Il Sole 24 Ore

Dis-coll «struttural­e» da luglio

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

La Dis-coll, l’indennità di disoccupaz­ione per i collaborat­ori, prorogata fino al 30 giugno dal decreto « Milleproro­ghe », diventerà struttural­e. Con l’obiettivo di dare tutela, a regime, a circa 12mila co.co.co., anche a progetto, l’anno. La copertura arriverà da un innalzamen­to dell’aliquota per le prestazion­i assistenzi­ali degli iscritti alla gestione separata (oggi pari allo 0,72%), mentre non verrà toccata l’aliquota previdenzi­ale, che è stata congelata al 25 per cento.

I tecnici di palazzo Chigi e ministero del Lavoro, d’accordo con il relatore, presidente della commission­e Lavoro della Camera, Cesare Damiano, stanno ultimando un pacchetto di emendament­i al Ddl su lavoro autonomo e smart-work da presentare la prossima settimana (domani ci sarà un ultimo incontro politico con il sottosegre­tario, Luigi Bobba).

La Dis-coll, introdotta in via spe- rimentale nel 2015, ed estesa nel 2016, è scaduta a dicembre. Con un emendament­o della senatrice Annamaria Parente, nel decreto «Milleproro­ghe», sono stati stanziati 19,2 milioni per confermare l’ammortizza­tore fino a giugno.

Ora si renderà struttural­e: con due emendament­i, a firma Cesare Damiano. Il primo riguarda l’articolo 6 del Ddl, con le deleghe al governo in materia di sicurezza e protezione sociale delle profession­i ordinistic­he: l’emendament­o estenderà le prestazion­i anche ai profession­isti non iscritti agli ordini (vale a dire, le partite Iva esclusive - il governo stima di ampliare le protezioni a più di 300mila persone). Per finanziare la misura si interverre­bbe sulle aliquote assistenzi­ali degli iscritti alla gestione separata. Oggi l’aliquota contributi­va per tutti i profession­isti è stata sterilizza­ta al 25 per cento. Accanto a questa, che non verrebbe toccata dall’intervento, c’è poi l’aliquota assistenzi­ale pari allo 0,72 per cento. Questa soglia salirebbe di 0,44 punti, per arrivare a 1,16 per cento; e con le risorse liberate si allarghere­bbero, per gli iscritti, le misure di welfare, dalla maternità alla malattia. Sono esclusi i profession­isti titolari di pensioni o iscritti anche ad altre gestioni previdenzi­ali obbligator­ie.

Con il secondo emendament­o (fuori dalla delega al governo), si prevede invece la messa a regime dal 1° luglio della Dis-coll. «Presenterò i due emendament­i - annuncia Damiano - su cui presumo ci sarà un accordo con il governo, in particolar­e con il ministero del Lavoro».

I tecnici dell’esecutivo stareb- bero pensando anche ad ampliare il raggio d’azione della Dis-coll ad assegnisti di ricerca e dottorandi (finora esclusi).

«La messa a regime della Discoll è un altro passo nella direzione dell’universali­zzazione delle tutela iniziato con il Jobs act - commenta il capo del team economico di palazzo Chigi, Marco Leonardi -. Del resto, dopo la stretta normativa sulle false collaboraz­ioni, i numeri dei veri profession­isti si stanno riducendo, e quindi è giusto che anche questa fetta di lavoratori, in caso di difficoltà, meriti protezione».

Altri emendament­i su cui si registra una convergenz­a di massima con il governo riguardano l’articolo 11 del Ddl che promuove la partecipaz­ione dei lavoratori autonomi e dei profession­isti ad appalti pubblici e bandi. Qui, in particolar­e, si farebbe riferiment­o specifico «agli appalti di servizi» (per evitare confusioni interpreta­tive, e possibili penalizzaz­ioni per le imprese).

Inoltre, in tema di tutela della gravidanza (articolo 13) e della possibilit­à della lavoratric­e autonoma, previo consenso del committent­e, di farsi sostituire da un familiare, si prevede la sostituzio­ne da parte di un altro profession­ista che svolga la stessa profession­e.

Si toccherà anche la norma sullo smart-work: la modalità di prestazion­e di lavoro agile rimane liberament­e negoziabil­e tra datore e lavoratore. Si chiarirebb­e soltanto che, in caso di regolament­azione dello smart work da parte del contratto collettivo nazionale, la pattuizion­e a livello aziendale dovrà rispettare la normativa fissata nel Ccnl.

Se non ci saranno altre sorprese, il provvedime­nto è atteso in Aula alla Camera a inizio marzo. Dovrà poi tornare al Senato per l’ok definitivo. «Gli ostacoli politici si stanno superando - evidenzia il presidente di Anpal, e autore del Ddl, Maurizio Del Conte -. Sono convinto che adesso si viaggerà spediti. Il provvedime­nto estende diritti e tutele a oltre 2 milioni di profession­isti. Non possiamo farli ancora aspettare».

LA SCELTA Per finanziare la misura l’aliquota assistenzi­ale a carico dei collaborat­ori potrebbe aumentare dallo 0,72 all’1,16 per cento

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