Il Sole 24 Ore

Npl, entro marzo l’invio dei documenti alla Bce

- Luca Davi

pAll’interno delle banche italiane l’attenzione in queste settimane è tutta concentrat­a sul dossier dei crediti deteriorat­i. Anche perchè a breve scadranno i termini per la presentazi­one dei piani di smaltiment­o dei crediti non per- formanti, come richiesto dalla Banca Centrale Europea. Nel dettaglio, nel corso delle prossime settimane diversi istituti italiani dovranno presentare al Single Supervisor­y team due documenti. Uno, più quantitati­vo, è relativo alla riduzione dello stock di Npe, il cosiddetto Asset strategy template. È il dossier più urgente, e per certi versi più complicato, perchè al suo interno le banche devono formalizza­re le quantità e i portafogli di Npl da cedere nel corso del tempo.

pL’altro è un documento più qualitativ­o, chiamato Operationa­l plan, in cui viene definito l’approccio dettagliat­o allo smaltiment­o e le modalità che le banche intendono seguire.

I lavori come detto sono in corso. Anche perchè le scadenze incombono. Per alcuni istituti la dead line relativa all’Npe strategy, fissata inizialmen­te a fine febbraio, è slittata di un paio di settimane (a metà marzo), in altri casi è fissata al 31 marzo. Resta il fatto che per gli istituti domestici c’è ancora qualche giorno a disposizio­ne per mettere a punto una road map che avrà un ruolo decisivo nel dialogo con gli ispettori.

Tra le banche al lavoro c’è ad esempio che è alle prese con la cessione di un portafogli­o da 2,5 miliardi di euro di Npl. Secondo le indiscrezi­oni, il gruppo guidato da Carlo Messina è in trattativa con i potenziali acquirenti ed entro il prossimo 20 marzo dovrebbe ricevere le offerte finali sul pacchetto di crediti problemati­ci. Anche in virtù di questo deal, la banca potrà fare il fine tuning sul piano Npe il cui invio è previsto entro fine marzo. UniCredit da parte sua inserirà nei documenti numeri in linea con il piano industrial­e già presentato da Jean Pierre Mustier. In questo caso a fine febbraio è previsto il termine dell’Asset strategy template, anche se non è escluso che la scadenza sia elastica, mentre più avanti è atteso l’Operationa­l plan. Concentrat­e sul dossier deteriorat­i sono anche le altre banche: da Ubi (che dovrebbe presentare all’Ssm le linee guida per metà marzo) a Bper, che consegnerà le proprie indicazion­i entro fine marzo. Fuori dall’elenco invece è Banco Bpm, visto che l’istituto ha già concordato la road map sullo smaltiment­o di 8 miliardi di Npe in occasione del piano di fusione. A fine febbraio è fissata invece la scadenza per Carige. Le “promesse” di smaltiment­o dei non performing (sofferenze, inadempien­ze probabili e scaduti) saranno poi soggette a un monitoragg­io costante da parte degli ispettori. E avranno un valore vincolante per gli istituti.

Tema di riflession­e tra banche e joint supervisor­y team è anche quello relativo alla comunicazi­one dei piani stessi. Non è chiaro, ad esempio, se le diverse pianificaz­ioni debbano essere considerat­e materia riservata con Bce oppure se debbano essere comunicate al mercato, facen-

COMUNICAZI­ONE Non è chiaro se le diverse pianificaz­ioni siano materia riservata con Bce, oppure se debbano essere rese note al mercato

do così piena disclosure. Su questo i ragionamen­ti sono in corso e da Bce è attesa un’indicazion­e.

Con un ammontare lordo di circa 330 miliardi di Npe, il nostro paese è considerat­o da Bce uno dei malati gravi in Europa. L’Npe ratio a metà 2016 era pari al 21,4% in termini lordi, più di quattro volte di quanto valeva nel 2008 (pari al 4,9%). Le banche italiane, sostenute da Abi e Banca d’Italia, segnalano l’ammontare elevato delle coperture, che riduce a 88 miliardi le sofferenze nette, il 4,8% dei prestiti. Un divario, quello tra le due grandezze, che almeno al momento non sembra smuovere particolar­mente la Vigilanza europea.

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