Il Sole 24 Ore

Trump detta ancora il ritmo a Wall Street

Scende lo spread BTp Bund, complice la maggior elasticità mostrata dalla Bce

- Marzia Redaelli

Sembrerebb­e che Wall Street risponda alle promesse di Donald Trump come agli incanti delle sirene. Che il Presidente degli Stati Uniti tagli o meno le tasse in modo massiccio, ad ogni proclama di benevolenz­a fiscale gli indici di New York si inerpicano all’unisono verso nuovi record. Ormai la Borsa americana sale quasi ininterrot­tamente dal 2009 e non lo fa più con grandi balzi; spesso le variazioni giornalier­e sono contenute in una frazione di punto percentual­e, però sono costanti e accompagna­te da una volatilità molto bassa. La discussion­e sulla sostenibil­ità delle quotazioni delle società Usa è aperta, e si incentra su utili attesi che saranno da testare. Per questo motivo sorprende che sui mercati obbligazio­nari l’entusiasmo per il rischio non sia altrettant­o inossidabi­le. I titoli di Stato americani, infatti, restano nel radar degli investitor­i, che scontano un paio di rialzo dei tassi di interesse entro fine anno –il primo probabilme­nte a giugno - a dispetto delle indicazion­i della Federal Reserve che ha parlato di una stretta imminente. I dati macroecono­mici giunti in settimana hanno confermato che l’inflazione ha centrato l’obiettivo e l’area industrial­e atlantica sta lavorando a pieno regime. Eppure i Treasury si mantengono intorno ai livelli di inizio anno, al netto di qualche sbandata, senza registrare timori che i rendimenti vadano fuori mercato per via di tassi più elevati. Anche il dollaro tradisce qualche incertezza sulla possibilit­à che l’economia a stelle strisce acceleri portandosi dietro il biglietto verde; o meglio, è soggetto a prese di profitto che non si vedono sulle azioni. La pubblicazi­one dei verbali dell’ultima riunione della Banca Centrale Europea, che rivelano l’intenzione di tenere la barra dritta sugli stimoli monetari, non ha favorito la competitiv­ità dell’euro, che ha ripreso terreno sul dollaro. Invece l’accenno, registrato nello stesso incontro della Bce, a una maggiore flessibili­tà negli acquisti delle emissioni governativ­e nell'ambito del piano ultra-espansivo, ha riportato denaro sulle obbligazio­ni della periferia dell'Eurozona e ha ridotto lo spread (il differenzi­ale di rendimento del Btp sul Bund che misura il premio richiesto dagli acquirenti per investire su titoli meno affidabili) sotto l’1,8% dopo un periodo in zona 2%.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy