La «carica» verso le imprese delle elettriche long range
Prima o poi, i fleet manager dovranno affrontare il nodo delle auto elettriche perché il panorama sta cambiando a grande velocità rispetto agli anni scorsi, quando le elettriche avevano autonomie ridicole. Sta, infatti, arrivando una nuova generazione di vetture “alla spina” dalla grande autonomia: anche 500 km, un prestazione a prova di “range anxiety” (la paura di rimanere a piedi). È il caso della debuttante Opel Ampera-e o della prossima Nissan Leaf, che con la batteria da 60 kWh esibisce un'autonomia di addirittura 550 km. Arriverà l’anno prossimo, quando dovrebbe esserci la mediaticamente sempre osannata Tesla Model 3 (finora mostrata solo come prototipo non definitivo) che dovrebbe avere un autonomia di almeno 350 km .Intanto sono a portata di concessionario altre auto, come la rinnovata Renault Zoe: ora monta una nuova batteria da 41 kWh made by Lg (la coreana fornisce anche Gm per la Ampera-e e la gemella Chevrolet Bolt) che le consente di viaggiare per 400 km, secondo il ciclo Nedc. Costa 33mila euro. E se apriamo una finestra sul prossimo futuro, non possiamo non considerare che Mercedes pensa con il progetto Eq a elettriche “aspirazionali” da almeno 500 km di autonomia, mentre Volkswagen sta studiando un’elettrica accreditata di un’autonomia pari a ben 600 km. È stata progettata su una piattaforma dedicata alle sole vetture elettriche che si chiama Meb (Modulare Elektrifizierungs Baukasten), derivata dalla nota Mqb, che dispone di un sottopianale adatto a ospitare le batterie senza rubare spazio all'abitacolo, favorendo così anche un abbassamento del baricentro. Con queste tecnologie, Vw ha svelato qualche mese fa un concept battezzato I.D. che anticipa la terza era della casa di Wolsburg: quella elettrica, dopo la prima del Maggiolino e la seconda della Golf (che va da metà degli anni 70 ai giorni nostri del dieselgate). Ed è proprio l’atteso declino del diesel che deve far riflettere gli operatori del noleggio lungo termine e quei fleet manager impermeabili all’evoluzione dell’automobile. Certo, la rivoluzione elettrica non è ancora dietro l’angolo e restano grandi nodi da sciogliere come la rete di ricarica, le infrastutture e le colonnine da gestire (un problema anche per le aziende che vogliono essere green per scelta o per darsi una bell’immagine nella propria corporate social responsibility strategy). E non va dimenticato che su valore residuo e rivendibilità delle elettriche pesa una grossa incognita. Tuttavia il futuro è segnato e già adesso sarebbe buona cosa non escludere (o ostacolare) dalle car list le ibride e suprattutto le plug-in hybrid (quelle che si ricaricano alla spina per viaggiare in elettrico per una cinquantina di chilometri).