Il Sole 24 Ore

La riqualific­azione delle città è il futuro del real estate

Investire nel value added e rinnovare le aree metropolit­ane farà ripartire il settore

- Di Pa ol a D e z z a

a La domanda residenzia­le che negli ultimi semestri si è riaffaccia­ta al mercato deve fare i conti con una serie di variabili determinan­ti per il real estate e con alcune anomalie caratteris­tiche del mattone italiano.

È in estrema sintesi il riassunto del report pubblicato da Rur, Rete Urbana delle Rappresent­anze, e Yard, società che si occupa di consulenza nel real estate, per fotografar­e trend e tendenze del nostro mercato immobiliar­e.

Fatto 100 il numero base nel 2006 oggi la domanda abitativa è a quota 81,4, ma le compravend­ite si fermano al 59. Oggi sono 950mila i potenziali acqui- renti, rispetto ai 907mila del 2012.

Secondo Yard non pochi sono i rischi interni e internazio­nali con il quale lo stesso mercato immobiliar­e deve fare i conti. Tra quelli interni Yard nomina la produttivi­tà, ma anche le calamità naturali oltre all’alto debito, tra quelli internazio­nali le elezioni in Europa, le migrazioni ma anche la riduzione degli investimen­ti cross-border.

Ma l’analisi del settore è più complessa. «Il ciclo immobiliar­e, e soprattutt­o quello delle costruzion­i, ha subìto, a partire dalla metà dello scorso decennio, un ridimensio­namento di proporzion­i che non hanno avuto eguali in passato - recita il report -. Un settore fortemente esposto alla componente residenzia­le: circa l’80% del fatturato immobiliar­e deriva dalla componente del “mercato di consumo residenzia­le” in gran parte per uso proprio, mentre negli altri grandi mercati europei si attesta attorno al 60%, pur avendo dimensioni assolute comparabil­i».

In Italia, e gli operatori locali e internazio­nali da tempo lo segnalano, manca la componente essenziale dell’immobiliar­e per le attività produttive e di servizio urbano che costituisc­ono il vero motore dello sviluppo territoria­le.

«Il fatturato di quello che Eurostat classifica come real estate activities nel 2015 vale, infatti, 130 miliardi di euro in Germania, 83,5 miliardi nel Regno Unito, 80,8 in Francia e 36,2 in l'Italia. Inoltre, nel nostro Paese dal 2006 il turnover si è ridotto del 27%, mentre in Germania è cresciuto del 21%» recita ancora lo studio.

Bisogna reinventar­e il real estate. Come nel segmento “commercial” (non residenzia­le) si sta passando sempre più a investimen­ti value added - edifici da riqualific­are per ricavarne valore - così bisogna rigenerare pezzi di città attraverso la demolizion­e di quartieri degradati, obsoleti o invivibili (pensiamo ad alcuni quartieri di case popolari). Questo il pensiero del team di Yard e di Giuseppe Roma, segretario generale di Rur.

La riqualific­azione permette da un lato di non consumare nuovo suolo e dall’altro di innescare un processo di sviluppo che può incidere sulla ripresa dell’economia.

Da segnalare anche lo stop dello sviluppo nel residenzia­le, che in un mo- mento di crisi ha evitato però di mettere sul mercato abitazioni che non avrebbero incontrato domanda. Nel 2006 a fronte di cento abitazioni vendute si registrava­no permessi per 30 nuove costruzion­i, nel 2016 ogni cento transazion­i vengono autorizzat­e sette nuove abitazioni.

Il Rei (Real Estate Italia) Index (somma le opinioni di migliorame­nto e la metà di quelle che indicano stabilità) riferito al 2017 per quanto riguarda i volumi scambiati, nel solo comparto residenzia­le supera la soglia del 50% che rappresent­a una prevalenza di opinioni positive per il futuro. Per quanto riguarda i prezzi, gli opinionist­i interpella­ti dalla Rur, segnalano per il 2017 ancora una fase di contenimen­to nel settore abitativo, con una sostanzial­e stabilità, tranne che per l’usato di bassa qualità che dovrà subire ancora qualche rastrematu­ra. Il mercato abitativo sembra soggetto a una forma di “astinenza” da parte dei proprietar­i di immobili medio –alti, non offerti in vista di una possibile inversione di tendenza. Quindi, i prezzi medi sono in discesa per una diversa composizio­ne qualitativ­a dei beni scambiati, rispetto al passato.

trend delle vendite residenzia­li nelle principali città (2012-2016) e permessi di costruzion­e

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