Recordati amplia la sfida nelle malattie «rare» Nel piano d’impresa anche la leva dell’M&A
Nei farmaci «orfani» Asia/Pacifico nel radar - Focus su Usa ed emerging Target di piano elevati? Per l’azienda sono ragionevoli e raggiungibili
Proseguire nella diversificazione e sviluppo del portafoglio dei farmaci: sia attraverso la crescita organica che quella per linee esterne. Ancora: continuare nella spinta nel settore delle malattie orfane. Inoltre: sfruttare la leva dell’M&A. Sono tra le priorità di Recordati, indicate nello stesso piano d’impresa 2017-2019, a sostegno del business. Un’attività che, a ben vedere, nel 2016 ha visto i ricavi e la redditività salire. Al di là, però, dell’andamento del business il gruppo è, per l’appunto, focalizzato anche sull’M&A. Una strategia, rispetto alla quale, il risparmiatore rileva il rischio di diluizione dei margini legato allo shopping stesso. Recordati rigetta il timore. In primis, viene sottolineato, nel passato sono state concretizzate diverse operazioni. Nonostante questo, però, la marginalità è comunque salita. Il track record aziendale insomma, afferma il gruppo, dimostra la capacità d’integrare con efficienza le nuove realtà. Ciò detto, aggiunge la società, la strategia è guardare a target medio-piccoli (non trasformativi del business) con attività già accrescitive che non richiedono turnaround. Certo: possono esserci costi non ricorrenti che impattano i margini. Ma l’effetto, viene ricordato, è solo di brevissimo periodo. In conclusione, quindi, Recordati non vede alcun particolare problema rispetto all’M&A e alla diluizione dei margini.
Proseguire nella diversificazione e sviluppo del portafoglio dei farmaci: sia attraverso la crescita organica che quella per linee esterne. Ancora: continuare nella spinta nel settore delle malattie orfane. Inoltre: sfruttare la leva dell’M&A. Sono tra le priorità di Recordati, indicate nello stesso piano d’impresa 2017-2019, a sostegno del business.
L’attività, a ben vedere, nel 2016 ha visto i ricavi e la redditività salire. Il fatturato consolidato si è assestato a 1,154 miliardi in crescita del 10,1% rispetto al 2015 (il 2,6% dell’incremento è da attribuirsi alle acquisizioni). L’utile operativo, dal canto suo, è stato di 327,4 milioni a fronte dei 278,5 milioni dell’esercizio precedente.
Si tratta di una dinamica estemporanea? La risposta è negativa. Il gruppo, guardando ad esempio agli ultimi 6 anni, è caratterizzato da un andamento di crescita. Nel 2011 i ricavi netti erano 762 milioni. Poi: nel 2014 la prima riga di bilancio ha toccato 987,4 milioni per, infine, arrivare oltre 1,15 miliardi del 2016. Ciò che, tuttavia, appare più rilevante riguarda la marginalità. L’Ebit margin, cioè il rapporto tra utile operativo e ricavi, era il 21,5% nel 2011. Nel biennio successivo l’indicatore è risultato inferiore (20,2% nel 2012 e 20,8% nel 2013). Di lì in poi, però, il margine è stato maggiore ed è sempre salito, passando dal 23,4% (2014) al 28,4% dell’ultimo anno.
Il trend, tra le altre cose, è stato aiutato dall’M&A che, per l’appunto, rimane uno dei focus aziendali. L’espansione aziendale prevista dal business plan, infatti, sarà soprattutto organica ma prevede anche il contributo dello shopping.
Già, lo shopping: quale allora la strategia, riguardo ai diversi mercati, su questo fronte? In Paesi occidentali del Vecchio continente, quali Francia o Germania, l’obiettivo dell’eventuale M&A è contribuire ad una più alta crescita rispetto al mercato locale. In Polonia, invece, il target è dare una mano a raggiungere la giusta massa critica del business. In Gran Bretagna, poi, la possibile acquisizione dovrebbe supportare l’espansione della cariprazina (antipsicotico contro la schizofrenia), la cui approvazione definitiva dell’European medicines agency (Ema) è attesa nella seconda metà del 2017. Un po’ diverso, infine, il discorso sull’Asia-Pacifico. Qui l’intenzione è crescere nelle «orphan drugs», attribuendo al settore una valenza «globale». In tal senso è entrato a far parte di Recordati un manager che, basato a Kuala Lumpur in Malaysia, ha il compito di realizzare un business plan per l’area. La crescita, nell’ipotesi vengano individuate le giuste opportunità, avverrà soprattutto per linee interne (attraverso start up locali). E, tuttavia, non è da escludersi lo stesso M&A.
Shopping che, all’interno della crescita media annua complessiva stimata intorno all’8%, reciterà per l’appunto il suo ruolo. Dovrebbe contribuire, infatti, per circa il 3%. E questo, salvo eccezioni, a partire dal 2018.
