Dalla messa in mora alla sentenza in quattro mosse
Un percorso in quattro tappe, oltre a una fase preliminare, e il rischio di multe salate in presenza di una recidiva. Si snoda lungo queste direttrici la procedura di infrazione Ue per mancato adempimento del diritto dell’Unione europea.
A decidere di percorrere questa strada è la Commissione europea, che non solo è la «guardiana dei Trattati», ma ha anche il potere di agire in giudizio contro lo Stato membro che non rispetta il diritto dell’Unione, come prevede l’articolo 258 del Trattato. Bruxelles può muoversi su denuncia di privati, di propria iniziativa o sulla base di un’interrogazione parlamentare.
Le fasi
Quando rileva la violazione di una norma europea o il mancato recepimento di una direttiva entro i termini previsti, la Commissione invia una «lettera di messa in mora», una sorta di cartellino giallo che concede allo Stato in questione due mesi di tempo per presentare le proprie osservazioni. Trascorso questo termine, se lo Stato non replica o le sue risposte sono ritenute insoddisfacenti, scatta la seconda fase, con l’invio del cosiddetto «parere motivato». In alcuni casi sono possibili anche fasi intermedie. Bruxelles può, per esempio, inviare una lettera di messa in mora o un parere motivato complementare se intravede spiragli di una soluzione. Se, nonostante i richiami, lo Stato non si mette in regola, scatta la terza tappa e la Commissione può deferirlo alla Corte di giustizia Ue. Questa, una volta accertato il “reato”, può condannarlo a mettersi in regola.
Multe per gli Stati recidivi
Se persevera, la Commissione può avviare una seconda procedura di infrazione, come previsto dall’articolo 260 del Trattato Ue, con una nuova lettera di messa in mora. In questo caso l’iter è più veloce e la Commissione può anche chiedere alla Corte di irrogare delle sanzioni pecuniarie. Le multe sono adeguate alla gravità e alla persistenza dell’inadempimento. Si compongono di una somma forfettaria che dipende dal tempo trascorso dalla prima sentenza della Corte e di una penalità per ciascun giorno a partire dalla seconda sentenza della Corte fino al termine dell’infrazione. A proporre gli importi è la Commissione, ma la Corte può decidere di modificarli. Le cifre indicate dalla Commissione Ue per l’Italia ammontano a un minimo di 8,9 milioni per la somma forfettaria e oscillano da 10.753,50 euro a 645.210 euro al giorno per la penalità di mora.
Nel 2008 è stato però introdotto un nuovo tassello del puzzle. È il cosiddetto sistema Pilot, una sorta di procedimento stragiudiziale per cercare una soluzione amichevole tra Bruxelles e gli Stati membri prima di avviare una procedura di infrazione.