Dombrovskis: riforme frenate dalla politica, l’Italia presenti piano ambizioso
Per scongiurare procedure comunitarie l’Italia non deve solo adottare misure di risanamento del bilancio entro aprile, che le evitino una procedura per debito eccessivo. Deve anche presentare in maggio un «ambizioso» piano nazionale di riforme in modo da rassicurare la Commissione europea sulla sostenibilità dello squilibrio macroeconomico che caratterizza la sua economia, ha spiegato ieri in una conversazione con un gruppo di giornali europei, il vice presidente dell’esecutivo comunitario Valdis Dombrovskis (foto), un ex primo ministro lettone di 45 anni, che oltre a seguire i bilanci nazionali ha anche il portafoglio dei servizi finanziari.
In una conferenza stampa ieri, in occasione della presentazione di un atteso rapportopaese sull’Italia, ha definito «costruttivo» il dialogo con il governo italiano.
Dal 2012, l’Unione europea si è dotata di una nuova procedura per contrastare gli squilibri macroeconomici nei paesi membri. Da allora, l’Italia è ritenuta alle prese con uno squilibrio eccessivo, in particolare per via del suo debito pubblico molto elevato. Finora, la Commissione europea non ha mai proposto sanzioni né contro l’Italia né contro altri paesi. Come mai?
Dipende dalla direzione in cui si muovono gli squilibri. In generale, la nostra analisi dimostra che gli squilibri si stanno gradualmente riassorbendo.
Ciò detto, per tre paesi – Italia, Cipro e Portogallo – avete comunque deciso ieri di riconsiderare la vostra analisi in maggio, quasi un primo giro di vite.
Questa scelta è stata dettata da persistenti debolezze strutturali nei tre paesi. Ci aspettiamo che da qui a maggio questi paesi preparino ambiziosi piani nazionali di riforme. Il passaggio al braccio correttivo della procedura per squilibrio macroeconomico è possibile nel caso in cui questi paesi non prendano misure sufficienti.
Lo squilibrio macroeconomico italiano è dovuto all’elevato debito pubblico (ben sopra al 130% del prodotto interno lordo), ma anche alle vulnerabilità del settore bancario?
Vi sono in effetti preoccupazioni per il settore bancario italiano. Nelle nostre più recenti raccomandazioni-paese, nel 2016, mettemmo l’accento sull’elevato ammontare di sofferenze creditizie. Continueremo a lavorare con l’Italia su questo fronte. Nuovi sforzi sono necessari.
Un’ultima domanda. Sempre nel vostro rapporto-paese, notate a proposito dell’Italia che «gli sviluppi interni hanno rallentato l’adozione di nuove riforme e si osserva un marcato rallentamento nell’attuazione delle riforme strutturali». Perché questo rallentamento nel modernizzare l’economia: l’incertezza politica ha avuto un ruolo?
È difficile per noi offrire una interpretazione. Certo, l’incertezza politica potrebbe avere giocato un ruolo. Nell’ultimo paio di mesi vi è stato un cambio di governo. Il nostro messaggio è chiaro: le riforme devono continuare. L’Italia deve presentare in primavera un ambizioso piano nazionale di riforme.
CREDITO «Vi sono preocupazioni per le sofferenze del settore bancario, servono nuovi sforzi»