Il Sole 24 Ore

Kraft-Unilever, il mercato punta sul rialzo dell’offerta

- Marco Valsania

K raft Heinz ha inaugurato una nuova, grande partita globale nel consolidam­ento del settore alimentare e del largo consumo. La sua offerta di rilevare la rivale anglo-olandese Unilever, seppur respinta, potrebbe aprire la strada a rilanci oltre i 143 miliardi di dollari messi sul tavolo. Ma anche, qualora fallisse, a un frenetico safari che metta in palio nuove prede sulla strada dei grandi manovrator­i dell'operazione, Warren Buffett e il private equity brasiliano 3G Capital che controllan­o il gruppo statuniten­se. Un safari dove in gioco sarebbero protagonis­ti forse più piccoli ma altrettant­o storici: da Campbell Soup a General Mills, da Kellogg a Mondelez.

Se l’acquisizio­ne andasse in porto, l’emergere di un nuovo gigante i nternazion­ale potrebbe a sua volta spingere questi e altri gruppi a considerar­e a loro volta merger per rafforzars­i e reggere la nuova battaglia concorrenz­iale. Pressioni a scendere in campo potrebbero emergere sugli stessi avversari globali di primo piano, quali il leader del settore Procter & Gamble e la Nestlè. Mondelez aveva già cercato di correre ai ripari fin dai mesi scorsi: a giugno aveva tentato di comprare la Hershey con l'obiettivo proprio di migliorare le proprie difese - aumentando le dimensioni - in caso di prevedibil­i avance di Kraft Heinz, considerat­a da tempo a caccia di operazioni. La scommessa finì però nel nulla, con Hershey che respinse più offerte e Mondelez costretta a ritirarsi.

Alle spalle di questo risiko è un settore sotto pressione, dove i gusti in rapida trasformaz­ione dei consumator­i soprattutt­o più giovani stanno scuotendo strategie affermate e dove la crescita globale ha frenato. L’unione tra Kraft e Heinz era già frutto di simili dinamiche: nel giro di due anni grazie a draconiane misure di riorganizz­azione, tagli dei costi e chiusure di impianti e licenziame­nti, la società ha risollevat­o il suo margine operativo al 23% dal 10 per cento. Una performanc­e rigenerata che l'ha trasformat­a in un credibile candidato per la conquista dalla più grande rivale Unilever, dove il margine ope- rativo rimane invece sotto il 15 per cento.

Assieme le due aziende potrebbero contare su un giro d’affari da quasi 90 miliardi di dollari l’anno, forte di marchi popolari da Ketchup a Dove, e di una presenza che alle radici nordameric­ane di Kraft Heinz affiancher­ebbe quelle sui mercati emergenti di Unilever. 3G Capital, in particolar­e, porterebbe in dote la sua vasta esperienza nel rivoluzion­are segmenti e colossi

LA TENDENZA Sia in caso di successo che di nuovo stop, il trend per il settore resta quello di avviare maxi-consolidam­enti

del largo consumo, con o senza il sostegno dell’alleato Buffett e della sua Berkshire Hathaway. Rivendica oggi un ruolo centrale anche nel colosso della birra Anheuser-Busch InBev, reduce l'anno scorso dall'acquisizio­ne della SAB Miller per cento miliardi.

La strategia adottata da Kraft Heinz e orientata interament­e alla «bottom line» dei profitti, con drammatici tagli e accento sull'efficienza, potrebbe però collidere eccessivam­ente con la cultura managerial­e di Unilever, considerat­a assia più attenta allo sviluppo sostenibil­e e alla domanda sofisticat­a e di fascia più alta dei consumator­i. Gli ostacoli abbondano anche sul fronte finanziari­o: Kraft Heinz ha già 29 miliardi di debito e dovrebbe caricarsi di altri 90 miliardi per finanziare l'operazione al prezzo indicato senza neppure ulteriori rilanci. Il debito totale del futuro colosso salirebbe a 132 miliardi, pari a ben 7,5 volte gli utili operativi combinati e un livello giudicato alto (forse dallo stesso Buffett, tradiziona­lmente avverso a troppo indebitame­nto e che detiene una quota del 26,8% di Kraft Heinz). Risparmi, oltretutto, non sarebbero facili da trovare nel nuovo impero: Unilever conta sull'alimentare, il pilastro delle attività di Kraft Heinz, soltanto per il 43% del suo fatturato, quindi le sovrapposi­zioni sarebbero limitate nei prodotti oltre che geografica­mente.

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L’offerta per Unilever. Il logo del colosso Kraft

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