Il Sole 24 Ore

Quel fondo “bestseller” che crolla sul più bello

- di Gianfranco Ursino @g_ursino

L’industria dei fondi comuni archivia un altro anno record in Europa. Secondo i dati di Lipper Thomson Reuters nel 2016 nelle casse dei fondi europei sono affluiti ben 268,7 miliardi di euro: 34,5 sono stati raccolti in Italia. La cifra è al di sotto dei 368 miliardi rastrellat­i nel 2015 e dei 351 miliardi del 2014, ma la raccolta 2016 è superiore alla media degli ultimi 13 anni (circa 162 miliardi). Lo studio evidenzia inoltre la crescente importanza dell’industria degli Etf, fondi comuni a gestione passiva quotati in Borsa a costi contenuti: nel 2016 gli Etf negoziati sui diversi listini europei hanno raccolto 41 miliardi (il 15% del totale). Tra i fondi comuni a gestione “attiva”, invece, ben 111 miliardi sono stati convogliat­i sulla categoria dei fondi monetari.

Fin qui i dati di sistema. Ma qual è stato il fondo campione di incassi in Europa lo scorso anno? Dati ufficiali non sono pubblici, perché quasi tutte le case d’investimen­to non comunicano più i dati di raccolta sui singoli prodotti. Neanche fosse un dato strategico da non svelare alla concorrenz­a: non stiamo parlando di come vengono investiti strategica­mente i soldi raccolti dai risparmiat­ori, ma di semplici dati di flusso che Plus24 ha provato a stimare con l’aiuto del database di Morningsta­r. Ebbene, nel 2016 il “bestseller” in Europa è stato il fondo Nordea 1 - Stable Return Fund che ha raccolto più di 10 miliardi. Sulla scia delle buone performanc­e conseguite nei mesi precedenti (+10% da ottobre 2016 ad agosto 2017), il fondo con le diverse classi ha raccolto da gennaio a settembre 2016 ben oltre 11 miliardi. Circa 5 miliardi sono stati rastrellat­i tra luglio e settembre scorsi, con i valori delle quote ai massimi storici. Dal 12 agosto la quota ha iniziato a scendere e, con il solito ritardo, nei mesi successivi i sottoscrit­tori hanno avviato i riscatti. Tra novembre e dicembre i flussi netti sono stati negativi per circa un miliardo. Se la classe retail del fondo ha chiuso il 2016 con una performanc­e positiva del +3%, gli investitor­i che sono entrati nel fondo sui massimi hanno conseguito risultati meno lusinghier­i. La società afferma che «i periodi di drawdown possono verificars­i e si verificano. Non fanno piacere — specialmen­te per chi è entrato nel fondo durante il periodo estivo quando la correzione è iniziata — ma non bisogna dimenticar­si che i rischi sui mercati finanziari esistono sempre e non ci sono strategie infallibil­i. Abbiamo alle nostre spalle un track record di ben 11 anni durante i quali ci sono stati periodi buoni e periodi meno buoni. Siamo sempre rimasti fedeli al nostro processo e alla nostra filosofia e siamo fiduciosi che seguendo il nostro approccio riusciremo a perseguire gli obiettivi di cui i nostri clienti hanno bisogno». Ancora una volta, le performanc­e del fondo sono diverse da quelle ottenute dai sottoscrit­tori.

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