Parigi, Bayrou «sceglie» Macron
L’offerta di cooperazione del leader centrista rafforza l’ex ministro nella corsa all’Eliseo
pEnnesimo colpo di scena in questa presidenziale francese che ha già riservato tante sorprese. Il leader centrista François Bayrou – sostenitore di Alain Juppé alle primarie del centro-destra e, dopo la vittoria di François Fillon, apparentemente intenzionato a candidarsi per la quarta volta all’Eliseoha deciso di fare un passo indietro e di proporre un’alleanza elettorale all’ex ministro dell’Economia Emmanuel Macron, l’outsider di 39 anni diventato in pochi mesi la star del post-partitismo. Che l’ha immediatamente accettata, parlando di «svolta nella campagna elettorale».
L’annuncio del sessantacinquenne Bayrou è doppiamente importante. D’un lato perché evita l’ulteriore affollamento di un’offerta politica tanto ricca quanto confusa. Dall’altro perché rafforza Macron proprio nel momento in cui quest'ultimo si trova in difficoltà, raggiunto nei sondaggi da un Fillon in recupero. Non si tratta solo dei punti percentuali che le rilevazioni gli attribuiscono (intorno al 5-6%) e che Bayrou può portare in dote al candidato indipendente, ma della nuova dinamica che l’autorevolezza e l’integrità incarnate dal presidente del partito centrista Modem possono imprimere alla campagna di Macron.
A spingere Bayrou, come lui stesso ha spiegato in conferenza stampa, è stata la constatazione «di una situazione eccezionale e particolarmente pericolosa, con la prospettiva che una dispersio- ne dei voti aggravi il rischio di una vittoria dell’estrema destra, che rappresenterebbe un disastro per la Francia e la distruzione dell’Europa». A maggior ragione quando Marine Le Pen continua a rafforzarsi, nonostante le inchieste che la riguardano. Come quella sul presunto lavoro fittizio al Parlamento europeo del suo bodyguard e della sua capa di gabinetto, che proprio ieri è stata incriminata.
Ovviamente sulla scelta ha pesato anche l’indignazione per la vicenda del presunto lavoro fitti- zio della moglie di Fillon. E più ancora le reazioni dei dirigenti della destra. « L’accettazione pressoché unanime degli abusi commessi – ha detto Bayrou – crea immensi problemi morali. La linea adottata è stata quella di dire che “non è grave”, che “così fan tutti”. Non è vero. Si tratta di una posizione infamante per tutti quelli che lavorano onestamente nella politica. E sono tanti».
Per garantire il proprio appoggio, Bayrou ha posto quattro condizioni: che Macron «ribadisca formalmente e solennemente l’impegno a realizzare una vera alternanza, un reale rinnovamento radicale della politica»; che nel programma che il leader del movimento “En Marche!” presenterà il 2 marzo venga «data priorità a una legge di moralizzazione della vita pubblica, che spazzi via i conflitti di interessi ed eriga un muro tra affari e politica»; che ci siano «misure di protezione delle fasce sociali più deboli»; che, infine, i sia l’obiettivo di una riforma elettorale in senso proporzionale «che dia una giusta rappresentanza a due terzi dei francesi». Un riferimento, quest’ultimo, ai centristi, certo, ma paradossalmente anche al Front National, che pur essendo di fatto il principale partito del Paese, non può contare che su uno sparuto drappello di parlamentari.
Pochi minuti più tardi, Macron ha appunto espresso la disponibilità ad accogliere le condizioni di Bayrou. Quindi la proposta di alleanza. Che rafforza il proprio status di sfidante della Le Pen al ballottaggio del 7 maggio. Con alte probabilità di vittoria.
«Negli ultimi 50 anni – ha sottolineato Bayrou – la democrazia francese non si è mai trovata in una situazione così difficile. Chissà che da questo momento drammatico non possa uscire vincente il progetto di un asse che vada dalla destra repubblicana alla sinistra riformista per affrontare la gravità dei problemi del Paese».
I mercati hanno immediatamente reagito in senso positivo. I tassi sui decennali francesi sono scesi di sei punti in pochi minuti (con lo spread sui titoli tedeschi tornato a quota 75), mentre la Borsa ha invertito la tendenza al ribasso chiudendo in lieve rialzo.
ABUSO D’UFFICIO Incriminati guardia del corpo e capo di gabinetto di Marine Le Pen, per un presunto lavoro fittizio al Parlamento europeo