Taxi, partenza subito in salita per il tavolo con il Governo
In forse la prima riunione prevista per oggi
pI taxi hanno ripreso a circolare regolarmente, ma si prospetta una partenza incerta per il tavolo di lavoro previsto dall’accordo Governo-tassisti dell’altro ieri notte per scrivere entro un mese la riforma del settore: la prima riunione dovrebbe tenersi già oggi, ma potrebbe saltare o tenersi senza qualcuno dei sindacati firmatari dell’accordo. Tutto dipenderà dall’atteggiamento che alla fine decideranno di tenere Federtaxi, Ugl e Usb, che ieri hanno fatto una parziale marcia indietro sull’intesa e oggi potrebbero non presentarsi al tavolo. Ciò di per sé non impedisce l’inizio dei lavori con le altre 18 organizzazioni firmatarie dell’accordo, ma accresce i dubbi sulla riuscita dell’iniziativa.
Infatti, l’impegno sottoscritto a concludere i lavori entro un mese sembra velleitario: si tratterebbe di arrivare in così poco tempo a una riforma complessiva che faccia una sintesi delle esigenze della clientela, dei tassisti e degli autisti del noleggio con conducente (Ncc, che comprende la contestata multinazionale Uber). Un traguardo che non si è riusciti a raggiungere dal 2009 ad oggi, per cui a tutti i rappresentanti delle categorie coinvolte è molto chiaro che c’è un rischio concreto di fallimento. Ma, mentre 18 sigle sindacali lo accettano, le tre “dissenzienti” potrebbero non sedersi al tavolo.
A quel punto, le trattative inizierebbero senza di loro, ma con una considerevole ipoteca: nel caso si riuscisse a scrivere la riforma con 18 organizzazioni, le restanti tre potrebbero osteggiarla. Così si aprirebbe uno scenario molto incerto, perché oggi nessuno può sapere se la maggioranza dei tassisti accetterebbe le nuove regole o no. Il dubbio non è solo teorico, come ha dimostrato la protesta dei giorni scorsi: la maggior parte dei sindacati si è detta contraria, ma la base ha comunque scioperato. Oltre all’estrema frammentazione della rappresentanza sindacale del settore, a volte pesano anche intimidazioni a chi decide di lavorare.
Non a caso, la Digos di Roma sta esaminando le i mmagini delle violenze dell’altro ieri a Roma, anche per individuare possibili infiltrazioni da parte di ambienti criminali. Sono state identificate circa 100 persone, su cui ora si indaga.
Le motivazioni del dissenso di Federtaxi, Ugl e Usb spaziano dallo scetticismo sulle possibilità di raggiungere un traguardo ambizioso come la riforma alle perplessità legali sull’accordo dell’altra notte. Non si esclude nemmeno che pesi la volontà di essere in linea con le posizioni decisamente pro-tassisti espresse dalle forze politiche di riferimento (prevalentemente la destra e M5S).
In questo quadro, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha dichiarato che si farà una «riforma seria», avviata «senza cedere alla piazza». Gli ha fatto eco il suo collega dello Sviluppo economica, Carlo Calenda. Da una parte, questo è un modo per cercare di rafforzare l’iniziativa. Dall’altra, è una risposta indiretta alle critiche di politici e commentatori sul fatto che l’accordo per avviarla si era raggiunto dopo una giornata di disordini a Roma, per cui il Governo avrebbe ceduto al ricatto dei violenti.
Intanto, Beppe Grillo prova a smorzare i toni dell’altroieri e smentisce che M5S sia contro Uber e a favore dei tassisti: «Assolutamente no. Noi siamo contro queste leggi cambiate in 24 ore. I tassisti sono venuti, volevano parlare con qualcuno e io e la Raggi li abbiamo ascoltati».
IL FRONTE POLITICO Delrio: «Riforma seria avviata senza cedere alla piazza». Grillo: «Non è vero che M5S sia contro Uber e pro-tassisti, noi ascoltiamo tutti»