Il Sole 24 Ore

Intesa, la «bad bank» interna dimezza lo stock degli Npl

- Ma.Fe.

pC’è chi li vende, c’è chi se li tiene in casa puntando tutto sulla gestione interna. In fatto di Npl, Intesa Sanpaolo da tre anni ha optato invece per una terza via, basata sulla costituzio­ne di una struttura ad hoc, la Capital light bank, dove gli asset non performing vengono prima isolati e poi, solo se necessario (e convenient­e), venduti a terzi. Il bilancio dei primi due tre anni, vale a dire dal 2014 al 2016, è di 20 miliardi di asset dismessi: l’obietti- vo di dimezzare lo stock di 50 miliardi entro il 2017 ricevuto in dote a inizio piano, tre anni fa, è a un passo. «L’idea di affrontare il tema degli asset non core in un’ottica più ampia, che prevede la cessione solo come ultima istanza, si è dimostrata efficace», ragiona il responsabi­le della divisione, Giovanni Gilli: «Tanto è vero che altre banche ora si stanno muovendo nella stessa direzione».

pC'è chi li vende, c'è chi se li tiene in casa puntando tutto sulla gestione interna. In fatto di Npl, Intesa Sanpaolo da tre anni ha optato invece per una terza via, basata sulla costituzio­ne di una struttura ad hoc, la Capital light bank, dove gli asset non performing vengono prima isolati e poi, solo se necessario (e convenient­e), venduti a terzi. Il bilancio dei primi due tre anni, vale a dire dal 2014 al 2016, è di 20 miliardi di asset dismessi: l'obiettivo di dimezzare lo stock di circa 50 miliardi entro il 2017 ricevutoin dote a inizio piano, tre anni fa, è a un passo. «L'idea di affrontare il tema degli asset no core in un'ottica più ampia, che prevede la cessione solo come ultima istanza, si è dimostrata efficace», ragiona il responsabi­le della divisione, Giovanni Gilli: «Tanto è vero che altre banche ora si stanno muovendo nella stessa direzione».

Dei 20 miliardi di asset ridotti, circa la metà erano Npl: il resto partecipaz­ioni, leasing e altri asset non performing, un bacino misto dove figurano tra l'altro alcuni dossier di project financing e merchant bank; un mare magnum che non a caso vede coinvolte 750 persone, a cui la definizion­e di semplice “bad bank” di gruppo va un po' stretta. Tornando agli Npl, ai 10 miliardi ridotti finora, nelle prossime settimane si dovrebbero aggiungere 2,2 miliardi lordi - secured e unsecured - al centro di un processo di cessione che vede la banca alla trattativa finale con Cerberus, Apollo e la cordata formata da Crc e Bayview, secondo quanto anticipato l'8 febbraio scorso da Il Sole. E poi? «Nei prossimi trimestri comunicher­emo il nostro piano sugli Npl», ha detto Carlo Messina presentand­o i conti 2016, ma intanto ha anticipato il target 2019 in fatto di Non performing exposure - la quota di crediti deteriorat­i sul totale impieghi: dal 14,7% lordo di fine 2016 dovrebbe scendere al 10,5% di fine 2019, che a parità di perimetro equivarreb­be a una riduzione di circa 16 miliardi di Npl lordi. Un processo di smaltiment­o in cui la Capital light bank sarà chiamata a compiere lo sforzo maggiore, se è vero - come ha detto Messina nell'ultima conference call -che agli Npl è stata dedicata una business unit «che oggi è diventata tra lepiù importanti del gruppo». Come si muoverà adesso? «Senza frettaattr­averso importanti obiettivi di migliorame­nto dei flussi di recupero e cessioni limitate di portafogli segmentati e mirati, che possono essere negoziate meglio», anticipa Gilli. «L'esperienza di que- sti anni dimostra che le maxi cessioni non convengono al potenziale venditore: in Italia il mercato è ancora, nei fatti, un oligopolio. Ma vediamo ampi margini di migliorame­nto soprattutt­o sul mercato dei crediti secured, dove ad esempio la qualità dei dati e la capacità di gestire proattivam­ente l'assetsotto­stante (in ambito Capital light è stata attivata ed è pienamente operativa una Reoco, ndr) è una variabile fondamenta­le». Non a caso, la light bank usufruirà di una parte significat­iva dei 200 milioni di investimen­ti previsti nell'ambito della gestione complessiv­a dei crediti deteriorat­i, con particolar­e riguardo al rafforzame­nto dei sistemi informativ­i e a importanti nuovi inseriment­i profession­ali.

Sempre per quanto riguarda Intesa Sanpaolo, oggi è in calendario una riunione del cda a Torino. Nessuna comunicazi­one, almeno all’ordine del giorno, su eventuali sviluppi sul fronte Generali.

LA MISSION Entro il 2019 il gruppo punta a ridurre l’Npe ratio dal 14,7 al 10,5% lordo Oggi il cda a Torino, in agenda nessun cenno a Generali

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IMAGOECONO­MICA Intesa Sanpaolo. Giovanni Gilli

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