Conti, più tempo per misure e giudizio Ue
Domani il rapporto sul debito: valutazione severa ma senza bocciature definitive, il verdetto a marzo-aprile
pProseguono le trattative tra Roma e Bruxelles su un pacchetto di misure che la Commissione europea vuole dall’Italia per rimettere in carreggiata i conti pubblici. Lo sguardo corre a domani quando l’esecutivo comunitario pubblicherà una serie di rapporti, tra cui in primis quello dedicato all’indebitamento. Nessuna decisione politica dovrebbe essere annunciata in questa circostanza sull’apertura eventuale di una procedura per debito eccessivo.
Sul merito dei Paesi a cui sono state chieste misure aggiuntive, ha spiegato ieri il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Disselbloem, «discuteremo a marzo» (l’appuntamento è per il 20), anche perché l’agenda ufficiale degli incontri di ieri e di oggi continua a essere dominata dalla questione greca. Fra una riunione e l’altra, però, il confronto continua, anche sui tempi per passare dagli annunci alle misure concrete di una manovra che, come confermato ancora ieri dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, resta ancorata all’orizzonte dei 3,4 miliardi.
«Ai margini dell’Eurogruppo e dell’Ecofin continueremo gli scambi con Padoan per arrivare a una soluzione comune», ha detto ieri qui a Bruxelles all’inizio della riunione ministeriale il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, rispondendo a una domanda sulle trattative in corso con il ministro dell’Economia tutte dedicate alla manovra chiesta all’Italia.
Interpellato dalla stampa, il commissario Moscovici non ha voluto commentare la situazione interna al Partito democratico, spaccato sull’opportunità di nuove misure di risanamento. «In Italia, c’è un governo, c’è un presidente del Consiglio e c’è un ministro dell’Economia e delle Finanze: lavoriamo con loro per cercare di trovare le soluzioni sulla base degli scambi che abbiamo avuto finora e che continuano a fare progressi». Ciò detto, la Commissione europea è in ambasce.
Da un lato, l’esecutivo comuni- tario vuole far rispettare le regole di bilancio, per evitare tensioni con i paesi più rigorosi in termini di finanza pubblica e perché in cuor suo Bruxelles è infastidita dai perenni tira-e-molla e rinvii dell’establishment italiano nel mettere mano alle debolezze del Paese. Dall’altro, non vuole contribuire all’instabilità politica italiana, minando la maggioranza governativa, e probabilmente non vuole indebolire la posizione del ministro Padoan alla guida del bilancio italiano.
«Non vogliamo premere per un cambiamento del calendario tratteggiato dal ministro nella sua lettera», spiegava ieri un esponente comunitario.
Rispondendo alla richiesta della Commissione di ulteriori misure di risanamento, il ministro Padoan ha inviato il 1° febbraio al vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e al commissario Moscovici una missiva in cui ha promesso nuovi tagli al bilancio nel Documento economico e finanziario (Def), previsto in aprile.
Dal rapporto sul debito atteso per domani non arriveranno certo buone notizie per l’Italia, perché i numeri restano allarmanti e nelle sue previsioni economiche pubblicate la scorsa settimana la commissione Ue aveva stimato per il nostro Paese un debito al 133,3% del Pil (due decimali sopra il 133,1% stimato in autunno). Ma nello stesso documento europeo sulle previsioni economiche, però, la commissione ha scritto di «accogliere positivamente l’impegno pubblico del governo» sulla correzione, per cui non è attesa a breve nessuna bocciatura definitiva. La conferma di questa indicazione «è quello che mi aspetto», ha sottolineato ieri a margine dell’Ecofin lo stesso Padoan, che non si è voluto pronunciare sulle possibili difficoltà aggiuntive in arrivo dalle convulsioni del Partito democratico per il percorso della correzione. Interrogato sul punto, il titolare dell’Economia ha spiegato che i possibili rischi «vanno chiesti ai deputati del Pd».
Prima di volare a Bruxelles per l’Ecofin, Padoan si era incontrato in mattinata con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per fare il punto sulla situazione: un vertice, quello GentiloniPadoan,diventato ormai un appuntamento quasi fisso del lunedì. A essere tutt’altro che stabile è però il quadro politico, che avendo già rimesso in discussione il menu dell’aggiustamento elaborato dai tecnici del ministero dell’Economia sta allungando il calendario dell’intervento. L’obiettivo obbligato resta quello di un lavoro in due mosse da finire entro aprile, ma a meno di accelerazioni dell’ultima ora dettate da un irrigidimento europeo bisognerà attendere ancora qualche settimana per vedere i primi provvedimenti.
DUPLICE OBIETTIVO Bruxelles punta a far rispettare le regole di bilancio a tutela dei Paesi più rigorosi ma non vuole alimentare l’instabilità politica in Italia
LA TEMPISTICA A meno di uno sprint causato da un irrigidimento Ue bisognerà attendere qualche settimana per i primi provvedimenti