Dis-coll «strutturale» da luglio
La Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per i collaboratori, prorogata fino al 30 giugno dal decreto « Milleproroghe », diventerà strutturale. Con l’obiettivo di dare tutela, a regime, a circa 12mila co.co.co., anche a progetto, l’anno. La copertura arriverà da un innalzamento dell’aliquota per le prestazioni assistenziali degli iscritti alla gestione separata (oggi pari allo 0,72%), mentre non verrà toccata l’aliquota previdenziale, che è stata congelata al 25 per cento.
I tecnici di palazzo Chigi e ministero del Lavoro, d’accordo con il relatore, presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, stanno ultimando un pacchetto di emendamenti al Ddl su lavoro autonomo e smart-work da presentare la prossima settimana (domani ci sarà un ultimo incontro politico con il sottosegretario, Luigi Bobba).
La Dis-coll, introdotta in via spe- rimentale nel 2015, ed estesa nel 2016, è scaduta a dicembre. Con un emendamento della senatrice Annamaria Parente, nel decreto «Milleproroghe», sono stati stanziati 19,2 milioni per confermare l’ammortizzatore fino a giugno.
Ora si renderà strutturale: con due emendamenti, a firma Cesare Damiano. Il primo riguarda l’articolo 6 del Ddl, con le deleghe al governo in materia di sicurezza e protezione sociale delle professioni ordinistiche: l’emendamento estenderà le prestazioni anche ai professionisti non iscritti agli ordini (vale a dire, le partite Iva esclusive - il governo stima di ampliare le protezioni a più di 300mila persone). Per finanziare la misura si interverrebbe sulle aliquote assistenziali degli iscritti alla gestione separata. Oggi l’aliquota contributiva per tutti i professionisti è stata sterilizzata al 25 per cento. Accanto a questa, che non verrebbe toccata dall’intervento, c’è poi l’aliquota assistenziale pari allo 0,72 per cento. Questa soglia salirebbe di 0,44 punti, per arrivare a 1,16 per cento; e con le risorse liberate si allargherebbero, per gli iscritti, le misure di welfare, dalla maternità alla malattia. Sono esclusi i professionisti titolari di pensioni o iscritti anche ad altre gestioni previdenziali obbligatorie.
Con il secondo emendamento (fuori dalla delega al governo), si prevede invece la messa a regime dal 1° luglio della Dis-coll. «Presenterò i due emendamenti - annuncia Damiano - su cui presumo ci sarà un accordo con il governo, in particolare con il ministero del Lavoro».
I tecnici dell’esecutivo stareb- bero pensando anche ad ampliare il raggio d’azione della Dis-coll ad assegnisti di ricerca e dottorandi (finora esclusi).
«La messa a regime della Discoll è un altro passo nella direzione dell’universalizzazione delle tutela iniziato con il Jobs act - commenta il capo del team economico di palazzo Chigi, Marco Leonardi -. Del resto, dopo la stretta normativa sulle false collaborazioni, i numeri dei veri professionisti si stanno riducendo, e quindi è giusto che anche questa fetta di lavoratori, in caso di difficoltà, meriti protezione».
Altri emendamenti su cui si registra una convergenza di massima con il governo riguardano l’articolo 11 del Ddl che promuove la partecipazione dei lavoratori autonomi e dei professionisti ad appalti pubblici e bandi. Qui, in particolare, si farebbe riferimento specifico «agli appalti di servizi» (per evitare confusioni interpretative, e possibili penalizzazioni per le imprese).
Inoltre, in tema di tutela della gravidanza (articolo 13) e della possibilità della lavoratrice autonoma, previo consenso del committente, di farsi sostituire da un familiare, si prevede la sostituzione da parte di un altro professionista che svolga la stessa professione.
Si toccherà anche la norma sullo smart-work: la modalità di prestazione di lavoro agile rimane liberamente negoziabile tra datore e lavoratore. Si chiarirebbe soltanto che, in caso di regolamentazione dello smart work da parte del contratto collettivo nazionale, la pattuizione a livello aziendale dovrà rispettare la normativa fissata nel Ccnl.
Se non ci saranno altre sorprese, il provvedimento è atteso in Aula alla Camera a inizio marzo. Dovrà poi tornare al Senato per l’ok definitivo. «Gli ostacoli politici si stanno superando - evidenzia il presidente di Anpal, e autore del Ddl, Maurizio Del Conte -. Sono convinto che adesso si viaggerà spediti. Il provvedimento estende diritti e tutele a oltre 2 milioni di professionisti. Non possiamo farli ancora aspettare».
LA SCELTA Per finanziare la misura l’aliquota assistenziale a carico dei collaboratori potrebbe aumentare dallo 0,72 all’1,16 per cento