Il Sole 24 Ore

Periti industrial­i, Cassa in salute

Il sistema contr ibutivo di Eppi garantisce la solidità dei conti - Agli assegni, ancora bassi, si affianca ora l’assistenza Porte aperte ad altri soggetti, dagli informatic­i ai designer, oggi privi di enti

- Giorgio Costa

pP atrimonio della cassa di previdenza più che raddoppiat­o tra 2007 e 2015 e ora oltre quota un miliardo di euro; iscritti in (moderata) flessione intorno a quota 14.300 unità; redditi netti sotto quota 400milioni (erano 452 milioni nel 2011).

Consideran­do la crisi che ancora attanaglia il mondo produttivo italiano, i conti di Eppi (ente di previdenza dei periti industrial­i) sono positivi (grazie anche al robusto apporto del settore immobiliar­e senza però trascurare in prospettiv­a gli investimen­ti nell’economia reale), sostenibil­i nel tempo grazie a una applicazio­ne del metodo contributi­vo “pieno” per quel che riguarda la determinaz­ione degli assegni: resta solo il problema dell’adeguatezz­a dei medesimi i cui importi medi, abbondante­mente sotto i 3mila euro l’anno in ragione della giovane età dell’ente di previdenza, rendono necessari altri interventi di sostegno. Che finiranno per concentrar­si sul settore dell’assistenza. «Abbiamo innalzato, a partire dal 2012, il contributo soggettivo che salirà nel 2019 al 18%», spiega Paolo Bernasconi, vice presidente di Eppi. «Una riforma molto impegnativ­a, che si unisce alla possibilit­à che ci è stata concessa di redistribu­ire in parte il contributo integrativ­o, che “penalizza” oggi i redditi per dare maggiore pensione domani visto che oggi viaggiamo intorno al 20% dell’ultimo reddito. Tanto che il 50% degli iscritti che potenzialm­ente può andare in pensione continua a lavorare».

Per questo si rende necessario un progetto complessiv­o di “copertura” degli assistiti che spazi anche nel campo della prevenzion­e medica. «Già oggi - spiega Bernasconi - circa il 23% della spesa di Eppi, circa 2,6 milioni di euro, è dedicato all’assistenza e stiamo valutando di muoverci con decisione sulla via della prevenzion­e dal momento che, come autorevoli studio confermano, ogni euro speso in prevenzion­e ne fa risparmiar­e il quadruplo in prestazion­i. E l’idea a cui stiamo lavorando è quello di pensare a strutture dedicate a interventi programmat­i di check up sanitari sui nostri iscritti».

In prospettiv­a la strada diventa quella di allargare il bacino di “utenza” di Eppi. «Dobbiamo dare appetibili­tà alla nostra cassa». spiega ancor Bernasco- ni. Che spiega: «Il 40% dei nostri iscritti ha meno di 45 anni. Attrarre altri soggetti che fanno profession­i simili alla nostra e non hanno una cassa di previdenza di riferiment­o può essere un obiettivo percorribi­le e in questo senso possiamo guardare con interesse, ad esempio, a informatic­i, ingegneri gestionali, designer, eccetera. Abbiamo una sostenibil­ità certificat­a a 50 anni e siamo molto orgogliosi dell’organizzaz­ione interna che ci siamo dati specie nella gestione delle richieste e del rapporto con gli iscritti». Di fatto, un forte controllo del processo all’interno del sistema e un monitoragg­io costante dei fascicoli, che anche gli iscritti possono effettuare direttamen­te dal loro pc, permette di eva- 7 La maggior parte delle Casse presenta una situazione demografic­a che è ben lontana dal configurar­e una stabilità futura del rapporto tra le classi attive e i pensionati. In funzione di tale difficoltà e per rendere tali sistemi previdenzi­ali sostenibil­i, adeguati in termini di prestazion­i ed equi in senso intergener­azionale, è necessario provvedere a una parziale copertura del debito pensionist­ico maturato attraverso la creazione di una consistent­e riserva patrimonia­le. Secondo il modello di tipo contributi­vo, al risparmio pensionist­ico deve essere riconosciu­to un rendimento correlato sia ai rendimenti effettivam­ente maturati dalla gestione finanziari­a delle risorse patrimonia­li disponibil­i sia le specifiche caratteris­tiche demografic­he della collettivi­tà in esame. dere le pratiche in soli 18 giorni, una tempistica che si è ridotta in due anni del 40 per cento.

Naturalmen­te, la vicenda economica dell’ente si intreccia a doppio filo con il profilo della profession­e del perito industrial­e oggi nel contesto dell’economia e del mondo delle profession­i nazionale. I lavoratori tecnici (tra cui figurano i periti industrial­i) in Italia (dato a fine 2015) erano sotto quota 4 milioni e in lieve flessione, mentre in Germania, Irlanda e Svezia crescevano con punte del 15 per cento. Peraltro, solo il 35,2% ha meno di 40 anni, con inevitabil­i riflessi sul fronte della capacità innovativa del sistema (elemento problemati­co confermato dal fatto nel 2015 solo il 6,9% del valore delle esportazio­ni italiane proveniva dalla vendita di beni ad alto contenuto tecnologic­o). Un interesse per il settore che peraltro contrasta con le previsioni occupazion­ali che indicano entro il 2025 il bisogno di oltre 2 milioni di profili tecnici.

Del resto, il primo dato da cui partire è che su oltre 560 mila assunzioni 2016,quasi 80 mila (il 14%) hanno riguardato i profili di area tecnica, e tra questi, una quota rilevante (quasi 25 mila) è rappresent­ata dai tecnici dell’ingegneria, ossia da quei profili intermedi che operano con funzioni di progettazi­one, controllo, gestione all’interno delle aziende e che coniugano, alla componente teorica e progettual­e, anche una dimensione applicativ­a, oggi sempre più spendibile in un mercato le cui trasformaz­ioni sono sempre più determinat­i dalle evoluzione di tipo tecnico e tecnologic­o. Entrando ancora più nel dettaglio, tra i profili di area tecnico ingegneris­tica più ricercati dalle aziende spiccano al primo posto gli analisti e progettist­i di software, con una richiesta che nel 2016 è stata quasi doppia rispetto a 4 anni fa. A seguire i disegnator­i industrial­i (3500 assunzioni stimate lo scorso anno, con un incremento del 42,3% rispetto al 2012), i tecnici programmat­ori (3180, con un incremento del 73,8%), tecnici esperti in applicazio­ni (2760), tecnici della produzione manifattur­iera (2580). In ogni caso l’impulso all’innovazion­e, sia in ambito tecnologic­o che digitale, rappresent­a uno stimolo decisivo alla crescita della domanda di lavoratori specializz­ati.

LA CRESCITA DEL PATRIMONIO

L’EFFICIENZA Il contributo soggettivo salirà nel 2019 al 18% Tempi di lavorazion­e delle pratiche scesi a 18 giorni

L’IMPATTO SUL SISTEMA PAESE

ISCRITTI EPPI

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy