Di Matteo alla superprocura antimafia, ora c’è l’ok Csm
Ci vorrà ancora un mese prima che si concretizzi la nomina di Nino Di Matteo, il magistrato di Palermo che sta guidando a Palermo la pubblica accusa nel processo sulla (presunta) trattativa tra Stato e Cosa nostra, alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dnaa).
Per il momento c’è l’approvazione all’unanimità dalla III Commissione del Consiglio superiore della magistratura (Csm) della proposta di destinarlo a Roma insieme ai suoi colleghi della procura capitolina Francesco Polino, Barbara Sargenti e Maria Cristina Palaia e di quella di Napoli Michele Del Prete. La parola definitiva spetta al plenum del Csm. Elisabetta Casellati, presidente della III Commissione ha affermato ieri che si è trattato di una «scelta non semplice», vista la presenza di candidati di «altissimo profilo». Ha spiegato che si è «tenuto anche conto delle indicazioni del procuratore Roberti», che guida la Dnaa e che i consiglieri del Csm hanno voluto ascoltare in audizione anche per capire «le esigenze dell’ufficio».
Parole di rito perché, dopo un tormentato iter, la nomina di Di Matteo appare pressoché certa. La prima volta la sua richiesta di approdare in Dnaa venne cassata perché gli furono preferiti altri candidati, la seconda venne respinta per un vizio di forma e la terza fu il pm a rifiutarla, nonostante fosse stata sollecitata dallo stesso Csm come trasferimento extraordinem da Palermo, vale a dire legato a ragioni eccezionali, tali da derogare alle ordinarie procedure di mobilità del personale di magistratura. Di Matteo non voleva che apparisse una fuga da Palermo, essendo tra l’altro pendente un suo ricorso contro la bocciatura nella primavera 2015.
Il suo (sempre più probabile) arrivo in Dnaa aprirà una partita delicatissima che ruota intorno ad una sola domanda: gli sarà conferita l’applicazione al processo sulla trattativa che sta finora seguendo oppure, per ragioni di (presunta) opportunità, quell’applicazione non gli verrà concessa? Il mese di tempo prima che la nomina diventi ufficiale servirà anche per dirimere questo dubbio che non appare certo di lana caprina.