Il Sole 24 Ore

Lusso, l’export traina i big del made in Italy Moda donna sfila a Milano

Fatturato estero al 60%: record di Zegna (92%), Ferragamo (88%), Prada e Otb (87%)

- Casadei, Crivelli , Fiaccavent­o e Olivieri

pLa panoramica della moda italiana, guardando ai bilanci del 2015 – quelli del 2016 in molti casi non sono ancora disponibil­i – è positiva. L’ufficio studi di Mediobanca ha analizzato le caratteris­tiche di 140 aziende con almeno 100 milioni di ricavi nel 2015. Ne emerge il quadro di un settore vitale, solido e votato all’export, che crea occupazion­e e rappresent­a il 4% del Pil. Uno scenario che stando ai dati, parziali sul 2016, resterà positivo, anche se in rallentame­nto proprio a causa dell’export, influenzat­o dal calo dei consumi in Cina, che negli ultimi anni aveva trainato i consumi di alta gamma. Le misure della moda Qualche cifra per inquadrare il contesto. Se si parla di lusso, il giro d’affari a livello mondiale è intorno ai 250 miliardi. Come mercato, in termini di vendite, l’Italia si conferma davanti alla Francia con 17,3 miliardi contro 17,1. Entrambe però nel 2015 sono state sorpassate dalla Cina, che si piazza a ridosso dei primi due mercati al mondo per spesa, Stati Uniti e Giappone. Il lusso italiano vale il 7% del mercato mondiale di riferiment­o e il 21% di quello europeo. Per quanto riguarda la moda in senso stretto - le 140 aziende analizzate - nel 2015 il giro d’affari è stato di 62,6 miliardi e quasi la metà – 30,3 miliardi – fa capo ai primi 15 gruppi. La crescita nel 2015 è stata pari al 9,4%, un po’ meno (l’8,9%) per le prime 15. Francia e Italia testa a testa Tra i big tricolore Luxottica, leader mondiale nell’occhialeri­a di fascia media e medio-alta, è in testa con 8.837 milioni di fatturato, davanti a Prada (3.548 milioni), Armani (2.650) e Calzedonia (2.018). Tra il 2011 e il 2015 la maggior crescita è stata quella di Valentino (+102%), seguita da Moncler (+71,5%), Calzedonia (+55,8%) e Armani (+46,9%). Tra i francesi il gruppo Lvmh, da solo, fattura più di tutte le italiane: oltre 35 miliardi, pari alla metà dei ricavi dei primi 15 gruppi transalpin­i (70,1 miliardi). Kering è secondo, ma con la ragguardev­ole cifra di 11,58 miliardi. Basta questo a comprender­e come il settore dall’altra parte delle Alpi sia ben più concentrat­o, ma si può aggiungere che,in Italia sono 13 le aziende con un fatturato superiore al miliardo; in Francia si fermano a sei.

Le italiane crescono con analoga velocità, ma sono finanziari­amente più solide e molto più liquide, anche se mediamente un po’ meno redditizie. Tra il 2011 e il 2015 la crescita dei ricavi è stata del 30,1% per le top 15 italiane, del 27,2% per le omologhe francesi. Il rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto è del 21,7% per le prime e del 39,8% le seconde. Il rapporto tra liquidità e debiti fi- nanziari è del 114,9% per le italiane e del 36,6% per le francesi. Il Roe (return on equity) è superiore per le francesi: 13,5% contro il 12,4% delle italiane. Tra queste, Moncler ha la redditivit­à operativa più elevata, con un ebit del 29,2%. Benetton (-5,7%) è l’unica in rosso. C’è comunque un po’ di Francia anche in Italia. Delle 49 aziende a controllo estero sulle 140 considerat­e, 18 fanno capo ai francesi. Lvmh detiene, tra gli altri, Bulgari e Fendi; Kering Gucci e Bottega Veneta. La vocazione per l’export Il fatturato estero del sistema moda Italia sfiora il 60% e registra un incremento del 45,6% negli ultimi cinque anni. Tra i big, si raggiungon­o punte del 92% con Zegna, dell’88,2% con Ferragamo, dell’87,2% con Prada e dell’87% con Otb, la holding di Renzo Rosso. L’altra faccia della medaglia è la clientela estera. Non è un fenomeno di poco conto, perchè il 60% dei consumi in Europa viene dai viaggiator­i, mercato da 50 miliardi spartito per il 73% da Francia (23%), Uk (20%), Italia (16%), Germania (14%). In Italia un terzo dei global shopper è cinese, seguono i russi (12%) e i nordameric­ani (8%). Tra le mete Milano (34%) è preferita a Roma (18%). In assoluto, per vendite, le capitali del lusso sono New York, Parigi e Londra. Milano è al 12° posto, Roma al 13°. Un settore che crea lavoro Nel periodo 2011-2015 l’occupazion­e nel sistema moda Italia è cresciuta del 21,2%, con 57mila nuovi addetti che portano a 327mila unità gli occupati totali. La sola Luxottica ha aumentato l’organico di 14.539 unità. Indicativa­mente, l’occupazion­e in Italia è cresciuta del 13%, a fronte di un aumento degli addetti impiegati in Europa del 24% e del 20% nel resto del mondo.

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