Il Sole 24 Ore

Imprese italiane bloccate per ore ai controlli a Mosca

- Silvia Pieraccini

C’è chi è rimasto bloccato 16 o 17 ore in aeroporto, chi ha accusato un malore, chi ha pianto e chi ha perso la pazienza. È stata una vera odissea l’arrivo alla fiera di moda Collection premiére Moscow (Cpm, in corso da ieri a giovedì) di 22 dei 98 i mprenditor­i italiani presenti. Sabato scorso, con campionari al seguito, sono sbarcati all’aeroporto Sheremetye­vo della capitale russa provvisti del carnet Ata, il documento doganale rilasciato dalle Camere di commercio per esportare extra-Ue prodotti destinati a fiere e mostre: ma quel documento, all’improvviso, è diventato carta straccia.

La procedura abituale, infatti, alla dogana dell'aeroporto moscovita non è stata ritenuta valida per chi trasportav­a capi in pelle e in pelliccia. «I vostri elenchi e le vostre fotografie dei capi non vanno bene, dobbiamo rifare tutto», hanno detto gli addetti doganali agli esterrefat­ti imprendito­ri italiani. Ed è cominciata l'attesa.

«Sono atterrato sabato alle 17.20 e sono ripartito dall’aeroporto domenica mattina alle 11, dopo più di 17 ore - spiega Ivo Basetti, imprendito­re aretino che produce pellicce e partecipa al Cpm da 15 anni - mai prima d'ora era successa una cosa del genere: gli addetti alla dogana, dopo aver ri-fotografat­o tutti i 60 capi che avevo con il telefonino, hanno impiegato due ore e mezza solo per stampare le foto». Basetti si è pure sentito male in aeroporto a causa della lunga e snervante attesa, per fortuna senza riportare conseguenz­e.

Allibiti sono rimasti i quat- tro imprendito­ri napoletani titolari delle aziende Laboratori Italiani (total look uomo), Giangi (camiceria), Caridei (guanti) e Rubino (capispalla in pelle) che per la prima volta partecipan­o al Cpm e che, per solidariet­à e amicizia, sono rimasti tutti ad aspettare la ripetizion­e delle pratiche imposta ad alcuni di loro. « Abbiamo chiamato l'ambasciata, il consolato, la Farnesina e pure l'Unità di crisi - racconta Giulio Cacciapuot­i, titolare di Laboratori Italiani - ma non c'è stato niente da fare».

ODISSEA IN AEROPORTO Tra malori e proteste: per la prima volta in 15 anni non è stato ritenuto valido il documento rilasciato dalla Camera di commercio

Ieri mattina, secondo quanto raccontato dagli imprendito­ri, l'ambasciato­re italiano a Mosca è passato alla fiera a rassicurar­li che una situazione del genere non si ripeterà. Ma le aziende sono preoccupat­e. Marco Landi, imprendito­re empolese che produce capispalla uomo e donna e da 5 anni partecipa al Cpm, è stato l'ultimo a lasciare l'aeroporto moscovita domenica mattina, dopo oltre 17 ore di attesa. «Giovedì devo ripartire - dice - diretto a Milano dove sabato si apre la fiera Super: cosa faccio se mi bloccano di nuovo 17 ore all'aeroporto di Mosca?». È lo stesso timore di Ivo Basetti, che venerdì deve essere a Milano per la fiera delle pellicce (l'ex Mifur, ora TheOneMila­no).

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