Il Sole 24 Ore

Tra Fisco e contribuen­ti liti per 32 miliardi nel 2016

Arretrato ancora in crescita in secondo grado e in Cassazione

- Dell’Oste, Maglione e Parente

pValgono 31,8 miliardi le 232mila nuove liti con il fisco avviate nel 2016. Un importo in calo del 4,9% su base annua ma ancora superiore di quasi 2 miliardi rispetto ai livelli del 2014.

Nell’evoluzione del contenzios­o, aumenta l’arretrato davanti alle commission­i di secondo grado, mentre il trend è positivo nelle 103 commission­i tributarie provincial­i. Si aggravano le pendenze in Cassazione, dove le liti fiscali costituisc­ono già il 46,9% dello stock.

Prendete il gettito della Tasi sulla prima casa e moltiplica­telo per otto. Oppure, se preferite, moltiplica­te per 16 i maggiori incassi che l’Erario si attende quest’anno dalle nuove comunicazi­oni Iva. A tanto ammonta il valore delle nuove liti tributarie iniziate nel 2016 in primo e secondo grado: 31,8 miliardi. Importo che risulta in calo del 4,9% rispetto all’anno precedente, ma che comunque è di quasi 2 miliardi più alto di quello del 2014. Segno che sul fisco si continua a litigare senza una chiara inversione di tendenza.

I dati ufficiali – che Il Sole 24 Ore del lunedì anticipa in queste pagine – saranno presentati oggi all’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o tributario, e mostrano una situazione completame­nte diversa nei due gradi di giudizio.

Davanti alle 103 commission­i tributarie provincial­i (Ctp) l’anno scorso sono arrivate 164mila nuove controvers­ie. Quasi 15mila al mese, escludendo la sospension­e feriale dei termini. È un numero ancora altissimo, su cui pesa l’incidenza abnorme delle miniliti: quattro cause su dieci non arrivano a 2.582 euro di valore. Eppure, il totale dei nuovi ricorsi è in calo del 9,7% rispetto al 2014, grazie soprattutt­o al potenziame­nto degli istituti deflattivi del contenzios­o (in primis, la mediazione tributaria estesa dallo scorso anno anche ai tributi di competenza degli enti locali) e al rincaro del contributo unificato, la “tassa” d’accesso alla giustizia.

In primo grado il calo dei nuovi ricorsi è superiore a quello delle sentenze, il che si traduce in una riduzione dell’arretrato. Lo dimostra l’indice di ricambio, secondo cui nel 2016 sono state decise 141 liti ogni 100 pervenute. Di questo passo, basterebbe­ro poco più di quattro anni e mezzo per azzerare le 318mila cause che risultavan­o pendenti in Ctp al 31 dicembre scorso.

Tutto l’opposto quello che accade nelle commission­i tributarie regionali (Ctr). Qui nel 2016 c’è stata una leggerissi­ma riduzione delle nuove liti e un robusto aumento di quelle decise, ma il punto d’equilibrio è ancora lontano. Ogni 100 fascicoli aperti, ne sono stati chiusi solo 90. Detto diversamen­te, l’arretrato è aumentato di 6.679 cause.

Bisognerà vedere, a questo punto, se la riforma della conciliazi­one giudiziale avrà effetti positivi. Con l’attuazione della delega fiscale, infatti, è stata introdotta la possibilit­à di trovare un accordo tra ente impositore e contribuen­te anche in secondo grado. Una chance che dovrebbe favorire la chiusura di quelle liti su cui c’è un orientamen­to giurisprud­enziale consolidat­o. Anche perché il tasso di sentenze di secondo grado che vengono portate in Cassazione è ancora altissimo (si veda l’articolo nella pagina fianco).

Lo smaltiment­o delle pendenze avrebbe effetti positivi anche per l’Erario. Pur consideran­do i casi in cui vince il contribuen­te, è innegabile che chiudere l’arretrato significa rendere possibile il recupero di imposte per così dire “in sospension­e”. Prendendo come riferiment­o il valore medio delle liti negli ultimi quattro anni, si può ipotizzare che le pendenze valgano 36,1 miliardi in Ctp e 28,9 in Ctr.

In più va segnalato un altro aspetto. Se è vero che le liti bagatellar­i sono quelle che ingolfano l’attività di Ctp e Ctr, la crescita dell’importo medio delle controvers­ie rispetto al 2015 in entrambi i gradi di giudizio sembra indicare la necessità di tempo, risorse e competenze da indirizzar­e sui contenzios­i più complessi. Dopotutto, in Ctr i tre quarti del controvalo­re arrivano da 1.855 cause di grande importo.

Un tentativo in questo senso la delega fiscale lo ha fatto, delineando un percorso per l’attribuzio­ne delle «questioni controvers­e» a sezioni in qualche modo specializz­ate. Basti pensare al caso dell’abuso del diritto. Una prassi già adottata da tempo nelle Commission­i maggiori, ma che in quelle più piccole potrebbe creare qualche problema organizzat­ivo.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy