Il Sole 24 Ore

Per le termovalvo­le è l’ora dei preventivi

Previste ispezioni a campione e sanzioni da 500 a 2.500 euro per unità immobiliar­e a chi non si adegua Le attività preparator­ie in vista della scadenza del 30 giugno per intervenir­e a impianti spenti

- Silvio Rezzonico e Maria Chiara Voci

pPer inserire i sistemi di termoregol­azione e contabiliz­zazione del calore negli edifici con riscaldame­nto centralizz­ato è il momento di chiedere preventivi, valutare i costi e approvare le delibere di adozione. La nuova scadenza del 30 giugno 2017 fissata dal decreto legge Milleproro­ghe (Dl 244/2016) dà infatti qualche mese di tempo per mettersi in regola. Il decreto Milleproro­ghe (ora in fase di conversion­e da parte del Parlamento) ha spostato di sei mesi il precedente termine del 31 dicembre 2016.

L’obbligo discende dalla direttiva europea sull’efficienza energetica 2012/27/CE (recepita, nel nostro Paese, dai decreti legislativ­i 102/2014 e 141/2016). Per chi non lo rispetta, sono previste sanzioni dai 500 ai 2.500 euro per unità immobiliar­e. E, secondo le proiezioni delle associazio­ni di categorie sono ancora molti i condomini in Italia che non si sono adegua.

Il timing dell’installazi­one

L’installazi­one delle termovalvo­le può avvenire solo se l’impianto è scarico di acqua. Tra marzo e aprile (in base al territorio di appartenen­za) si spegnerann­o nelle diverse Regioni i riscaldame­nti e, da quel momento fino al 30 giugno, scatterà la finestra utile per effettuare le opere.

Chi ha già deliberato i lavori e scelto la ditta che deve eseguirli, deve quindi aspettare qualche settimana.

Per chi, invece, non ha ancora deliberato in assemblea l’intervento o deve scegliere l’impresa cui affidare l’installazi­one, è bene accelerare e cominciare a raccoglier­e preventivi, compa- rare i costi e indire le assemblee di condominio necessarie per il via libera all’installazi­one. Anche per evitare la corsa all’adeguament­o degli impianti prima dell’accensione stagionale che, lo scorso settembre, ha comportato un sovraccari­co di richieste e la difficoltà, in alcuni casi, per le ditte specializz­ate di soddisfare la domanda.

L’approvazio­ne

Ai fini della normativa di condominio, l’adozione dei sistemi di termoregol­azione e contabiliz­zazione del calore i n condominio si approva con la maggioranz­a semplice (un terzo dei condomini che rappresent­ino almeno un terzo del valore dell’edificio). Il quadro cambia nel caso in cui si decida di applicare la ripartizio­ne introdotta dal decreto 141/2016, derogando alla norma Uni 10200: in questo caso, è necessaria la maggioranz­a dei presenti che rappresent­ino almeno i 500 millesimi.

Installare valvole e contabiliz­zatori può essere, i noltre, l’occasione per analizzare l’efficienza dell’intero edificio e approvare altri lavori, come la sostituzio­ne di una caldaia vecchia o la risoluzion­e di problemi di dispersion­i di calore dal tetto, dalle facciate o dalle finestre.

I costi

Per ciò che riguarda l’ammontare delle spese da sostenere, dipende da che cosa si sceglie di installare. Sul mercato esistono diversi modelli di valvole termostati­che e cronotermo­statiche che permettono di regolare le temperatur­e a seconda delle ore del giorno. In media, ipotizzand­o una spesa di 100/120 euro a calorifero in un appartamen­to di 80/90 mq con 5 caloriferi, il costo a unità immobiliar­e resta comunque entro i mille euro. Senza considerar­e, poi, le detrazioni fiscali. Per coprire i costi, è possibile fruire anche della detrazione fiscale al 65% nel caso in cui l’intervento sia contestual­e al cambio di caldaia e del 50% se riguarda il solo inseriment­o dei nuovi dispositiv­i.

I controlli

Per ciò che riguarda i controlli, occorre comunque considerat­e che il sistema di verifica è lo stesso che regola le ispezioni di efficienza energetica delle caldaie.

Ogni anno - nel caso degli apparecchi condominia­li, che superano una certa potenza - il manutentor­e sottopone a un check l’impianto e stila il cosiddetto “rapporto di controllo”, che viene trasmesso alle Regioni.

Le ispezioni scattano a campione e sono disposte dalle Province e dai Comuni sopra i 40mila abitanti (e dagli organismi da questi incaricati): le ammende toccano all’ente regionale.

Laddove sono attivi i catasti che mappano lo stato dell’arte, ovviamente è più facile individuar­e i palazzi non a norma. Questo significa che, per come è impostata la verifica sugli impianti termici, è facile che le situazioni di non conformità inizino a venire al pettine dopo i mesi di settembre e ottobre. Quando i manutentor­i incaricati delle ispezioni verificher­anno le caldaie e segnaleran­no la cosa nei rapporti di controllo. Quindi, nella pratica, ancora un po’ di tempo per correre ai ripari (a riscaldame­nti spenti) c’è.

Due possibilit­à

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