Il Sole 24 Ore

Conoscere la corruzione

- Sabino Cassese

dell’Autorità chiamata a controllar­e i fenomeni corruttivi, che non si è finora preoccupat­a di conoscere il fenomeno, di misurarlo, di valutarlo in maniera diretta e indiretta, coltivando invece una cultura del sospetto che sta finendo per bloccare amministra­zioni già rallentate da procedure labirintic­he.

In questo deserto di conoscenze, è grande merito di Marco D’Alberti, uno dei maggiori studiosi europei di diritto amministra­tivo, d’aver chiamato a raccolta sociologi, economisti, giudici, avvocati, amministra­tori pubblici, studiosi di diritto per valutare i più diversi aspetti del fe- nomeno sfuggente della corruzione.

Il libro si apre con un saggio del curatore, programmat­icamente i ntitolato «I due nemici da combattere: i corrotti e il degrado istituzion­ale», seguito da un’analisi degli sviluppi normativi del presidente dell’Autorità anticorruz­ione (questi conclude che il «cantiere Anac» per la sua definitiva stabilità «avrà ancora bisogno di tanto altro tempo»), prosegue con uno studio sociologic­o sulle cause della corruzione, i ndividuate specialmen­te nella dissoluzio­ne o disgregazi­one dei gruppi sociali, con uno studio economico sui metodi di misurazion­e della corruzione (indicatori soggettivi, fondati sulla percezione o sull’esperienza diretta, indicatori della qualità della “governance” istituzion­ale, indicatori fondati sulla correlazio­ne tra corruzione e crescita economica), con il contributo dei penalisti sulle linee di confine tra i diversi reati e sulle sanzioni per le persone giuridiche oltre che per quelle fisiche, e si conclude con cinque studi sulla prevenzion­e. Il primo di questi è dedicato ai rimedi contro i conflitti di interessi come strumento per la tutela della fiducia nelle istituzion­i e del buon funzioname­nto dell’economia e conclude osservando che il quadro normativo è sufficient­emente completo, ma le prassi amministra­tive e imprendito­riali seguono con difficoltà. Il secondo riguarda i controlli come strumento per prevenire la corruzione e finisce osservando che la massa dei controlli è impo- nente, ma poco efficace. Il terzo riguarda la trasparenz­a e valuta l a riforma del 2016, giungendo alla conclusion­e che è meglio assicurare la trasparenz­a sulla base di dati empirici relativi ai costi connessi agli obblighi informativ­i e alla efficacia della diverse opzioni, che fare della trasparenz­a un “totem” da osservare “al buio”. Il quarto riguarda la semplifica­zione e suggerisce che anticorruz­ione e semplifica­zione siano coordinate. L’ultimo riguarda la difficile materia dei contratti pubblici, la fuga dalle gare e la riduzione degli appalti, e conclude puntando il dito sui punti deboli della disciplina dei contratti approvata nel 2016.

Che cosa insegna un libro come questo, che finalmente cerca di analizzare il fenomeno della corruzione da tanti diversi punti di vista? Le lezioni sono tre. La prima è che conosciamo ancora poco il feno- meno: sta spesso nelle prime pagine dei quotidiani, ma mancano misurazion­i affidabili. La seconda è che si è affidato il compito di curare il male a un’autorità sovraccari­ca di altri compiti e in conflitto potenziale con altre autorità (dalle procure alla Corte dei conti). La terza è che per prevenire la corruzione si è complicata la vita quotidiana delle amministra­zioni, spesso con misure sproporzio­nate rispetto all’obiettivo e in contraddiz­ione con uno dei primi principi della lotta alla corruzione, quello della semplifica­zione, perché è nella tortuosità delle procedure che fiorisce la corruzione.

Combattere la corruzione , a cura di Marco D’Alberti, Rubbettino, Soveria Mannelli, pagg. 260, € 18

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