L’internazionalizzazione delle mafie
L’ultima relazione della Dia mostra la mappa della loro espansione all’estero
La parola mafia è mafia in ogni lingua del mondo e a nulla serve sapere che chi la pronuncia non parla più neppure l’italiano, al massimo, si esprime nel dialetto della terra di provenienza. Gli affari sporchi son pur sempre affari e non guardano all’idioma.
Mafia è mafia in ogni angolo del globo, che assiste - dopo la prima ondata all’inizio del secolo scorso - a una continua ondata di investimenti, basi logistiche e profonde radici della criminalità italiana.
Mafia - oggi - è soprattutto ‘ndrangheta, che ha scalato le vette del riciclaggio e delle attività apparentemente lecite, dopo aver accumulato risorse immense con il narcotraffico. Dando del tu prima ai cartelli colombiani e, più di recente, a quelli messicani.
Attività internazionali
Il quadro che emerge dall’ultima relazione che la Direzione investigativa antimafia (Dia), guidata da Nunzio Antonio Ferla, ha consegnato, meno di un mese fa al Parlamento, è chiaro. Un solo semestre di indagini, il primo del 2016, ha confermato che ‘ndrangheta, Cosa nostra, camorra e, in misura minore, Sacra corona unita (spesso mafia servente rispetto alle altre) sono attive tanto dentro quanto fuori i confini nazionali ed europei.
A farne per primi le spese sono i francesi. In passato sono stati numerosi i latitanti italiani localizzati e ar- restati in Francia, specialmente sulla Costa Azzurra, ma oggi la Dia svela l’esistenza di una seconda generazione di criminali collegati alla ‘ndrangheta e radicati in Francia, in grado di riprodurre lo schema criminoso proprio della regione d’origine e che, attraverso il legame realizzato con la criminalità francese, si occupa prevalentemente (ma non esclusivamente) del traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
La collaborazione della Dia con il Servizio di i nformazione, i ntelligence e analisi strategica sulla criminalità organizzata della Direzione centrale della polizia giudiziaria francese ha permesso di incrementare gli accertamenti finanziari e patrimoniali su vari gruppi criminali calabresi dediti ad attività di riciclaggio sul territorio transalpino. Del resto questo matrimonio nel nome degli affari criminali è quasi fisiologico, visto il particolare rilievo assunto dalla “locale” i mperiese (vale a dire una cellula strutturata con almeno 50 affiliati) di Ventimiglia e la sua funzione di camera di compensazione (o di transito), de- stinata a regolare i rapporti con i gruppi criminali calabresi stanziati prevalentemente a Nizza, Antibes, Vallauris e Mentone. Edilizia (con le storiche ramificazioni della cosca reggina De Stefano, tra le più potenti in Calabria), commercio, turismo e ristorazione vedono svettare le cosche calabresi.
Anche la Francia, con la Direzione centrale della polizia giudiziaria e della Gendarmerie nationale, è partner della Dia di “Operational network@on”, che ha consentito di avviare il progetto che traspone in chiave europea il cosiddetto “modello Falcone”, caratterizzato dalla centralizzazione delle informazioni su fenomeni di criminalità transnazionale, evitandone la frammentazione e consentendo così di affrontare con una strategia comune una minaccia concreta e attuale per la sicurezza dei cittadini europei.
Non solo Francia
Con la strage di Duisburg del Ferragosto 2007 la Germania si è svegliata dal torpore e ha scoperto che dietro le vetrine immacolate di un ristorante potevano celarsi commerci leciti e illeciti della ‘ndrangheta, ma la relazione della Dia svela che l’attualità della presenza in Germania di soggetti della criminalità organizzata siciliana resta, nel semestre in esame, invariato. L’attività di analisi ha permesso di evidenziare come i Länder a maggior infiltrazione di elementi criminali originari della Sicilia siano concentrati nella parte meridionale e occi- dentale del Paese, in particolare in Renania Settentrionale-Westfalia, Baviera e Baden-Wurttemberg. In questi territori la componente agrigentina appare quella maggiormente radicata, al punto da poter offrire, anche nel recente passato, assistenza logistica e rifugio ai latitanti.
Spagna
Tutta la penisola iberica è un crocevia vitale per le nuove radici delle mafie italiane, che qui investono nel settore immobiliare, in quello del turismo e nell’immancabile traffico di droga, polmone finanziario che tutto alimenta. La realtà degli investimenti supera, però, la fantasia e così l’operazione “Passion fruit” della Gdf di Roma del 25 gennaio 2016 ha svelato che il clan camorristico Moccia puntava a espandersi nel mercato ortofrutticolo di Barcellona. Ancora la Spagna emerge in un’ordinanza della Dda partenopea, che l’8 febbraio 2016 ha interessato alcuni soggetti campani, da anni trasferitisi a Madrid, dove gestivano un ristorante, punto di riferimento del clan Contini nei traffici di stupefacenti provenienti dall’Olanda e dalla Spagna.
Usa e Canada
Aprire l’intero ventaglio degli interessi mafiosi in Europa, Centro e Sudamerica (dove si è ormai alla seconda e terza generazione di calabresi tra Città del Messico e Bogotà) è impossibile e allora è bene fare un salto oltreoceano, dove il Canada, ma soprat- tutto gli Stati Uniti, rappresentano sponde sempre valide per riciclaggio e investimenti.
Per quanto stretta dalle mafie dell’Est e dallo strapotere della ‘ndrangheta - che fa sempre più affari con le società di import-export, a partire da quelle del settore agroalimentare - Cosa nostra è ancora attiva a Philadelphia, Detroit, Chicago, New Jersey, New England e New York. La nuova generazione di mafiosi è composta da individui con un alto livello d’istruzione, per i quali il ricorso ad azioni violente ed eclatanti diventa un evento eccezionale.
New York, in particolare, area nevralgica dell’economia statunitense, rappresenta per i clan siciliani un centro d’interessi per riciclaggio di capitali illeciti in ogni attività commerciale, immobiliare o finanziaria, usura, estorsioni, traffico di droga, gioco d’azzardo, traffico di esseri umani, sfruttamento di manodopera. Non va, poi, dimenticato che Cosa nostra - fin dagli anni Quaranta, quando, per acquisire forza con il consenso dei lavoratori, fece proprie le rivendicazioni finalizzate al miglioramento delle condizioni economiche e di lavoro degli operai - è inserita all’interno delle più importanti organizzazioni sindacali del settore edile, sanitario e dello smaltimento dei rifiuti. I sindacati, negli Stati Uniti, hanno anche un potere - strategico - di collocamento.
RAMIFICAZIONE Dall’Europa al Nordamerica, dal traffico di droga all’usura è ampio il ventaglio della presenza geografica e delle attività controllate