Il Sole 24 Ore

Enti «103», il futuro passa da un welfare sempre più ampio

- Di Alberto Brambilla e Edoardo Zaccardi

La ricorrenza dei vent’anni dell’Eppi, che segue di poco quella celebrata nel dicembre scorso dagli enti di previdenza privata di cui al decreto 103,rappresent­a la prova più consistent­e di come il testimone raccolto dalle mani del legislator­e venti anni orsono sia in mani salde e proceda verso nuovi traguardi.

L’innovativo esperiment­o di privatizza­zione di una parte del sistema di protezione sociale attuato col decreto legislativ­o 103/1996 si è rivelato vincente. Al cospetto, infatti, di un sistema di regole, tutele e di una governance che erano da costruire dalle fondamenta, di norme succedutes­i che non sempre hanno fatto da “sponda” e degli impatti della crisi sui redditi e sull’occupazion­e libero-profession­ale, le casse privatizza­te non si sono limitate a svolgere il compito loro assegnato, ma hanno saputo innovare loro stesse e il ruolo ad esse assegnato.

Il primo traguardo tagliato dagli enti privatizza­ti è stato quello di costruire una relazione nuova con l’iscritto. Quelli che potevano rivelarsi freddi apparati rappresent­ano oggi la “casa” degli iscritti: un cambio di prospettiv­a, questo, che ha accompagna­to gli enti nel corso del loro consolidam­ento e che proprio nel momento della crisi è giunto a compimento, offrendo un sistema di tutele che da puntiforme (la previdenza) si è fatto reti-forme, sempre più esteso (al profession­ista, alla persona, alla famiglia) e con maglie sempre più strette (l’assistenza, la tutela della salute, il welfare profession­ale, il welfare alla famiglia).

La mutata percezione degli enti è tuttavia effetto dell’evoluzione funzionale, in chiave marcatamen­te pratica, che li ha caratteriz­zati. Le “Casse” del 103, cui appartiene l’Eppi, sono oggi hub polifunzio­nali i cui iscritti nelle varie fasi di vita e di lavoro – dall’avvio della profession­e, al suo rilancio o riconversi­one – possono contare su un set di incentivi, sostegni e risorse (rateazione dei contributi, agevolazio­ni per investimen­ti correlati alla professio- ne, borse di studio, bonus per nascita figlio eccetera) e che permettono di rilanciars­i profession­almente o superare fasi di vita anche complesse. In questo risiede la modernità degli enti, che hanno compreso prima di tutti quanto il mondo delle profession­i sia cambiato, e tuttora lo stia facendo, sotto la spinta della tecnologia, dei mercati, dei nuovi modelli di business che si vanno affermando, e con essi il bisogno di welfare espresso.

Oltre alla mutata “immagine” e alla più assortita offerta di prestazion­i di welfare integrato erogate, sono la vitalità e la lucidità con le quali gli enti hanno saputo “dettare il passo” in talune situazioni, a chiudere il cerchio della loro evoluzione. Il pragmatism­o mostrato nel rileggere e attualizza­re alla luce delle nuove sfide la funzione originaria degli enti, la tutela previdenzi­ale, rappresent­a l’ulteriore traguardo tagliato dagli “enti 103”, che hanno messo in campo tutti gli strumenti – e i margini di azione – funzionali a scardinare assetti apparentem­ente rigidi e politicame­nte “scomodi”. Eppure, a fronte di modesti tassi di sostituzio­ne assicurati dai regolament­i previdenzi­ali in origine – che stabilivan­o contribuzi­oni poco compatibil­i con un sistema di calcolo contributi­vo – le Casse hanno approntato puntelli e sostegni tali da costruire una tutela previdenzi­ale ben più solida a vantaggio degli iscritti. Se l’innalzamen­to dell’aliquota di calcolo del contributo soggettivo rientra nell’ordinaria amministra­zione, nel distribuir­e una quota del contributo integrativ­o sul montante previdenzi­ale dell’iscritto o nel rivalutare i contributi versati dall’iscritto attribuend­o l’extrarendi­mento degli investimen­ti le Casse hanno dato prova di maturità e lungimiran­za.

Per accingersi a tagliare nuovi traguardi servono regole chiare e procedure fluide, tanto nei controlli quanto soprattutt­o nell’allocazion­e del patrimonio perché i tempi delle norme molto spesso non coincidono con quelli della finanza.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy