Mattarella guida la missione a Pechino
Da domani la visita: l’ultima missione di sistema risale al 2010 Nel mirino delle imprese la logistica e la meccanica
Al via da domani la missione del presidente Sergio Mattarella in Cina, che fino a domenica sarà in visita nel Paese tra Pechino, Shanghai e gli snodi nevralgici di Chongqing e Xian. Con lui ci saranno anche il viceministro allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, e la vicepresidente di Confindustria, Licia Mattioli. Nel corso della missione, che si concentrerà sulle opportunità per le imprese italiane nell’ambito dei piani “One belt one road” e “Made in China 2025”, si terrà anche la quarta edizione del Business Forum Italia- Cina. Il bilaterale sarà l’occasione per il debutto del neo- costituito Polo dell’internazionalizzazione e dell’export del gruppo Cassa depositi e prestiti, formato da Sace e Simest insieme. E proprio Sace sta studiando nuovi progetti nella meccanica e nell’agroalimentare.
Si apre una settimana intensa (e straordinaria) per l’Italia in Cina, con la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (da domani, 21 febbraio, fino al 26), la quarta edizione del Business Forum Italia-Cina e una missione di sistema che include una nutrita delegazione di imprese e istituzioni e la presenza, per il governo, del sottosegretario allo Sviluppo Ivan Scalfarotto che in Cina negli ultimi mesi è già stato più volte, l’ultima in occasione del raduno organizzato dall’Ambasciata a Yanqi Lake, a metà gennaio. Saranno firmati i mportanti accordi istituzionali e accordi commerciali nell’ambito del Business Forum Italia-Cina.
L'ultima missione di sistema in Cina risale al 2010: a quei tempi la stella di Xi Jinping non era ancora emersa, insomma per la Cina si tratta di un’era geologica fa. Le cose cambiano e cambieranno ancora, velocemente, in questo Paese grande quanto un Continente. Ci sarà anche la prima riunione plenaria del Forum Culturale presieduta, per parte italiana, dal coordinatore, Francesco Rutelli e, per parte cinese, dal viceministro della Cultura, già ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei.
Il presidente Sergio Mattarella, a Pechino con il ministro degli esteri Angelino Alfano e a Chongqing con il ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio, affronterà un vero e proprio tour del force, a cominciare dall’incontro nella capitale con il presidente cinese Xi Jinping e con il premier Li Keqiang, poi con Zhang Dejiang, chairman dello Standing committee dell’Assemblea nazionale del popolo; a Shanghai sarà accolto dal nuovissimo sindaco Ying Yong e terrà una lectio magistralis all’Università Fudan; poi farà tappa a Chongqing, la città da 33 milioni di abitanti nel centro della Cina, per poi passare a Xian, l’antica capitale, e infine ripartire alla volta di Roma.
Un impegno che sta a dimostrare l’attenzione della Presidenza italiana per un Paese come la Cina, che conta sempre di più nell’economia e negli equilibri mondiali. Una Cina che, come riassume l’Ufficio studi CeSIF della Fondazione Italia Cina (si veda l’articolo in fondo a destra), deve affrontare nel 2017 sfide molto difficili, a partire dalle nuove politiche industriali e di sviluppo adottate da Pechino.
«L’Italia guarda con forte interesse alla strategia cinese e l’industria italiana si propone verso la Cina come partner affidabile con molteplici specializzazioni, elevate componenti creative e innovative e la massima attenzione alla qualità e alla sostenibilità produttiva – dice Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione e capo delegazione delle aziende di Confindustria - . Contrariamente ai precedenti incontri questa edizione del Business Forum Italia-Cina affronta finalmente i due più importanti piani d’azione del governo cinese: One Belt One Road e Made in China 2025, che attirano un interesse crescente e diffuso tra le nostre imprese. L’industria italiana qui, oggi, si propone come partner nei programmi di sviluppo cinesi. La mis- sione – precisa Licia Mattioli - prevede anche la presenza dei nostri due Politecnici più importanti, quello di Torino e quello di Milano, che già hanno da tempo accordi di collaborazione con quelli cinesi».
Il Business Forum sarà l’occasione di lancio del neo-costituito Polo dell’internazionalizzazione e dell’export del Gruppo Cassa depositi e prestiti, formato da Sace e Simest. Il Polo al Business Forum di Pechino è rappresentato dalla Simest, di cui ci sarà il presidente, Salvatore Rebecchini. Con la capogruppo Cassa depositi e prestiti i due enti hanno dato vita a un unico punto di accesso ad un’ampia gamma di prodotti per le imprese che vogliono crescere all’estero. Un sistema di sostegno all’export e all’internazionalizzazione che può rappresentare un vantaggio competitivo per le aziende italiane.
La Cina nel portafoglio Simest la fa da padrone: su un totale di 236 aziende, ben 48 sono cinesi (contro le 27 in Brasile e le 18 in India e negli Usa). Negli ultimi due anni anche Sace ha registrato un incremento delle transazioni realizzate sotto forma di credito fornitore, quasi a riflettere il cambio di modello di sviluppo cinese: le aziende e i consumatori cinesi, infatti, preferiscono macchinari e prodotti italiani di qualità elevata.
Proprio in questi settori Sace sta studiando nuovi progetti nel Paese, nei settori della meccanica e nel comparto alimentare, soprattutto in ambito agricolo e zootecnico: tutte aree ricomprese nei dieci settori chiave di Made in China 2025.