Kraft-Unilever, il mercato punta sul rialzo dell’offerta
K raft Heinz ha inaugurato una nuova, grande partita globale nel consolidamento del settore alimentare e del largo consumo. La sua offerta di rilevare la rivale anglo-olandese Unilever, seppur respinta, potrebbe aprire la strada a rilanci oltre i 143 miliardi di dollari messi sul tavolo. Ma anche, qualora fallisse, a un frenetico safari che metta in palio nuove prede sulla strada dei grandi manovratori dell'operazione, Warren Buffett e il private equity brasiliano 3G Capital che controllano il gruppo statunitense. Un safari dove in gioco sarebbero protagonisti forse più piccoli ma altrettanto storici: da Campbell Soup a General Mills, da Kellogg a Mondelez.
Se l’acquisizione andasse in porto, l’emergere di un nuovo gigante i nternazionale potrebbe a sua volta spingere questi e altri gruppi a considerare a loro volta merger per rafforzarsi e reggere la nuova battaglia concorrenziale. Pressioni a scendere in campo potrebbero emergere sugli stessi avversari globali di primo piano, quali il leader del settore Procter & Gamble e la Nestlè. Mondelez aveva già cercato di correre ai ripari fin dai mesi scorsi: a giugno aveva tentato di comprare la Hershey con l'obiettivo proprio di migliorare le proprie difese - aumentando le dimensioni - in caso di prevedibili avance di Kraft Heinz, considerata da tempo a caccia di operazioni. La scommessa finì però nel nulla, con Hershey che respinse più offerte e Mondelez costretta a ritirarsi.
Alle spalle di questo risiko è un settore sotto pressione, dove i gusti in rapida trasformazione dei consumatori soprattutto più giovani stanno scuotendo strategie affermate e dove la crescita globale ha frenato. L’unione tra Kraft e Heinz era già frutto di simili dinamiche: nel giro di due anni grazie a draconiane misure di riorganizzazione, tagli dei costi e chiusure di impianti e licenziamenti, la società ha risollevato il suo margine operativo al 23% dal 10 per cento. Una performance rigenerata che l'ha trasformata in un credibile candidato per la conquista dalla più grande rivale Unilever, dove il margine ope- rativo rimane invece sotto il 15 per cento.
Assieme le due aziende potrebbero contare su un giro d’affari da quasi 90 miliardi di dollari l’anno, forte di marchi popolari da Ketchup a Dove, e di una presenza che alle radici nordamericane di Kraft Heinz affiancherebbe quelle sui mercati emergenti di Unilever. 3G Capital, in particolare, porterebbe in dote la sua vasta esperienza nel rivoluzionare segmenti e colossi
LA TENDENZA Sia in caso di successo che di nuovo stop, il trend per il settore resta quello di avviare maxi-consolidamenti
del largo consumo, con o senza il sostegno dell’alleato Buffett e della sua Berkshire Hathaway. Rivendica oggi un ruolo centrale anche nel colosso della birra Anheuser-Busch InBev, reduce l'anno scorso dall'acquisizione della SAB Miller per cento miliardi.
La strategia adottata da Kraft Heinz e orientata interamente alla «bottom line» dei profitti, con drammatici tagli e accento sull'efficienza, potrebbe però collidere eccessivamente con la cultura manageriale di Unilever, considerata assia più attenta allo sviluppo sostenibile e alla domanda sofisticata e di fascia più alta dei consumatori. Gli ostacoli abbondano anche sul fronte finanziario: Kraft Heinz ha già 29 miliardi di debito e dovrebbe caricarsi di altri 90 miliardi per finanziare l'operazione al prezzo indicato senza neppure ulteriori rilanci. Il debito totale del futuro colosso salirebbe a 132 miliardi, pari a ben 7,5 volte gli utili operativi combinati e un livello giudicato alto (forse dallo stesso Buffett, tradizionalmente avverso a troppo indebitamento e che detiene una quota del 26,8% di Kraft Heinz). Risparmi, oltretutto, non sarebbero facili da trovare nel nuovo impero: Unilever conta sull'alimentare, il pilastro delle attività di Kraft Heinz, soltanto per il 43% del suo fatturato, quindi le sovrapposizioni sarebbero limitate nei prodotti oltre che geograficamente.