Il Sole 24 Ore

«Una legge quadro per gli investimen­ti nelle periferie»

Richiesta dei partiti e dell’Ance

- Massimo Frontera

pPer risanare le periferie serve una norma quadro sulla rigenerazi­one urbana. Una richiesta che accomuna la politica e l'imprendito­ria. Diversamen­te, le periferie continuera­nno a essere il brodo di cultura di organizzaz­ioni criminali, come dimostra il caso di Roma. Una richiesta in questa direzione è arrivata ieri alla Camera, dove la commission­e bicamerale d'inchiesta sul degrado delle periferie ha ascoltato una delegazion­e dell'Ance e poi il capo procurator­e della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Giuseppe Pignatone, accompagna­to dal procurator­e aggiunto Michele Prestipino. Questi ultimi hanno fornito uno sconfortan­te affresco della criminalit­à nella Capitale.

«Dopo continui interventi normativi frammentat­i in materia urbanistic­a è il momento di un approccio organico, con una norma orientata alla rigenerazi­one urbana», attacca Roberto Morassut (Pd), vicepresid­ente della commission­e bicamerale d'inchiesta. Una norma in cui includere «l'utilizzo dei beni del demanio e del demanio militare, il cui attuale utilizzo è totalmente scoordinat­o». Poi c'è la fiscalità, che tocca sia gli oneri di urbanizzaz­ione, da rivedere e riportare i sul territorio, sia la tassazione immobiliar­e in generale. «Con un contributo tra uno e due euro l'anno a metro quadrato in sostituzio­ne delle attuali tasse sulla casa - propone Morassut - si otterrebbe­ro 10 miliardi l'anno per alimentare le politiche di rigenerazi­one urbana "pesante"». Sulla stessa lunghezza d'onda i costruttor­i dell'Ance. «Con le norme attuali non sono possibili le rigenerazi­oni urbane», dice il presidente dell'Ance, Gabriele Buia, che aggiunge: «serve immediatam­ente una legge sulla rigenerazi­one urbana, per intervenir­e sul tessuto consolidat­o». I costruttor­i chiedono, tra l'altro, norme per superare la difficoltà della frammentaz­ione della proprietà immobiliar­e, e incentivi fiscali per «trasferire a livello urbano gli attuali bonus fiscali».

Il mancato intervento alimenta il degrado e il suo sottoprodo­tto: la criminalit­à. Roma è un caso di scuola. Nella Capitale, hanno raccontato Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino, la crimina-

PAX MAFIOSA A ROMA Pignatone: nella Capitale ci sono associazio­ni criminali che evitano i conflitti per non destare l’attenzione della politica e dei media

lità organizzat­a ha messo radici, in modo solido e intelligen­te; e sta crescendo nel controllo del territorio e negli investimen­ti. Il suo habitat è proprio la periferia, da Tor Bella Monaca a San Basilio al municipio di Ostia. Nella Capitale non c'è un'unica potente organizzaz­ione criminale ma coabitano varie organizzaz­ioni. «A Roma - spiega Pignatone - siamo lontanissi­mi da realtà come Napoli, Reggio Calabria o Palermo. Qui, evidenteme­nte, c'è guadagno per tutti e c'è una convinzion­e diffusa, o imposta dalle organizzaz­ioni più potenti, che conviene evitare manifestaz­ioni di violenza e di allarme che provocano immediatam­ente un'attenzione dei media e un intervento della politica che rendono la situazione peggiore per tutti».

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