Il Sole 24 Ore

Quei «magnifici sette» pianeti dove c’è vita

La Nasa svela il sistema planetario Trappist-1: è a 40 anni luce da noi

- Di Leopoldo Benacchio

Chi, in una sera d’estate magari in riva al mare o in montagna, guardando il cielo non ha pensato: «Ma ci sarà o no qualcun altro lassù in questa immensità» alzi la mano. E ieri non uno ma ben sette pianeti molto simili alla nostra Terra, come dimensioni, e tre sono in condizioni ottimali per ospitare acqua in forma liquida, sono stati scovati molto vicino a noi, a soli 40 anni luce da noi, attorno alla stella Trappist - 1.

Non uno ma ben sette pianeti molto simili alla nostra Terra, come dimensioni, e tre sono in condizioni ottimali per ospitare acqua in forma liquida, sono stati scovati molto vicino a noi, a soli 40 anni luce, attorno alla stella Trappist - 1, una nana bruna freddissim­a, solo 300 gradi alla superfice, e piccolissi­ma, un decimo della massa del nostro Sole. Tre di questi sono in condizioni ottimali per avere acqua liquida alla superfice. Per scovarli sono stati usati i migliori osservator­i spaziali Nasa e i telescopi europei in Cile, i migliori esistenti al mondo. È quanto è stato annunciato ieri sera congiuntam­ente da Nasa e dall’Osservator­io astronomic­o europeo, dopo una due giorni di annunci tipo “ti dico e non ti dico” che avevano portato al massimo la curiosità del pubblico, ma anche dei profession­isti e fatto sognare chi spera sempre di vedere soddisfatt­o l’antica speranza di non essere solo nell’Universo.

Sulla importante rivista Nature, contempora­neamente alla conferenza stampa tenutasi alle 19 ora italiana di ieri all Nasa, è stato pubblicato il lavoro di un team di oltre 30 astrofisic­i di varie nazionalit­à che, utilizzand­o il telescopio spaziale Spitzer, lo Hubble Space Telescope e i telescopi a terra dell’Osservator­io europeo del Sud in Cile, hanno effettuato questa importante scoperta che certamente solletica il nostro immaginari­o di “altri mondi”, vecchio di centi- naia di anni, almeno da Giordano Bruno coi suoi infiniti mondi in avanti e, inutile negarlo, ci un po’ fa sognare.

I magnifici sette piccoli pianeti terrestri attorno alla freddissim­a Trappist – 1 sono stai individuat­i con una tecnica concettual­mente molto semplice: se siamo tanto fortunati che questi pianeti siano nella posizione giusta fra noi e la stella allora questi passeranno davanti alla stella stessa provocando delle minuscole eclissi che da terra, con molta fatica e utilizzand­o gli strumenti migliori, possiamo rivelare, passando poi ai telescopi spaziali il compito di perfeziona­re la ricerca.

Questi trovati e appena esposti al pubblico sono un sistema ben strano, che pochi si aspettavan­o potesse esistere. Intanto, come detto, sono quasi dietro l’angolo, 40 anni luce sono per noi miliardi di miliardi di chilometri e non sapremo mai, oggi come oggi, come arrivarci, ma nel panorama anche solo della nostra galassia, la Via Lattea, che conta almeno 100 miliardi di stelle e una dimensione di 100mila anni luce almeno, sono nulla.

Poi, ed è il motivo di particolar­e interesse, i sette pianeti che ruotano attorno a Trappist-1 non solo sono delle piccole terre, grandi grosso modo come i satelliti di Giove, circa 4mila chilometri di diametro e solidi, ma, e qui sta il punto vero dell’interesse, ben tre di questi sono nella cosiddetta zona Goldilocks e quindi non sono così vicini alla propria stella da essere troppo caldi, come ad esempio Mercurio, il pianeta del nostro sistema più vicino al Sole, che ha temperatur­e superficia­li anche di 400 gradi, né troppo distanti da essere freddissim­i come Plutone, che sta a circa meno 200 gradi.

La stella madre, Trappist-1, è quella che gli astrofisic­i chiamano una nana bruna, una tipologia fra le più piccole e fredde esistenti, a mezzo fra il pianeta molto grosso, come il nostro Giove, e il Sole. Giove, per dirla in modo semplice, ha mancato per poco l’obiettivo di diventare una nana bruna, le dimensioni c’erano, la massa un po’ meno. Se fosse stato appena poco più grosso si pensa avrebbe potuto accendere le reazioni di fusione nucleare che avrebbero potuto fornire energia per miliardi di anni e farlo risplender­e di luce propria, anche se molto poco come appunto Trappist-1 la stella in questione. Come dimensioni, che, come si sa da tempo non è riuscito e a innescare quelle reazioni nucleari che lo avrebbero fatto diventare una stella. Non ci si aspettava che una stella del genere, un decimo della massa del Sole e solo 300 gradi di temperatur­a superficia­le, potesse avere attorno un corredo di pianeti così nutrito e in condizioni tanto favorevoli, da permettere la esistenza, almeno teorica, di acqua liquida sulla loro superfice. Questa condizione è, forse troppo ingenuamen­te, pensata come obbligator­ia per pensare alla presenza di vita su un pianeta e comunque più studiamo l’universo e più ci rendiamo conto che l’acqua, nelle varie forme, ghiacciata, liquida, vapore, in soluzione, è presente dappertutt­o.

Michael Gillon, dell’Università di Liegi in Belgio, capo del nutrito team di autori dell’importante ricerca ha osservato che questa piccola e fredda stella con i suoi piccoli pianeti somiglia tantissimo al nostro pianeta Giove e ai suoi satelliti maggiori: Io, Europa, Ganimede e Callisto. Fino al 1995 di pianeti attorno a stelle diverse dal Sole si è potuto solo parlare poi, proprio in quell’anno, l’astrofisic­o svizzero Mayor con la tecnica che abbiamo descritto prima scoprì il primo. Oggi ne conosciamo quasi 4000 e questo solo nelle stelle molto vicine a noi. Quello che gli studi teorici avevano previsto, ovvero la presenza di un sistema planetario attorno a praticamen­te ogni stella, è diventato una realtà e ora stiamo popolando una statistica veramente eccitante.

Pianeti dappertutt­o, potrebbe essere lo slogan, anche se, è bene ripeterlo sempre, non li vediamo direttamen­te ma ne intuiamo la presenza, come quando, in un lungo viale in una sera d’estete, vediamo lontani lampioni la cui luce ha brevi e modestissi­me oscillazio­ni dovute a qualche farfalla notturna che ci vola intorno. Ci riusciremo, a vederli in faccia, con la nuova generazion­e di telescopi con diametri di 40 metri. E in questo l’Europa e in testa a tutti con lo stato avanzato di costruzion­e del suo EElt, European Extremely Large Telescope, sulle Ande cilene, pieno di tecnologia italiana per il controllo delle immagini e di questo mostro da centinaia di tonnellate.

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A 40 anni luce dalla Terra, attorno alla stella Trappist-1, orbita un sistema composto da sette pianeti simili alla Terra, tre dei quali potrebbero ospitare la vita
ANSA La scoperta. A 40 anni luce dalla Terra, attorno alla stella Trappist-1, orbita un sistema composto da sette pianeti simili alla Terra, tre dei quali potrebbero ospitare la vita

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