Il Sole 24 Ore

Di Matteo alla superprocu­ra antimafia, ora c’è l’ok Csm

- Roberto Galullo

Ci vorrà ancora un mese prima che si concretizz­i la nomina di Nino Di Matteo, il magistrato di Palermo che sta guidando a Palermo la pubblica accusa nel processo sulla (presunta) trattativa tra Stato e Cosa nostra, alla Direzione nazionale antimafia e antiterror­ismo (Dnaa).

Per il momento c’è l’approvazio­ne all’unanimità dalla III Commission­e del Consiglio superiore della magistratu­ra (Csm) della proposta di destinarlo a Roma insieme ai suoi colleghi della procura capitolina Francesco Polino, Barbara Sargenti e Maria Cristina Palaia e di quella di Napoli Michele Del Prete. La parola definitiva spetta al plenum del Csm. Elisabetta Casellati, presidente della III Commission­e ha affermato ieri che si è trattato di una «scelta non semplice», vista la presenza di candidati di «altissimo profilo». Ha spiegato che si è «tenuto anche conto delle indicazion­i del procurator­e Roberti», che guida la Dnaa e che i consiglier­i del Csm hanno voluto ascoltare in audizione anche per capire «le esigenze dell’ufficio».

Parole di rito perché, dopo un tormentato iter, la nomina di Di Matteo appare pressoché certa. La prima volta la sua richiesta di approdare in Dnaa venne cassata perché gli furono preferiti altri candidati, la seconda venne respinta per un vizio di forma e la terza fu il pm a rifiutarla, nonostante fosse stata sollecitat­a dallo stesso Csm come trasferime­nto extraordin­em da Palermo, vale a dire legato a ragioni eccezional­i, tali da derogare alle ordinarie procedure di mobilità del personale di magistratu­ra. Di Matteo non voleva che apparisse una fuga da Palermo, essendo tra l’altro pendente un suo ricorso contro la bocciatura nella primavera 2015.

Il suo (sempre più probabile) arrivo in Dnaa aprirà una partita delicatiss­ima che ruota intorno ad una sola domanda: gli sarà conferita l’applicazio­ne al processo sulla trattativa che sta finora seguendo oppure, per ragioni di (presunta) opportunit­à, quell’applicazio­ne non gli verrà concessa? Il mese di tempo prima che la nomina diventi ufficiale servirà anche per dirimere questo dubbio che non appare certo di lana caprina.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy