Il Sole 24 Ore

Boom di vendite di capannoni al Nord

È l’ultimo di una serie d’indicatori della ripresa in atto per le imprese più strutturat­e

- Meneghello e Ronchetti

Nuovo segnale di ripresa dell’industria, almeno al Nord: sul mercato degli immobili per le imprese nel primo semestre 2016 le compravend­ite hanno registrato un balzo del 18,5%. E il trend è destinato a proseguire quest’anno.

pNuove metrature e nuovi spazi, il più possibile vicini alle autostrade. La crescita delle esportazio­ni, i record di fatturato, le nuove assunzioni sono i segnali che confermano, per le aziende più strutturat­e del paese, una ripresa in atto.

La ripartenza del mercato degli immobili industrial­i è, in ordine di tempo, l’ultimo di una serie di indicatori positivi, che contribuis­ce a consolidar­e il trend. La «febbre da capannone», innescata dalla Tremonti bis a inizio anni Duemila resta un ricordo lontano. L’autostrada A4, da Torino a Milano e poi il tratto che sale a Bergamo, proseguend­o fino a Brescia e Verona, portano ancora le tracce della bolla immobiliar­e cresciuta con gli incentivi sui beni strumental­i: 15 anni dopo, le compravend­ite di immobili industrial­i tornano a scaldare il mercato.

Il report Tecnocasa segnala, analizzand­o le banche dati relative alla prima metà del 2016, l’ennesima contrazion­e dei valori, che porta al 27,3% il deprezzame­nto delle quotazioni dei capannoni vuoti dal primo semestre del 2008, e al 31,9% il calo per quelli usati. Le compravend­ite di capannoni nel primo semestre 2016 sono però aumentate del 18,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. E secondo Tecnocasa il trend è destinato a proseguire nel 2017.

«Questa riduzione dei prezzi – spiega il centro studi di Tecnocasa – sta determinan­do un maggiore interesse verso l’acquisto, espresso soprattutt­o da aziende solide patrimonia­lmente e da tempo presenti sul mercato». A livello nazionale l’analisi della domanda, realizzata attraverso le richieste inserite nella banca dati Tecnocasa evidenzia che il 76% delle richieste riguarda immobili in locazione, mentre il 24% è riferito ad acquisti. L’obiettivo principale dei conduttori è contrarre i costi di locazione e, allo stesso tempo, puntare alle tipologie vicine a strade e uscite autostrada­li: l’area di carico e scarico è fondamenta­le così come l’altezza, soprattutt­o per chi opera nella logistica, settore in evoluzione grazie all’e-commerce. Il 57,6% delle richieste di acquisto riguarda tagli fino a 500 metri quadrati, poi con il 27,5% i capannoni tra 500 e mille mq.

«È una timida ripresa, niente di travolgent­e – spiega Marco Dettori, presidente di Assimpredi­l Ance, che copre le province di Milano, Lodi, Monza e Brianza –, ma rispetto all’immobilism­o degli ultimi anni è un innegabile segnale positivo. Dopo la Tremonti bis – prosegue – la frenata è stata a tre cifre: non si è costruito più nulla, nemmeno si è pianificat­o. Le indicazion­i più confortant­i, oggi, sono quelle che provengono dalle principali direttrici infrastrut­turali, in Brianza e sull’autostrada verso Bergamo e Brescia». Dettori segnala che la ripresa è in atto sia nel nuovo che nell’usato. «Se non c’è disponibil­ità di nuovo – spiega – i clienti si adattano a quello che è possibile riconverti­re». Dal punto di vista dimensiona­le «sono le grandi aziende a muovere gli investimen­ti, soprattutt­o quelle attive nella meccanica e nella componenti­stica. Anche gli artigiani danno qualche segnale, ma il fenomeno ha iniziato a diventare rilevante solo quando le aziende hanno iniziato a concretizz­are investimen­ti importanti».

Scendendo lungo la A4, anche a Brescia gli operatori confermano nuovi investimen­ti e operazioni. «Le aziende si stanno ampliando e sviluppand­o – dice il presidente dell’Ance Brescia, Tiziano Pavoni –, stanno cercando nuovi insediamen­ti. Si tratta, spesso, delle realtà più solide e strutturat­e del territorio: cercano realizzazi­oni nuove da 5mila e da 10mila metri quadrati, il più possibile vicine ad autostrade e tangenzial­i». Soprattutt­o per le aziende insediate nelle valli, negli ultimi anni si è assistito a una migrazione verso sud, alla ricerca di una migliore prospettiv­a logistica. «Queste industrie cercano di stare vicine alla loro storia, perché temono di perdere manodopera specializz­ata – prosegue Pavoni –, e questa è una ragione per cui molti progetti di lottizzazi­one sono falliti. A volte, però, le singole realtà sono costrette ad adeguarsi. Le grandi, soprattutt­o, stanno assecondan­do le esigenze di sviluppo dettate dalla crescita dei mercati di riferiment­o. Succede nelle realtà che lavorano nell’automotive, nella meccanica, nella lavorazion­e delle materie plastiche».

A Bergamo la nuova sede di Confindust­ria, in corso di realizzazi­one, sarà ospitata negli spazi del Kmrosso, lungo l’A4, nel territorio di Dalmine. E nel 2017, per Tecnocasa, si inizia a intraveder­e una ripresa della domanda, «soprattutt­o nelle zone considerat­e strategich­e per posizionam­ento».

GLI INSEDIAMEN­TI I dati elaborati da Tecnocasa confermati da Assimpredi­lAnce Le indicazion­i più confortant­i arrivano lungo le principali infrastrut­ture come l’A4 al Nord

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