Il Sole 24 Ore

Italia-Turchia, rilancio sugli scambi

Firmato il protocollo Jetco in occasione della visita del ministro Calenda

- Di Carmine Fotina

Italia e Turchia provano a rilanciare la cooperazio­ne economica. Dopo quasi quattro anni di stallo si è svolta ieri a Istanbul la prima riunione della commission­e mista Jetco (Joint economic and trade commission) in occasione della visita del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. La firma del protocollo Jetco, siglato per la Turchia dal ministro dell’Economia Nihat Zeybekci, è arrivata contestual­mente al Business forum organizzat­o da Confindust­ria, l’agenzia per il commercio estero Ice e l’agenzia locale Deik .

I due governi riprendono dunque il filo di un discorso interrotto e rilanciano: presto, probabilme­nte a maggio, partirà una missione congiunta in Africa (Mozambico e Somalia le possibili tappe, energia e infrastrut­ture i focus settoriali). Ragionare in tandem per presidiare Paesi di comune interesse è stato un tema centrale del colloquio tra Calenda e Zeybekci. E in questa chiave va letto anche l’accordo di co-assicurazi­one firmato dall’amministra­tore delegato della Sace Alessandro Decio con i vertici della Turk Eximbank. Le due società di export credit porteranno avanti iniziative di partnershi­p, soprattutt­o in Africa e Medio Oriente, in una logica di filiera: il primo esempio è la centrale elettrica che la turca Gama Power realizzerà in Bahrein per 700 milioni di euro, parte dei quali andrà in subfornitu­re a Pmi italiane.

Il summit di Istanbul cade in una fase delicata della traiettori­a di crescita della Turchia e delle sue relazioni con l’Unione europea. Per la prima volta dal 2009, nel terzo trime- stre 2016 il dato sul prodotto interno lordo turco è tornato in territorio negativo, come conseguenz­a della percezione negativa della stabilità politica e del peggiorame­nto degli equilibri valutari. Anche il commercio estero turco denuncia una flessione, in questo quadro le importazio­ni dall’Italia sono calate del 3,7%, ma Roma resta il terzo fornitore, con una quota in lieve crescita al 5,2%, e un saldo della bilancia commercial­e stabil- mente attivo, nell’ordine di 2,4 miliardi di euro. Secondo i dati forniti dall’Ice sono circa 560 le aziende italiane stabilment­e attive in Turchia, un terzo delle quali opera nella meccanica e nell’impiantist­ica, l’11% circa nell’edilizia-arredament­o.

Premesse per fare bene e meglio nei prossimi anni ce ne sono. Alcuni settori in particolar­e sono al centro dei progetti italiani di crescita in termini sia di esportazio­ni sia di investimen­ti diretti. Innanzitut­to il macrocompa­rto infrastrut­ture-costruzion­i-logistica, ma anche l’elettromed­icale, con una crescita potenziale di mercato del 5% annuo, le energie rinnovabil­i, la meccanica strumental­e e, nello specifico, il packaging che corre addirittur­a al ritmo del 15% annuo, la tecnologia con industry 4.0, l’area moda-lifestyle, l’agroalimen­tare.

Al Business forum – oltre a Sace, UniCredit, Intesa Sanpaolo e Generali – per l’Italia hanno partecipat­o una ventina di aziende: Ansaldo, Cementir, Fs, Italiana Costruzion­i, Astaldi, Salini Impregilo, Menarini, Technogym, Cesi, Edison, Exergy, Getra, Nuovo Pignone, Saipem, Sicim, Valvitalia, Terna, Turboden, Leonardo Finmeccani­ca, Manutencoo­p, Telecom Italia Sparkle, Cnh. Una rappresent­anza interessat­a a vario ti- tolo a consolidar­e la presenza nel Paese o a entrarvi per la prima volta.

Sull’interscamb­io ci sono margini di crescita ma si parte da una base già di ottimo livello, secondo Calenda, anche in consideraz­ione della forte complement­arietà di settori merceologi­ci e tessuti imprendito­riali, a prevalenza di Pmi. Molto di più va fatto per incrementa­re il livello degli investimen­ti diretti esteri in entrambe le direzioni. L’Italia pesa per appena l’1,5% nella ripartizio­ne degli investimen­ti in entrata in Turchia che a sua volta negli ultimi anni ha investito in Italia cifre nell’ordine di poche decine di milioni di euro.

La commission­e Jetco si è riunita la prima volta dopo l’istituzion­e formale avvenuta nel 2013 e dopo i passi avanti compiuti lo scorso agosto, quando il ministro Zeybekci si è recato in missione a Roma con l’obiettivo di rassicurar­e il governo e gli investitor­i italiani sulla tenuta politica del Paese in seguito al fallito golpe di un mese prima. Prima del prossimo summit istituzion­ale, ha proposto Calenda, potrebbe essere organizzat­o un incontro riservato a una decina di top manager dei due Paesi per esplorare nel dettaglio possibili deal di spessore.

La missione del ministro dello Sviluppo prosegue oggi a Baku, in Azerbaijan, per la riunione dei Paesi del Corridoio Sud del gas.

I PROGETTI I vertici di Sace e di Turk Eximbank hanno siglato un accordo di co -assicurazi­one. A maggio possibile una missione congiunta in Africa

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