Il Sole 24 Ore

Acquisto sulla carta con fideiussio­ne

Crescono le ve ndite del nuovo, ma spesso non viene rispettata la tutela di legge in caso di fallimento

- Di Adriano Lovera

a Il 2017 sta portando in dote segnali di ripresa anche sul fronte degli immobili acquistati “su carta”, direttamen­te dal costruttor­e. Il Governo ha prorogato per tutto l'’nno gli sgravi sull’Iva a favore di chi acquista un’abitazione nuova in classe energetica A o B (vedi sotto). E anche la domanda sembra tornare: secondo un’elaborazio­ne di Tecnocasa, nel secondo semestre 2016 le abitazioni nuove avevano raggiunto il 22% del totale delle transazion­i (+4% rispetto al 2015), con punte del 23,5% negli “'hinterland” e del 17,1% nelle grandi città.

«A livello di volumi il mercato delle nuove costruzion­i però si assottigli­a», ragiona Marco Dettori, presidente Assimpredi­l-Ance delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza. I dati dell’associazio­ne, a livello nazionale, prevedono nel 2017 un calo dell’1,6% degli investimen­ti residenzia­li. «A Milano città negli anni del boom – continua Dettori – si facevano anche 6-7.000 abitazioni l’anno. Oggi siamo a non più di 2.500». Ed è calato anche il numero dei costruttor­i:circa 100mila sono usciti dal mercato rispetto ai 630mila del 2008. «Però la qualità dell'offerta è migliorata. Un appartamen­to con dieci anni di età viene considerat­o ancora semi nuovo, ma è indietro anni luce rispetto a una classe A o B di oggi, grazie a soluzioni più moderne in fatto di coibentazi­one, serramenti, recupero del calore, domotica».

Ma quali sono i rischi e gli accorgimen­ti da seguire quando si acquista “sulla carta”? Informazio­ni preliminar­i e cautela negli acconti sono le parole chiave. «È bene partire leggendo con attenzione il capitolato, per comprender­e il più possibile le metodologi­e costruttiv­e e la classe energetica. Ed è opportuno chiedere informazio­ni dettagliat­e sui costi di gestione e di riscaldame­nto», consiglia Paolo Righi, presidente dell’associazio­ne degli agenti immobiliar­i Fiaip. Occorre poi informarsi sull’impresa. Ad esempio, verificand­o tramite una visura camerale se ha anni di attività alle spalle, o chiedendo agli agenti di zona quali altri edifici abbia già costruito e commercial­izzato. Quanto ai pagamenti, l’iter tipico prevede una caparra confirmato­ria del 10% del prezzo pattuito da versare per bloccare l’immobile. Poi si possono concordare altre tranche in specifici punti di avanzament­o dei lavori (da scrivere sul contratto preliminar­e) lasciando il saldo (in genere almeno il 20%) al rogito. «L’atto di acquisto coincide con la consegna dell’alloggio. Ma molte imprese concedono di abitare la casa già inun periodo precedente, ad esempio un paio di mesi, così l’acquirente verificare eventuali difetti da sanare prima della conclusion­e del contratto. Un’opportunit­à che è bene farsi accordare», continua Righi.

E le garanzie? Purtroppo si tratta di un capitolo dolente. La legge (Dlgs 112/2005) obbliga il costruttor­e a consegnare una fideiussio­ne all’acquirente nel momento del preliminar­e di compravend­ita: questa serve da garanzia in caso di fallimento, amministra­zione straordina­ria, concordato preventivo o liquidazio­ne coatta. Nei fatti, però, la maggior parte delle trattative avviene senza questo elemento. Tanto è vero che la norma obblighere­bbe a inserire, nel preliminar­e, gli estremi della fideiussio­ne. Ma in caso di omissione, non sono previste sanzioni per l’impresa, se non l’annullabil­ità del contratto su richiesta dell’acquirente. Che però, se non chiede da subito la fideiussio­ne, spesso si trova nella paradossal­e situazione di dover decidere se chiedere l’annullamen­to a un impresa in fallimento e a cui ha versato già molto denaro. «In effetti c’è ancora molto da lavorare su questo aspetto. Non ci sono controlli e tanti imprendito­ri edili non rispettano la norma», ammette Dettori di Ance. «Purtroppo anche i costruttor­i che vogliono essere onesti – aggiunge Righi – faticano ad adempiere all’obbligo, perché in pochi possiedono le garanzie richieste dalla banca, per emettere la fideiussio­ne». Questa viene rilasciata sul valore di vendita e segue un iter totalmente slegato dall’analisi creditizia condotta sull’impresa per concedere il mutuo utilizzato ai fini dell’avvio del cantiere. « Senza un accordo ampio tra Governo, Ance e Abi che la renda davvero praticabil­e – conclude Righi – questa norma non troverà mai applicazio­ne diffusa».

 ??  ?? FOTOLIA
FOTOLIA

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy