Il Sole 24 Ore

Pence: «Usa fedeli alla Nato»

Mosca annuncia ritiro delle armi e tregua in Ucraina da domani

- Gianluca Di Donfrances­co

p «Per conto del presidente Trump, vi garantisco che gli Stati Uniti sostengono con decisione la Nato e saranno irremovibi­li nei loro impegni verso gli alleati». È la stessa forza delle parole usate dal vice presidente Usa, Mike Pence, a rimarcare quanto appaia incerta e preoccupan­te la politica estera americana agli occhi dei suoi storici partner. Parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, davanti a un centinaio tra ministri degli Esteri e della Difesa e capi di Stato, ieri Pence ha cercato di spegnere i timori accesi dalle critiche di Donald Trump nei confronti dell’«obsoleta» alleanza.

È questa la missione del viaggio di Pence in Europa, arricchito da un bilaterale con la cancellier­a tedesca Angela Merkel, durante il quale si è discusso anche di Ucraina, Siria e Libia: il primo contatto ad alto livello da quando si è insediata l’amministra­zione Trump. Da Monaco, Pence si sposterà a Bruxelles, dove domani vedrà il presidente della Commission­e Ue Jean-Claude Juncker, la responsabi­le per la Politica estera comune, Federica Mogherini, e il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk.

Dopo il tifo per la Brexit (Trump) e la previsione che altri Paesi seguiranno l’esempio (ancora Trump) e dopo l’accostamen­to tra l’«antidemocr­atica e antiameric­ana» Ue all’Unione Sovietica (Ted Malloch, ambasciato­re Usa designato a Bruxelles), in molti si augurano l’ennesima correzione di rotta: come ha esemplific­ato il presidente della Conferenza di Monaco, Wolfgang Ischinger, la speranza a Bruxelles è che Pence chiarisca che il Governo Usa non si pone l’obiettivo di smembrare l’Unione Europea. Qualcuno, in realtà, si aspettava un cenno già ieri, come il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault, che ha affidato a Twitter il proprio disappunto. Mentre parlamenta­ri Usa presenti alla Conferenza hanno affermato che ormai a Washington ci sono due governi, quello di Trump e quello dei suoi più importanti ministri.

Pence ha sentito il bisogno di ribadire che gli Usa «sono e saranno sempre il più grande alleato dell’Europa», proseguend­o il tentativo di riallineam­ento su posizioni più coerenti con sette decenni di politica estera americana, rafforzato dallo scandalo che ha portato alle dimissioni del consiglier­e per la Sicurezza nazionale, Michael Flynn (lunedì), travolto dalle rivelazion­i sui contatti con l’ambasciato­re russo a Washington. Nel Trump-team, Flynn era il più convinto sostenitor­e dell’avviciname­nto a Mosca.

Al di là delle parole, saranno i fatti a dire da che parte sta Trump, che sulla questione israelo-palestines­e non si è fatto scrupolo di rovesciare l’indirizzo seguito dagli Usa dagli anni 90: due popoli, due Stati.

La visita di Pence si chiuderà con l’incontro con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenber­g. Ieri, il vice-presidente non ha mancato di rimarcare che gli Stati Uniti si accollano circa il 70% del bilancio dell’Alleanza e che solo altri quattro membri del Patto rispettano il target di spesa per la difesa, fissato al 2% del Pil. Un richiamo a fare di più che ribadirà nel quartier generale dell’Alleanza. Prima di Pence, sul palco della Conferenza di Monaco è salita Angela Merkel, che ha difeso con forza il multilater­alismo e ha affermato che la sfida al terrorismo non si vince «acquistand­o più armi».

Anche sui rapporti con Mosca e sulla crisi in Ucraina, Pence ha riportato indietro le lancette della politica estera americana rispetto alle promesse di Trump, assicurand­o che gli Usa «continuera­nno a richiamare la Russia alle sue responsabi­lità, anche se stiamo cercando un nuovo terreno comune». Parole che hanno deluso Mosca, anche se in serata il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, al termine di un vertice con Germania, Francia e Ucraina, ha annunciato il cessate il fuoco tra truppe regolari e separtisti filorussi e il ritiro degli armamenti pesanti a partire da domani, come previsto dagli accordi di Minsk del 2015, rimasti finora sulla carta. Meno convinto il ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin, che si è detto «per niente» soddisfatt­o dall’incontro.

«SAREMO SEMPRE CON VOI» Dopo la Conferenza di Monaco e il bilaterale con la Merkel, domani l’incontro con i vertici delle istituzion­i comunitari­e

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