Il «biometano» nella rete di Snam
pIl biometano entra nella rete Snam. Sono già un centinaio le aziende agricole che hanno chiesto di allacciarsi alla rete nazionale: così, entro la metà del 2017, il biometano sarà materialmente immesso per la prima volta nel sistema. Si tratta di un passaggio importante, soprattutto in prospettiva: in futuro, il biometano potrebbe arrivare a rappresentare il 10-15% della domanda italiana e già oggi può contare su un potenziale da 2,5 miliardi di metri cubi. L’impatto sarebbe notevole, soprattutto sul fronte dei trasporti. In termini di emissioni, infatti, questa fonte di energia ha performance paragonabili a quelle dell’elettrico.
Sono questi alcuni dei temi che oggi e domani vengono trattati a Roma dal convegno Biogas Italy in cui l’industria del settore si confronta per delineare problemi e strategie.
I numeri parlano di un trend già in atto. Negli ultimi due mesi, infatti, a Snam sono arri- vate un centinaio di richieste di connessione alla rete da parte di siti produttivi di biometano. Materialmente, i primi allacci arriveranno entro la metà del 2017, aprendo un processo dal quale ci si aspetta molto: secondo le previsioni dell’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà il biometano «potrebbe rappre- sentare il 10-15% della domanda in Italia». Si tratta di una stima che guarda a quello che potrebbe accadere nello spazio di qualche anno. Se consideriamo che oggi ci sono oltre mille impianti che producono biogas, il potenziale è già di circa 2,5 miliardi di metri cubi.
La novità potrebbe avere un impatto interessante sui trasporti. Snam ha in programma lo sviluppo della rete di distribuzione nelle stazioni di servizio: nel quadro di un’intesa firmata con Fca e Iveco, si è già impegnata a investire circa 200 milioni in cinque anni per incrementare le stazioni per il rifornimento di metano.
L’obiettivo è aumentare il numero delle 1.100 stazioni attuali, distribuendole meglio sul territorio. Il primo accordo è stato firmato con il gruppo Api, per realizzare 150 nuovi distributori Cng nella rete Ip.
Già questo tipo di alimentazione consente una forte riduzione delle emissioni, stimata in un 40% di anidride carbonica e in oltre il 90% di ossidi di azoto rispetto alle tecnologie tradizionali, con una quasi totale riduzione del particolato. L’utilizzo del biometano, in combinazione con il metano tradizionale, consentirà di migliorare ancora l’impatto: le emissioni calcolate lungo tutta la filiera, dal pozzo fino alla vettura (from well to wheel), sarebbero assimilabili a quelle dell’elettrico.
TRASPORTI L’utilizzo del biometano consentirà di abbattere le emissioni. L’impatto di questa alimentazione sarà paragonabile all’elettrico