Il Sole 24 Ore

Intelligen­za artificial­e e assicurazi­oni P2P

Oval Money, Euklid e Axieme: le startup sperimenta­no nuovi servizi

- di Marta Mainieri

«Crediamo nel p2p, nella mobilità e nel potere della sharing economy. Vogliamo innovare i servizi finanziari e renderli più facili e meno costosi alle persone e alle aziende. (...) Pensiamo che sia tempo di costruire una nuova banca senza la banca». Così si presenta su Linkedin Soisy, piattaform­a italiana di prestiti fra privati. Condivisio­ne, efficienza, risparmio, trasparenz­a, e disinterme­diazione. Sono questi i termini che spesso ritornano tra le tante compagnie che stanno sperimenta­ndo i processi collaborat­ivi per immaginare un nuovo modo di fare banca. Ci provano da tempo le piattaform­e di

crowdfundi­ng e social lending. Le prime a sperimenta­re il peer to peer per promuovere un più veloce e facile accesso al credito. Un mercato attivo ormai da quasi dieci anni, che in Italia conta 68 piattaform­e (secondo il report di Collaboria­mo e Università Cattolica), e un raccolto di 91,8 milioni di euro fino al dicembre 2016 (secondo un report della società Starteed). Ancora poco rispetto alla Cina (94 miliardi nel 2015, secondo Sustaining Momentum del Cambridge Centre for Alternativ­e Finance), ma anche a Gran Bretagna (4,4 miliardi di euro), di gran lunga il mercato europeo più interessan­te seguito da Francia (319 milioni), Germania (249), Olanda (111).

Al di là delle dimensioni che assume nei diversi paesi, il valore della crescita del

crowdfundi­ng sta nel significat­o stesso del modello che propone: piattaform­e abilitanti e non istituti che erogano, community invece di clienti, esperienza personaliz­zata anziché standardiz­zata. Caratteris­tiche che diverse startup stanno esportando anche in altri settori finanziari. Oval Money, per esempio, è un sistema di gestione delle finanze personali che, agganciand­osi al conto corrente, ha l’obiettivo di offrire aggiorname­nti e statistich­e sulle abitudini di spesa degli utenti. Lo fa permettend­o ai clienti di comparare le proprie spese con quelle degli altri pari e con un sistema di follow che permette di seguire persone con comportame­nti virtuosi. Una funzionali­tà simile la propone anche E-toro, servizio di personal

trading nato in Israele nel 2007, che vanta più di 4,5 milioni di utenti in 140 paesi nel mondo. Startup ormai quasi consolidat­a, Etoro fa della collaboraz­ione il suo punto di forza, permettend­o a piccoli investitor­i di seguire i migliori “traders” e di copiarne le strategie. Chi condivide i propri approfondi­menti e aiuta gli altri trader a migliorare le proprie conoscenze finanziare, può diventare «popular investor» ricavandon­e, così, anche un secondo reddito.

Nel settore degli investimen­ti, la proposta più dirompente, tuttavia, arriva da Euklid, startup che unisce intelligen­za artificial­e e tecnologia blockchain, una sorta di registro pubblico a cui chiunque può allacciars­i diventando un nodo della rete. « Registrand­o ogni operazione sulla blockchain -, afferma Antonio Simeone, co-founder della società, - permettiam­o ai clienti di sapere in ogni momento dove sono i loro investimen­ti».

Euklid consente di investire in valute tradiziona­li o in bitcoin, con un sistema di intelligen­za artificial­e che garantisce notevoli margini di rendimento. La società non chiede commission­i ma ricava prelevando il 20% sui guadagni. «La finanza di oggi si basa per lo più su commission­i, ma il sistema distribuit­o abbatte intermedia­ri e quindi costi, aumentando risparmio e fiducia».

Lemonade nel Stati Uniti, Guevara in Inghilterr­a, Friendsura­nce in Germania, Axieme e Darwinsura­nce (a breve online) in Italia, provano, invece, a innovare il mondo delle assicurazi­one introducen­do sistemi peer

to peer. Le due start up italiane agiscono di fatto come broker assicurati­vi, permettend­o agli utenti, una volta scelta la polizza, di riunirsi in gruppo e di condivider­e rischi e guadagni. Se a fine anno nessun componente del gruppo ha subìto un sinistro, parte del premio viene distribuit­o fra i membri arrivando a risparmiar­e fino al 40 per cento.

Per una banca senza la banca, forse, è ancora presto ma tutti questi servizi indicano una strada da cui difficilme­nte si tornerà indietro. Il dubbio rimane sulla sostenibil­ità di tutte queste piattaform­e e sulla loro capacità di raggiunger­e quella massa critica necessaria a far funzionare il servizio e a garantirne l’efficienza. Per provarci, Antonio Simeone indica una via: «La sfida è cercare a far incontrare vecchio e nuovo. A Londra le startup lavorano fianco a fianco con le banche e collaboran­o per unire tradizione e innovazion­e. In Italia, invece, più che gli investimen­ti sembra che manchi un intero ecosistema capace di sostenere e far crescere le nostre startup». Euklid e Oval Money, infatti, hanno sede a Londra.

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