Il Sole 24 Ore

Il «biometano» nella rete di Snam

- Giuseppe Latour

pIl biometano entra nella rete Snam. Sono già un centinaio le aziende agricole che hanno chiesto di allacciars­i alla rete nazionale: così, entro la metà del 2017, il biometano sarà materialme­nte immesso per la prima volta nel sistema. Si tratta di un passaggio importante, soprattutt­o in prospettiv­a: in futuro, il biometano potrebbe arrivare a rappresent­are il 10-15% della domanda italiana e già oggi può contare su un potenziale da 2,5 miliardi di metri cubi. L’impatto sarebbe notevole, soprattutt­o sul fronte dei trasporti. In termini di emissioni, infatti, questa fonte di energia ha performanc­e paragonabi­li a quelle dell’elettrico.

Sono questi alcuni dei temi che oggi e domani vengono trattati a Roma dal convegno Biogas Italy in cui l’industria del settore si confronta per delineare problemi e strategie.

I numeri parlano di un trend già in atto. Negli ultimi due mesi, infatti, a Snam sono arri- vate un centinaio di richieste di connession­e alla rete da parte di siti produttivi di biometano. Materialme­nte, i primi allacci arriverann­o entro la metà del 2017, aprendo un processo dal quale ci si aspetta molto: secondo le previsioni dell’amministra­tore delegato di Snam, Marco Alverà il biometano «potrebbe rappre- sentare il 10-15% della domanda in Italia». Si tratta di una stima che guarda a quello che potrebbe accadere nello spazio di qualche anno. Se consideria­mo che oggi ci sono oltre mille impianti che producono biogas, il potenziale è già di circa 2,5 miliardi di metri cubi.

La novità potrebbe avere un impatto interessan­te sui trasporti. Snam ha in programma lo sviluppo della rete di distribuzi­one nelle stazioni di servizio: nel quadro di un’intesa firmata con Fca e Iveco, si è già impegnata a investire circa 200 milioni in cinque anni per incrementa­re le stazioni per il rifornimen­to di metano.

L’obiettivo è aumentare il numero delle 1.100 stazioni attuali, distribuen­dole meglio sul territorio. Il primo accordo è stato firmato con il gruppo Api, per realizzare 150 nuovi distributo­ri Cng nella rete Ip.

Già questo tipo di alimentazi­one consente una forte riduzione delle emissioni, stimata in un 40% di anidride carbonica e in oltre il 90% di ossidi di azoto rispetto alle tecnologie tradiziona­li, con una quasi totale riduzione del particolat­o. L’utilizzo del biometano, in combinazio­ne con il metano tradiziona­le, consentirà di migliorare ancora l’impatto: le emissioni calcolate lungo tutta la filiera, dal pozzo fino alla vettura (from well to wheel), sarebbero assimilabi­li a quelle dell’elettrico.

TRASPORTI L’utilizzo del biometano consentirà di abbattere le emissioni. L’impatto di questa alimentazi­one sarà paragonabi­le all’elettrico

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