Insomma, tutto rose fiori? La realtà è più complessa. Il risparmiatore, in tal senso, pone un dubbio. Nel business plan 2017-2019 Recordati ha indicato che i margini raggiunti nel 2016 sono sostenibili nell’intero arco di piano. Un periodo dove, come indicato, l’M&A ha una sua valenza. Ebbene: il timore è che il rischio d’esecuzione, legato alle operazioni straordinarie, possa essere diluitivo dei margini stessi. E, di conseguenza, l’obiettivo indicato nel business plan non così facile da perseguire
Recordati rigetta il timore. In primis, viene sottolineato, nel passato sono state concretizzate diverse operazioni. Nonostante questo, però, la marginalità è comunque salita. Il track record aziendale insomma, afferma il gruppo, dimostra la capacità d’integrare con efficienza le nuove realtà. Ciò detto, aggiunge la società, la strategia è guardare a target medio-piccoli (non trasformativi del business) con attività già accrescitive che non richiedono turnaround. Certo: possono esserci costi non ricorrenti che impattano i margini. Ma l’effetto, viene ricordato, è solo di brevissimo periodo. In conclusione, quindi, Recordati non vede alcun particolare problema rispetto all’M&A e alla diluizione dei margini.
Ma non è solo questione di acquisizioni. Il gruppo farmaceutico è una multinazionale. Con il che la sua presenza è articolata su differenti mercati. Su questo fronte, confrontando gli ultimi tre esercizi, salta all’occhio soprattutto una dinamica: l’incremento del peso degli Stati Uniti sui ricavi totali. L’andamento è destinato a proseguire? La risposta, visto anche e soprattutto che negli Usa la società è focalizzata su di un settore cui punta molto (i farmaci orfani), è positiva.
Al che il risparmiatore, di fronte all’elezione di Donald Trump a 45° presidente Usa, fa però un ragionamento: le mosse annunciate della nuova amministrazione, tra cui la riduzione dell’Obamacare, potrebbero avere un impatto sul business aziendale. La considerazione, a ben vedere, rebus sic stantibus pare eccessiva. In primis perchè bisogna vedere cosa realmente la Casa Bianca concretizzerà. E poi perchè, indicano alcuni esperti, la presenza su aree di nicchia (malattie rare) dovrebbe mettere al riparo Recordati. Gli eventuali interventi (se ci saranno) dovrebbero riguardare il biotech, il primary care (medicine prescritte dal medico di base) oppure le specialità.
Fin qui gli Usa. Ma gli altri mercati? Nel business plan, oltre allo sviluppo/consolidamento in Europa e alla nuova frontiera dell’Asia-Paci- fico, è sottolineata la crescita a doppia cifra negli emerging, in particolare in Russia e Turchia. Al che sorge una considerazione: il secondo Paese in oggetto, a fronte dei drammatici avvenimenti del 2016, costituisce il tipico esempio di rischio geo-politico per qualsiasi tipologia di business. Il dubbio è che possa esserci un particolare impatto sull’attività di Recordati. La società non condivide il timore. In Stati in via di sviluppo, viene sottolineato, il miglioramento delle condizione sanitarie implica l’incremento della domanda di farmaci. Ebbene: la dinamica, sottolinea Recordati, contraddistingue anche la Turchia. Lo scorso anno, nonostante la forte svalutazione della moneta locale, i ricavi (analogamente alla Russia) sono saliti. Cioè: la crescente richiesta di medicine ha spinto i volumi. I quali hanno più che controbilanciato il ribasso della divisa locale. Il trend, è l’indicazione, dovrebbe replicarsi anche negli anni a venire. Oltre a ciò la Turchia, al di là dei terribili recenti avvenimenti, punta molto sugli investimenti internazionali. In conclusione, quindi, Recordati non vede, analogamente alla Russia, alcun problema specifico per la crescita del business.
Già, il business. Grande parte dell’attività, ovviamente, è rappresentata dallo sviluppo e diversificazione del portafoglio dei farmaci. In tal senso diversi sono i medicinali considerati key driver. Tra gli altri: Urorec, contro l’iperplasia prostatica benigna, che nel 2019 è atteso a vendite oltre 100 milioni. Poi c’è Livazo, che combatte il colesterolo, rispetto al quale ci si attende una crescita a doppia cifra nell’arco di piano. Ancora: non vanno dimenticati Reagila (vale a dire la già menzionata cariprazina) e il Fortacin. Quest’ultimo, a ben vedere, è una molecola contro l’eiaculazione precoce che, da un lato, dovrebbe essere lanciata sul mercato nel 2017; e, dall’altro, potrebbe raggiungere un picco di vendite compreso nella forchetta tra 20 e 30 milioni. Riguardo, invece, allo «storico» anti-ipertensivo «lecardinipina» sia nella forma dello Zanidip che dello Zanipress? Con riferimento al primo la società indica che i ricavi sono attesi stabili intorno ai 110 milioni. Mentre il secondo dovrebbe, al 2019, subire un impatto dalla competizione dei generici limitato al 30% delle vendite. Nel complesso, quindi, le due medicine vanno «stabilizzandosi» e il loro fatturato complessivo, a fine del piano, è stimato tra 160 e 165 milioni.
In un simile contesto, senza peraltro dimenticare l’importante business dei farmaci da banco, Recordati nel piano d’impresa ha indicato diversi target finanziari. Tra questi: a fine 2017 circa 1,22 miliardi di ricavi e intorno a 365 milioni di Ebit. Per il 2019, invece, il fatturato dovrebbe essere circa 1,45 miliardi e l’utile netto intorno a 325 milioni.
Obiettivi eccessivamente alti? Recordati risponde di no. Certo: si tratta di target sfidanti. E tuttavia sono assolutamente raggiungibili. Obiettivi basati su precise, e ben individuate, strategie.
SCENARIO Nel 2016 ricavi e redditività in rialzo Dall’M&A il rischio diluizione dei margini La società dice che il suo track record mostra la capacità d’integrare con efficacia le nuove realtà, spingendo la redditività