Il Sole 24 Ore

Le tre «gare» a sinistra

- Di Lina Palmerini

Ieri Orlando ha lanciato la sua sfida a Renzi contro la «politica della prepotenza». Ma nelle stesse ore nel Pd si discuteva di una politica più incombente: le privatizza­zioni.

La riunione del gruppo Pd al Senato, ufficialme­nte, si è chiusa con quelle formule di rito che tendono a gettare acqua sul fuoco: l’incontro è stato positivo, si costituirà un gruppo di parlamenta­re per esaminare il tema delle privatizza­zioni nel suo complesso. Fuori dall’ufficialit­à, il partito – o settori del Pd – intendono riportare la discussion­e dentro le sedi politiche e più lontano dal Ministero di Padoan visto che si tratta di una questione elettoralm­ente molto sensibile, che ha - tra l’altro - una scadenza ravvicinat­a, quella del Def di aprile. In ballo ci sono le quote di Poste e Ferrovie da privatizza­re per agganciare il percorso di riduzione del debito ma non è ancora chiaro - come dimostra la riunione di ieri - quale sarà la linea del Pd.

Ieri Andrea Orlando ha lanciato la sua corsa alla leadership Pd contro la “politica della prepotenza” e non era chiaro se si rivolgesse solo a Renzi o anche a Emiliano - visti alcuni tratti in comune tra i due – ma la gara a tre non potrà limitarsi solo alla cifra caratteria­le degli sfidanti. Già la scadenza di aprile li costringer­à ad affondare la lama dialettica nelle questioni incombenti come sono le privatizza­zioni che – al momento - fanno parte del menù di riforme che l’Italia dovrà presentare a Bruxelles. Ed è qui che scatterà il dilemma non solo nella “gara a tre” nel Pd ma anche per quella sinistra che si sta costituend­o fuori dai Democratic­i e sarà costretta a scegliere un bivio. Una sinistra che ora si è mescolata con gli ex di Sel ma che nasce da personalit­à come D’Alema e Bersani che hanno vissuto una stagione di privatizza­zioni e di liberalizz­azioni.

Insomma, come sempre, le scadenze europee impongono una messa fuoco sui dilemmi politici che nel tempo sono sempre uguali: come ridurre il debito, con privatizza­zioni, tagli di spesa o tasse? Tra l’altro, non c’è nemmeno la comodità di essere fuori dalle aule parlamenta­ri, visto che le Camere votano una risoluzion­e sul Def, quindi tutte le sinistre – fuori e dentro del Pd – dovranno assumere una scelta. E la singolarit­à è che non c’è solo la gara a sinistra ma anche al centro. Perché ieri, per esempio, nella riunione del gruppo parlamenta­re del Senato, le maggiori cautele venivano da un ex Margherita come il sottosegre­tario Giacomelli mentre l’ex Ds Enrico Morando - pur consapevol­e delle implicazio­ni sociali del passaggio di Poste al mercato - spingeva per la privatizza­zione. Così come un ex popolare come il ministro Delrio continua a essere perplesso se privatizza­re o no settori dei Trasporti (le Frecce) per le ripercussi­oni sui pendolari. Non solo a sinistra, insomma, c’è la gara della diffidenza verso uno strumento che continua a entrare e uscire dai programmi di governo del Pd.

Sempre Andrea Orlando nell’annunciare la sua sfida a Renzi ha parlato di «rifare il Pd, compiere quella speranza che non si è mai compiuta». Ma una delle incompiute è l’eterna altalena in cui ha oscillato il mondo del centro-sinistra, riformista o “socialista” a stagioni alterne.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy