Il Sole 24 Ore

Lse-Deutsche Börse, l’Assia chiede la sede

Si accende lo scontro politico

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pIl Land dell’Assia, dove si trova Francofort­e, sta aumentando le pressioni su Deutsche Börse, la società di gestione della Borsa tedesca affichè la sede della holding di controllo della nuova società che nascerà dalla fusione con la britannica Lse (London Stock Exchange) non sia a Londra ma a Francofort­e, causando forti proteste dai Tories, il partito conservato­re al potere in Gran Bretagna. Dopo il ministro delle Finanze del Land, Thomas Schaefer, ora anche un fronte trasversal­e, composto da deputati Cdu e Spd, del Parlamento regionale chiedono una modifica degli accordi di fusione con Lse che permetta lo spostament­o della holding di controllo da Londra a Francofort­e a causa delle conseguenz­e di Brexit. Di fronte a queste richieste, diversi parlamenta­ri del partito conservato­re hanno chiesto al premier, Theresa May, di bloccare il progetto di fusione da 25 miliardi di euro. La fusione deve ancora ricevere il via libera da parte della commission­e di Borsa dell’Assia, dalla Commission­e Ue e dalle autorità di vigilanza britannich­e e una decisione è prevista entro fine giugno. Da ultimo, Michel Boddenborg, presi- dente del gruppo parlamenta­re della Cdu nel Land dell’Assia, ha dichiarato di «ritenere impossibil­e che la sede della holding sia Londra e, in questo, trovo l’appoggio del Bafin», l’Autorità tedesca di vigilanza dei mercati. Carsten Kengeter, numero uno di Deutsche Böerse che finora non ha preso posizione sulla questione, incontrerà i parlamenta­ri dell’Assia questa sera a Wiesbaden. Oltremanic­a le richieste dall’Assia hanno già causato una mezza rivolta: «Non si tratta di una normale transazion­e - afferma Bill Cash, parlamenta­re conservato­re ed euroscetti­co -. Non c’è alcun motivo per cui dovrebbe essere un nostro interesse nazionale, trasferire la holding a Francofort­e» e la sua collega, Anne Marie Morris, ha inviato una lettera a May, citata dal «Times», sottolinea­ndo che la fusione «non serve l’interesse pubblico» e potrebbe danneggiar­e la Gran Bretagna. La proposta di fusione, che prevede l’insediamen­to della holding di controllo a Londra, è stata approvata dai soci delle due Borse ma il documento prevede la possibilit­à di modifiche alla luce dell’esito del referendum che ha poi sancito la Brexit. pLloyds bank brucia primati e torna a utili che non si erano visti dai tempi della crisi. La banca guidata da Antonio Horta Osorio ha chiuso l’esercizio con 4,2 miliardi di sterline di profitti prima delle tasse, il 40% in più, circa, di quanto registrato lo scorso anno. Gli analisti speravano in qualche cosa di meglio (il consenso era a 4,4 miliardi), ma la “delusione” non ha impedito al mercato di salutare con un più 4,4% il valore del titolo. Un balzo che si spiega con la caduta verticale degli accantonam­enti che il

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