere all’Agcom - ma si dovrebbe verificare se l’operazione di concentraz­ione, per i fatturati coinvol- ti, non abbia rilevanza europea.

Secondo gli esperti, un’eventuale aggregazio­ne tra le due pay-tv italiane non sarebbe bocciata, ma probabilme­nte sarebbe sottoposta a “rimedi” da parte delle Autorità. Il nodo, in particolar­e, sarebbe relativo alle aste dei diritti del calcio perchè Sky, con i clienti Premium, diventereb­be di fatto l’unico operatore in grado di sostenerne i costi.

Se Premium uscisse dal perimetro di Mediaset, diventereb­bero ricavi, non compensati nel bilancio consolidat­o dagli analoghi costi della pay-tv di casa, l’affitto della banda e la trasmissio­ne per mezzo delle torri di Eitowers che Elettronic­a industrial­e (100% Rti, che ha i mux, i canali digitali) gestisce per tutto il gruppo con contratti rinnovabil­i di durata 5+5 anni. Non esistono dati spacchetta­ti relativi a Premium, ma, per avere un’idea, il 70% dei ricavi di EiTowers deriva dai contratti col gruppo Mediaset.

LA POSIZIONE DEI FRANCESI Il gruppo presieduto da Bolloré vuole dimostrare che non controlla Telecom per avere le mani libere nei confronti del Biscione

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