Il Sole 24 Ore

L’epilogo con 13 condanne delle «spese pazze» sarde

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Èstata la prima inchiesta avviata in Italia sulle spese “pazze” della politica, tre anni prima di quella del tutto simile esplosa nel Lazio col caso Fiorito. E la prima a scatenare un vero e proprio terremoto nel Consiglio regionale della Sardegna. Ieri, a 4 anni dalla denuncia di una funzionari­a del gruppo Misto che fece partire l’indagine della Procura di Cagliari, è calato il sipario sul primo maxi processo. La sentenza della prima sezione penale del tribunale sardo non lascia dubbi: il peculato aggravato, ovvero la sottrazion­e di denaro pubblico, è stato ampiamente provato nel dibattimen­to. Per questo 13 dei 14 imputati alla sbarra, tutti ex consiglier­i della legislatur­a dal 2004 al 2009, sono stati condannati a pene comprese tra i 5 anni e sei mesi e 2 anni e due mesi. Assolto invece con formula piena l’ex esponente dell’Idv Giommaria Uggias: nel corso dell’inchiesta aveva restituito tutto il maltolto. La condanna più pesante è stata inflitta all’ex capogruppo del Misto Giuseppe Atzeri (Pds’Az), la più leggera, 2 anni e due mesi, a Salvatore Amadu (ex Pdl), Pierangelo Masia Ibba e Raimondo (entrambi ex Psi). In dieci sono stati anche condannati all’interdizio­ne perpetua dai pubblici uffici - scatterà con sentenza definitiva - i rimanenti tre avranno l’interdizio­ne per il periodo fissato dalla pena.

Giuseppe Atzeri (Misto) aveva la posizione più complessa: è stato condannato per peculato ma assolto dall’accusa di mobbing nei confronti della funzionari­a che ha dato il via all’indagine, Ornella Piredda, ieri assente in un’aula affollata di curiosi. Certo è solo il primo grado di giudizio ma un effetto sarà immediato: tre dei condannati, infatti, siedono tutt’ora in Consiglio regionale e dovranno abbandonar­e il seggio per 18 mesi per effetto della sospension­e prevista dalla legge Severino.

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