Il Sole 24 Ore

E in aula si litiga per i tovaglioli

- NELLE COMMISSION­I

Dal redditomet­ro alla vendita di edifici da demolire, anche il contenzios­o tributario ha i suoi tormentoni.

Sul redditomet­ro e sugli studi di settore si litiga meno che in passato, probabilme­nte in funzione delle diverse strategie seguite dalle Entrate. Non sembra rallentare, invece, il contenzios­o legato agli accertamen­ti in cui l’Agenzia contesta l’antieconom­icità delle operazioni svolte dal contribuen­te, almeno seguendo le pronunce commentate ogni lunedì nella pagina di «Fisco e sentenze».

Ad esempio, è stata bocciata la contestazi­one nei confronti di un soggetto congruo e coerente per gli studi di settore, che aveva a supporto i giustifica­tivi delle poste contabili (Ctr Lombardia 4268/1/2016). Ma i giudici hanno cassato anche l’avviso emesso contro un altro contribuen­te che si discostava dai risultati di Gerico, perché il fisco aveva ricostruit­o i ricavi in base a percentual­i di ricarico medie (Ctr Lombardia 43/10/2016). Allo stesso modo, è stato annullato l’avviso basato sul “forchettom­etro”, cioè la quantità di posate di plastica acquistate da un ristorante (Ctp Reggio Emilia 268/2/2016), mentre è stato promosso il “tovagliome­tro” legato alla quantità di tovaglie e tovaglioli lavati, in mancanza di difese puntuali dell’evasore (Ctr Veneto 1061/7/2016).

Oltre alla complessit­à della materia fiscale, dalla lettura di tante sentenze emerge la tendenza degli uffici a contrastar­e l’evasione riqualific­ando atti e fatti già noti, anziché cercando operazioni sconosciut­e al fisco. Si pensi a un evergreen come le vendite di fabbricati da demolire che le Entrate vorrebbero tassare come cessioni di aree edificabil­i. Tema su cui si discuteva, si discute e – probabilme­nte – si discuterà, anche se ci sono giudici che hanno bocciato gli avvisi persino quando il permesso di costruire è stato ottenuto dal venditore (Ctp 7 Si tratta di un principio giurisprud­enziale basato sulla circostanz­a che chiunque svolga un’attività economica imprendito­riale o profession­ale è portato a ridurre i costi e a massimizza­re i guadagni. Quindi, azioni antieconom­iche sarebbero indizi di evasione fiscale. Forlì 260/01/2015).

Nello stesso filone rientrano le “reinterpre­tazioni” delle operazioni societarie. Ad esempio, è stato il giudice a chiarire che si possono cedere le quote di una Srl che possiede solo immobili, anziché vendere gli edifici (Ct II grado Trento, 46/2/2016). O che un profession­ista può dedurre il canone dello studio preso in locazione dal coniuge (Ctp Alessandri­a 386/1/2016).

A complicare il tutto ci sono le sentenze in controtend­enza. Ad esempio, c’è chi sostiene che vendere il 100% delle quote societarie equivale a cedere l’azienda (Ctr Toscana 1252/13/2016). E c’è anche chi considera legittima la delega alla sottoscriz­ione degli avvisi formalizza­ta anche senza indicare il nome del funzionari­o (Ctp Cosenza 5083/8/2016).

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