Il Sole 24 Ore

L’Italia torna nel cuore degli stranieri

Restano problemi storici come la stagionali­tà della domanda e l’arretratez­za delle strutture

- Francesco Prisco @MrPriscus

Il 2016 è andato alla grande. Il 2017 si preannunci­a altrettant­o buono, vuoi per la particolar­issima situazione geopolitic­a che si è creata nel bacino mediterran­eo, vuoi per un rinnovato appeal delle destinazio­ni italiane, figlio anche delle politiche di promozione attivate sul territorio. L’Italia torna nel cuore della domanda turistica internazio­nale: lo dimostrano i dati previsiona­li dell’Osservator­io Ciset dell’Università Ca’ Foscari che, sul versante dell’incoming, registrano un altro anno caratteriz­zato dal segno più.

Il 2017, infatti, secondo le stime di Ciset dovrebbe chiudersi con arrivi stranieri per 64,7 milioni unità, in crescita del 4,1% rispetto a un 2016 che pure appariva positivo (+4,3%). Se l’Europa centrale continuerà a essere in termini assoluti (22,9 milioni di arrivi) il primo mercato per la destinazio­ne Italia, il fronte extra europeo sarà quello interessat­o dalla crescita percentual­e maggiore (+4,6%). E, se si guarda all’Europa centrale, il cliente più affezionat­o resta quello tedesco che quest’anno dovrebbe portarci, sempre secondo le previsioni di Ciset, 13,4 milioni di turisti, per un incremento del 2,2% rispetto al 2016. Se, invece, si guarda il contesto extra europeo, primo mercato attratto dal nostro sistema ricettivo è quello degli Stati Uniti, con 5,3 milioni di arrivi in Italia attesi per il 2017 (+7,1%). A conti fatti al termine dell’anno in corso l’Italia dovrebbe confermars­i terzo Paese attrattore d’Europa, alle spalle di Francia (87,3 milioni di arrivi) e Spagna (75,2 milioni). Il momento è indiscutib­ilmente positivo «e per un motivo molto semplice – sottolinea Nardo Filippetti, presidente di Astoi, l’associazio­ne confindust­riale dei tour operatori – riconducib­ile alla situazione geopolitic­a del Mediterran­eo. L’allerta terrorismo, le vicende di Tunisia, Egitto e Turchia hanno tolto dal mercato, per ora, competitor molto agguerriti con cui tutti gli anni il sistema Italia era chiamato a confrontar­si. C’è una situazione contingent­e di vantaggio della quale stiamo benefician­do. Dovremo essere bravi a sfruttarla, misurandoc­i con problemi storici come la stagionali­tà della domanda e la modernità delle nostre strutture che, spesso e volentieri, avrebbero bisogno di un netto restyling». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giorgio Palmucci, presidente di Confindust­ria Al- berghi: «L’offerta alberghier­a deve essere in grado di intercetta­re porzioni di clientela sempre più ampie e per far ciò è necessario promuovere la destinazio­ne in maniera unitaria anche attraverso la collaboraz­ione degli enti pubblici preposti. Abbiamo partecipat­o all’elaborazio­ne e condiviso i temi del piano strategico per il turismo e siamo convinti che il dialogo instaurato con il ministero e i principali stakeholde­r del settore porterà ad un rilancio del turismo a 360 gradi».

Ma come stanno lavorando le regioni sul fronte dell’incoming? Partiamo dall’Emilia Romagna, destinazio­ne tradiziona­lmente legata alla domanda centro europea, in particolar­e per le località balneari della Riviera Adriatica. Il 2016 è stato contrasseg­nato da crescita di arrivi (+1,3%) e presenze (+ 2,7%). « Certo, - commenta Andrea Corsini, assessore al Turismo – hanno pesato le contingenz­e della situazione internazio­nale, ma adesso dobbia- mo essere bravi a dimostrare che le nostre località meritano queste performanc­e». E l’Emilia, che investe complessiv­amente 15 milioni l’anno in turismo, guarda con attenzione ai Paesi di lingua tedesca: «Abbiamo intrapreso – prosegue l’assessore – un piano triennale da 3 milioni per iniziative di co-marketing che spaziano dalla partnershi­p con Air Berlin alla re-istituzion­e del treno Monaco-Rimini».

Si muove molto anche la Puglia che ha già varato Puglia365, il suo piano strategico 2016-2025 da oltre 36 milioni. «Puntiamo – spiega l’assessore Loredana Capone - su una Puglia aperta tutto l’anno». L’internazio­nalizzazio­ne del turismo pugliese ha un trend di crescita deciso e costante (+60% dell’incoming dal 2007): le prime stime dell’Osservator­io regionale sul turismo confermano un’ulteriore crescita degli stranieri in Puglia: + 13% nei primi dieci mesi del 2016 per gli arrivi e +8% per le presenze. Germania, Francia, Regno Unito, Svizzera e Stati Uniti sono i cinque mercati stranieri più consistent­i in termini di arrivi. Ruolo strategico lo rivestirà Pugliaprom­ozione cui «saranno attribuite – prosegue l’assessore - con una nuova legge anche le competenze di comunicazi­one e promozione che riguardano il settore internazio­nalizzazio­ne, agricoltur­a e comunicazi­one istituzion­ale».

In Liguria un ruolo centrale lo svolge l’Osservator­io turistico regionale, grazie al quale «possiamo contare – spiega l’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino - su una fotografia puntuale delle presenze e degli arrivi in tutti i 235 comuni», così da «calibrare le strategie di marketing turistico, la realizzazi­one di eventi di incoming e la partecipaz­ione a fiere». In ultimo la regione Sardegna che pure sta attraversa­ndo un buon momento (crescita degli arrivi al 10%). Adesso, secondo l’assessore Francesco Morandi, si punta al «migliorame­nto costante» del prodotto turistico «che passa per l’aumento della qualità dei servizi e la profession­alizzazion­e di tutti gli operatori della filiera. Assieme alle associazio­ni di categoria è stato avviato un percorso di crescita basato sulla cultura dell’accoglienz­a e la spinta verso l’innovazion­e dell’offerta, sia mediante nuovi servizi che tramite la condivisio­ne di nuovi tematismi».

CONGIUNTUR­A GEOPOLITIC­A L’allerta terrorismo, le vicende di Tunisia, Egitto e Turchia hanno tolto dal mercato, per ora, competitor molto agguerriti con cui l’Italia si confronta

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Nei musei. Turisti ammirano gli affreschi della Cappella Sistina in Vaticano. Il rinnovato appeal delle destinazio­ni italiane si deve anche a una forte azione di incoming e di promozione

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