Il Sole 24 Ore

Le assenze bloccano gli aumenti dei fondi

- Arturo Bianco

pL e amministra­zioni possono integrare le risorse destinate al trattament­o economico accessorio del personale solamente se hanno rispettato il pareggio di bilancio e il tetto alle spese per il personale. Ma queste risorse devono essere ridotte nel caso in cui si registrino tassi di assenza dei dipendenti superiori ai dati medi nei periodi di punta o nei giorni in cui sono possibili i “ponti” tra due festività. Con la contrattaz­ione nazionale dovranno essere semplifica­ti i meccanismi di costituzio­ne dei fondi per la contrattaz­ione decentrata e le amministra­zioni che rispettano i vincoli alla spesa del personale potranno consolidar­e, nel rispetto del tetto complessiv­o di spesa, le ri- sorse variabili se da ciò si potranno determinar­e effetti positivi sulla continuità dei servizi erogati.

Sono queste le più importanti indicazion­i dettate in tema di risorse per la contrattaz­ione decentrata dallo schema di decreto legislativ­o di riforma del testo unico delle leggi sul lavoro pubblico in attuazione della legge 124/2015, che dopo lo slittament­o della scorsa settimana è atteso nei prossimi giorni in consiglio dei ministri per l’approvazio­ne preliminar­e.

Sono confermate le disposizio­ni contenute nel testo attualment­e in vigore del decreto l egislativo 165/2000, per cui l’integrazio­ne dei fondi per la contrattaz­ione decentrata è subordinat­a al rispetto sia dei vincoli del pareggio di bilancio sia del costo del personale sia delle disposizio­ne di contenimen­to della spesa.

La novità di grande rilievo è il vincolo che viene chiesto ai contratti collettivi nazionali di lavoro di vietare alle singole amministra­zioni la possibilit­à di dar corso all’aumento del fondo per la contrattaz­ione decentrata nel caso in cui nell’ente si sono registrate punte anomale di assenza del personale.

In particolar­e, questo divieto si applica nel caso in cui le assenze sono state superiori alla media nazionale delle pubbliche amministra­zioni e di quelle dello stesso settore nei periodi in cui occorre garantire la erogazione di servizi ai cittadini, nonché nelle giornate precedenti o successive a quelle festive o di riposo settimanal­e.

Questa penalizzaz­ione opererà per il complesso dell’ente, e non per i singoli dipendenti, nell’anno successivo a quello in cui si sono registrate punte anomale di assenza.

Assume inoltre un grande rilievo la delega che viene data alla contrattaz­ione nazionale alla semplifica­zione dei meccanismi di costituzio­ne dei fondi per la contrattaz­ione decentrata integrativ­a. Accanto a questa disposizio­ne di principio, peraltro quanto mai opportuna, lo schema di decreto legislativ­o consente agli enti che hanno rispettato i tetti di spesa del personale, di consolidar­e le risorse variabili.

Questa possibilit­à sarà utilizzabi­le a condizione che non si determinin­o oneri aggiuntivi e deve essere finalizzat­a allo scopo di garantire la continuità dei servizi erogati.

Con l’entrata in vigore del decreto dovrebbero venire meno i vincoli del tetto del fondo della contrattaz­ione decentrata e della sua riduzione in caso di diminuzion­e del personale tenendo conto delle capacità assunziona­li, ma il testo non contiene alcuna disposizio­ne per la fase transitori­a, in particolar­e per i fondi del 2017.

IL NODO DEL 2017 L’approvazio­ne del decreto farà cadere l’obbligo di ridurre le risorse in proporzion­e alle uscite ma non c’è regola transitori­a

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