Organici a ranghi ridotti: vacanti ancora 1.500 posti
Al 31 dicembre scorso erano 3.152 i magistrati in servizio presso le Commissioni tributarie di primo e secondo grado di tutta Italia. Un numero insufficiente, se si considera che la differenza rispetto al “tabellare” previsto da un decreto dell’aprile 2008 è di poco più di 1.500 posti.
È un gap di oltre il 30%, che in parte si punta a colmare con il concorso da 202 posti, per il quale sono arrivate addirittura 14mila domande di partecipazione.
Resta, però, più di un interrogativo sulle prossime procedure di selezione da bandire. Prima di tutto c’è la questione della valutazione dei titoli su cui si è in attesa del via libera ai nuovi requisiti. Poi c’è una richiesta già avanzata dal Consiglio di presidenza della giusti- zia tributaria per arrivare a rivedere le disposizioni: l’obiettivo è consentire un eventuale successivo concorso con criteri rinnovati.
Più in generale, comunque, il
processo avviato con la prima manovra estiva del 2011 sembra aver prodotto uno spostamento in termini percentuali della composizione degli organici. Oggi 51,7% dei giudici tributari in servizio è rappresentato da magistrati togati, provenienti dai ranghi di magistratura ordinaria, contabile, amministrativa e militare. E il 92% degli incarichi direttivi e semidirettivi è ricoperta proprio da togati.
Quasi a significare che un primo passo nella direzione prefigurata dalla riforma è già stato compiuto.
La proposta di legge delega depositata alla Camera nella scorsa primavera, oltre alla creazione di sezioni specializzate nei Tribunali, prevede una magistratura tributaria composta esclusivamente da togati. Da maggio, però, l’esame del provvedimento (atto Camera 3734) non ha più fatto passi avanti. E lo scenario politico attuale, con la legislatura destinata a chiudersi al massimo entro un anno, non lascia grandi margini di riassetto.