Il Sole 24 Ore

La prosperità nazionale non salva i poveri

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«Voi non sapete – disse Sissy, quasi piangendo – quanto sono stupida. A scuola non faccio altro che sbagliare. Mr. e Mrs. M’Choakumchi­ld mi richiamano, più e più volte, per i miei errori. Non posso fare a meno di farli. Mi vengono spontanei». (Louisa): «Mr. e Mrs. M’Choakumchi­ld non fanno mai errori loro, suppongo, Sissy?». «O no!», lei rispose, con slancio – «loro sanno tutto».

«Parlami dei tuoi errori» – «Quasi mi vergogno» – disse Sissy, con riluttanza – «ma oggi, per esempio, Mr. M’Choakumchi­ld ci stava spiegando la Prosperità Naturale» – «Nazionale, penso abbia detto» – osservò Louisa. «Sì, è così. Ma non è la stessa cosa?». «É meglio che tu dica Nazionale, se lui ha detto così», la riprese Louisa, con distaccato riserbo.

«Prosperità nazionale. E lui ha detto. Ora, questa classe è una Nazione. E in questa nazione ci sono soldi per 50 milioni. Non è forse una nazione prospera? Ragazza numero venti (Sissy), non è questa una nazione ricca e non vivi tu in uno Stato che prospera?». «Che cosa hai detto?», chiese Louisa. «Miss Louisa, ho detto che non lo sapevo. Non potevo sapere se questa era una nazione ricca o no e se io vivevo in uno Stato che prospera o no, a meno che io sapessi chi aveva quei soldi e se a me ne venissero. Ma questo non aveva niente a che fare con i numeri», disse Sissy asciugando le lacrime.

«Questo è stato uno sbaglio da parte tua», osservò Louisa. «Sì, Miss Louisa, ora lo so. Poi Mr. M’Choakumchi­ld disse che mi avrebbe fatto un’altra domanda. E disse: questa classe è un’immensa città, e den- tro ci sono un milione di abitanti, e solo 25 muoiono di fame nella strada, nel corso di un anno. Che cosa pensate di questa proporzion­e? E quello che dissi – non riuscivo a pensare a una risposta migliore – è che deve essere stato duro per coloro che morivano di fame, sia che gli altri fossero un milione o un milione di milioni. E anche questo era sbagliato». «Certo che era sbagliato». “Poi Mr. M’Choakumchi­ld mi disse che avrebbe provato ancora con un’altra domanda. E disse, ecco le strampisti­che...» – «Statistich­e», disse Louisa. «Sì, Miss Louisa, mi confondo sempre, e questo è un altro dei miei sbagli – le statistich­e degli incidenti in mare. E io rilevo (disse Mr. M’Choakumchi­ld) che in un dato periodo centomila persone hanno intrapreso lunghi viaggi per mare, e solo cinquecent­o di questi sono annegati o sono morti per incendi. Qual è la percentual­e? E io dissi, Miss – e qui Sissy quasi singhiozza­va, mentre confessava con grande contrizion­e il suo sbaglio più grande – che non era niente». «Niente, Sissy?». «Niente, Miss, per i parenti e gli amici di coloro che morirono. Io non imparerò mai – disse Sissy – e il peggio è che, benché il mio povero padre voleva tanto che io imparassi, e benché io sia così desiderosa di imparare, perché lui lo voleva, temo che non mi piaccia».

Louisa guarda alla piccola e modesta testolina, che si chinava...

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«Tempi difficili» , di Charles Dickens, Feltrinell­i, 2015

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