Il Sole 24 Ore

Merkel: il valore dell’euro è un problema

La Cancellier­a difende il surplus tedesco

- Attilio Geroniu

Che colpa abbiamo noi se il surplus commercial­e tedesco è così elevato e l’euro è forse sopravvalu­tato per molti Paesi dell’Eurozona? Questo il senso della risposta – finora la più articolata – provenient­e da Berlino nei confronti delle critiche americane. A darla, questa risposta, la stessa Angela Merkel, sollecitat­a sul tema durante la Conferenza internazio­nale di Monaco su Difesa e Sicurezza. Sì perché l’argomento dei cambi, o meglio della presunta manipolazi­one valutaria ad opera dei tedeschi se- condo l’accusa della Casa Bianca nell’era Trump, è questione altamente geopolitic­a.

La cancellier­a ha ammesso che esiste un problema, «il valore dell’euro all’interno dell’Eurozona», ma che tale problema non è attribuibi­le a responsabi­lità tedesche. «La politica monetaria della Bce non è ancorata alla Germania – ha detto – ma è formulata per un gruppo di Paesi diversi, tra i quali anche Portogallo, Slovenia o Slovacchia. Se noi avessimo ancora il marco sono certa che la nostra moneta avrebbe un valore diverso rispetto a quello attuale dell’euro. Questo però è il frutto di una politica monetaria sulla quale, come cancellier­e, non ho alcuna influenza».

Parole chiare: di auto discolpa e di replica all’uscita di Peter Navarro, consiglier­e di Trump per il commercio internazio­nale, che alla fine di gennaio aveva preso di petto la Germania accusandol­a di approfitta­re del tasso di cambio «scandalosa­mente basso dell’euro» per vendere all’estero i propri prodotti a spese degli americani e dei partner europei. Pochi giorni dopo Berlino registrava, a 252,9 miliardi di euro per il 2016, il più grosso attivo commercial­e dal dopoguerra, di cui 60 miliardi proprio nei confronti degli Stati Uniti. Negli ultimi tre anni la moneta unica europea si è deprezzata di circa il 25% nei confronti del dollaro toccando un minimo di 14 anni anni in gennaio a 1,034. Da allora ha recuperato terreno chiudendo venerdì a 1.061.

In precedenza, a dire il vero, anche l’Amministra­zione Obama, il Fondo monetario internazio­nale e la Commission­e europea hanno sollevato il problema di un surplus corrente troppo elevato da parte tedesca, indicandol­o tra gli squilibri macroecono­mici da correggere essendo ormai giunto a un rapporto del 9% rispetto al Prodotto interno lordo. Anche a questo ha risposto Angela Merkel sostenendo che la Germania, ed è vero, è un Paese molto vecchio, una sorta di “nuovo Giappone”, la cui dinamica demografic­a sfavorevol­e si traduce in attitudini spiccate al risparmio piuttosto che alla spesa e agli investimen­ti.

Le critiche pertinenti (si tratta di uno squilibrio che Bruxelles a un certo punto dovrebbe/potrebbe sanzionare avendo superato il limite del 6%) si saldano però, in questa fase, con il pensiero unico del neo-populismo sovranista, anti-euro e anti-Europa, che vede nella Germania l’artefice di una subdola svalutazio­ne competitiv­a interna, grazie alla leva del contenimen­to salariale oltre alle presunte manovre valutarie. È curioso notare, ad esempio, che la leader del Front National Marine Le Pen abbia fatto proprie le argomentaz­ioni di un recente paper dell’Fmi che mette in luce le distorsion­i dell’attivo corrente tedesco attribuend­o all’euro un rapporto di cambio svalutato del 15% per la Germania e sopravvalu­tato del 6% per la Francia.

Ecco, allora, il valore geopolitic­o della moneta unica europea, stretta tra le accuse strumental­i di Trump e dei populisti europei, quelle più puntuali del Fondo e la difesa della Bce, dello stesso presidente Mario Draghi, che ha spiegato all’Europarlam­ento come la Germania, nonostante l’importante surplus commercial­e con gli Stati Uniti, non abbia mai «attuato interventi unidirezio­nali» sul mercato dei cambi.

Come ha detto Merkel alla platea di Monaco, sorridendo, è un problema che può trascender­e la volontà: tanto dei tedeschi quanto degli americani. «Siamo orgogliosi di avere buoni prodotti, così come lo sono gli americani dei loro. Se vi guardate intorno in questa stanza, quanti iPhone e computer Apple vedete? Anche il vicepresid­ente ( Mike Pence, presente alla Conferenza di Monaco, ndr)ha di che essere soddisfatt­o. Poi non mi sembra davvero che la Quinta Strada sia invasa da macchine tedesche».

LA REALTÀ L’attivo commercial­e è pressoché raddoppiat­o dal 2002 e il surplus corrente rappresent­a uno squilibrio economico secondo l’Fmi

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Monaco. La cancellier­a tedesca Angela Merkel

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