Il Sole 24 Ore

Se la banca vende senza giudice

È il « patto marciano » , la cessione dell’immobile per via extragiudi­ziale

- Antonio Criscione

Se la banca propone a un cliente, in fase di stipula di un mutuo, la clausola per la quale in caso di inadempime­nto l’istituto può incamerare o vendere la casa senza avviare una procedura giudiziari­a, cosa dovrebbero fare i clienti? Quando sarebbe per loro convenient­e sottoscriv­ere un contratto che contenga il cosiddetto «patto marciano»? La predisposi­zione dei clienti, occorre dirlo, non è entusiasta: un sondaggio condotto da Ipr Marketing per Plus24 (si veda il numero del 5 novembre 2016) indicava che il 78% della popolazion­e ritiene questo genere di clausola inaccettab­ile. L’idea che la banca possa passare comodament­e all’incasso, non piace. Almeno al momento, però, le stesse banche non sembrano entusiaste, perché da quanto risulta da diversi operatori sentiti da Plus24, la clausola non viene neanche proposta. Anche perché si tratta di un istituto nuovo che le banche stanno ancora valutando.

«Si tratta di una soluzione che il legislator­e non ha pensato avendo come prima preoccupaz­ione il cliente, quanto piuttosto lo snelliment­o delle procedure per la banca sul modello di quanto avviene nel mondo anglosasso­ne – afferma il notaio Giuseppe Mannella –. Quindi il cliente deve stare bene attento prima di sottoscriv­ere una clausola del genere. Che però se fosse accompagna­ta da vantaggi economici, come una riduzione del tasso, potrebbe avere un i nteresse». I vantaggi dal lato del cliente, spiega Mannella, sono essenzialm­ente due: la piena esdebitazi­one depo la vendita dell’immobile, qualsiasi sia il prezzo di vendita, e il fatto che il ritardato pagamento non costituisc­e un inadempime­nto, come invece accade con i contratti ordinari di mutuo. La completa esdebitazi­one può rappresent­are un vantaggio per chi potrebbe avere dei rovesci economici nella prima parte della vita del mutuo, quando un eventuale prezzo di vendita potrebbe essere più basso di quanto sia il debito residuo. Va anche detto che i presuppost­i tradiziona­li su cui sono costituiti i mutui (crescente valore del bene e aumento della capacità reddituale del mutuatario nel tempo) non sono più un dato così scontato come in passato.

Una delle problemati­che più importanti che possono interessar­e il cliente è quella dei criteri che la banca adotterà per la vendita dell’immobile. Secondo la legge, i clienti dovranno essere accompagna­ti da una vera e propria consulenza a carico della banca in questa fase e l’eventuale eccedenza rispetto al debito dovrà essere data al mutuatario. Ma il sospetto è che la banca possa essere motivata a realizzare il proprio credito più che a cercare le condizioni di vendita migliori. Dal punto di vista delle banche poi la soluzione potrebbe essere convenient­e nel caso in cui l’immobile piuttosto che incamerato ( con i conseguent­i oneri per la gestione) potesse essere ceduto a un terzo. Questa ipotesi però non sembra destinata a piacere ai clienti. Insomma una partita ancora tutta da giocare.

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